di Marco Gaudini
FORIO – E’ un vero e proprio boom quello che si è avuto in questi giorni di festa per i ristoranti dell’isola d’Ischia. Il 24 dicembre, giorno della vigilia, rompendo un po’ anche la tradizione che vede solitamente le famiglie riunirsi in casa per il classico cenone natalizio, moltissimi isolani hanno scelto invece il ristorante. Una buona notizia che ha commentato Sanny Mattera, titolare del ristorante Terra del Fuoco di Forio: «questo è stato il Natale, dove si è lavorato di più negli ultimi 5 – 6 anni. Nessuno credeva che il giorno della vigilia vi fossero così tanti clienti, ed invece tantissimi isolani hanno scelto il ristorante rispetto al classico e tradizionale cenone a casa. Per Capodanno siamo pieni, ed abbiamo ricevuto tantissime richieste di prenotazione. Per il cenone, il nostro è un menù fisso a base di pesce, con un ricco antipasto, un primo e secondo sempre a base di pesce, il baccalà che non deve mai mancare, e poi frutta fresca, secca e classici dolci. Il tutto accompagnato con ottimi vini delle nostre terre. Insomma un cena perfetta per la fine dell’anno e l’inizio del 2016, con musica e tanto altro».
Cosa le hanno chiesto i clienti del suo ristorante, una pietanza in particolare che ha destato molto successo, e che secondo lei non deve assolutamente mancare nel menù del cenone di Capodanno?
«Sicuramente il baccalà, fritto ovviamente. È stato molto richiesto, e come dicevo prima non deve assolutamente mancare nella cena dell’ultimo dell’anno». Insomma tante prelibatezze per i palati dei numerosi clienti che festeggeranno nel migliore dei modi il capodanno. Si registra quindi per il settore della ristorazione una lieve ripresa, una buona notizia per l’isola se si considera che la maggior parte delle persone che hanno optato per la soluzione ristorante il giorno della vigilia ed a Natale, erano isolani, mentre per Santo Stefano, si è avuto un maggior numero di turisti. Nonostante questa buona risposta, la tendenza sull’isola però è in linea con quella nazionale. Dietro questi giorni di festa c’è infatti un grande business economico, fatto di acquisti di generi alimentari e tutto ciò che occorre per trascorre queste festività. Gli italiani, infatti, hanno speso a tavola 2,2 miliardi di euro per i cibi e le bevande consumati tra il cenone della vigilia e il pranzo di Natale che più di otto su dieci (82%) hanno trascorso a casa con parenti o amici. “E’ questo il bilancio stimato dalla Coldiretti che conferma come gli italiani non rinunciano all’appuntamento più tradizionale dell’anno. A prevalere è stato il Made in Italy, con i cibi esotici e fuori stagione praticamente scomparsi dalle tavole dove invece si sono affermati – sottolinea la Coldiretti – il bollito, i polli arrosto, i cappelletti in brodo, le pizze rustiche e i dolci fatti in casa, con il record di una media di 3,1 ore trascorse in cucina per la preparazione dei piatti, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe. Appena il 9% degli italiani si è recato al ristorante, mentre il 3% ha preferito gli agriturismi. La maggioranza delle tavole sono state imbandite con menu’ a base di prodotti o ingredienti nazionali con una spesa stimata – conclude la Coldiretti – in 850 milioni di euro per pesce e le carni compresi i salumi, 400 milioni di euro per spumante, vino ed altre bevande, 350 milioni di euro per dolci con gli immancabili panettone, pandoro e panetteria, 300 milioni di euro per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca, 200 per pasta e pane e 100 milioni di euro per formaggi e uova”. Un bel giro d’affari che continua con il cenone di capodanno, e che, fermo restando le tantissime situazioni di grande criticità, consegna dei segnali positivi per il prossimo anno. Seppur ancor con grandi difficoltà, dei segnali di ripresa si vedono e questo è certamente un buon modo di chiudere un anno, difficile, ed iniziarne un altro, con i migliori auspici. Che sia quindi per tutti un grande 2016!
