CRONACA

Carannante e l’accusa del gip: «Evidenti pressioni sugli uffici comunali»

In un passaggio dell’ordinanza, accompagnata da alcune intercettazioni telefoniche, la Procura cerca di dimostrare come quello dell’ex assessore procidano fosse un consolidato modus agendi

Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip della Procura della Repubblica di Napoli e che ha condotto agli arresti domiciliare l’ormai ex assessore procidano Antonio Carannante (ieri sentito dal gip, ampio servizio in altra parte del giornale), si intuisce come l’accusa cerchi di voler arrivare a mostrare che determinati atteggiamenti del professionista non si fossero limitati esclusivamente alla vicenda che lo aveva visto protagonista della presunta richiesta di 20.000 euro per conto di una sua cliente a un imprenditore locale per evitare che venissero denunciati i suoi abusi edilizi. E ad accendere la “spia rossa” degli investigatori erano state anche in quella circostanza le dichiarazioni rese ai carabinieri della Stazione di Procida dal vigile urbano Vincenzo Intartaglia il quale ebbe a dichiarare tra l’altro: “… in altre circostanze, per esempio in relazione al manufatto del signor Pugliese Giuseppe il Carannante mi ha fatto pressioni analoghe essendo lui l’avvocato difensore della controparte del Pugliese (e cioè di tale Retaggio Vincenzo). A parte il Costagliola non ho ricevuto da altri confidenze e rappresentazioni circa richieste di denaro formulate dal Carannante con le stesse modalità con le quali il Carannante stesso le ha formulate al Costagliola, almeno secondo il racconto fattomi dal Costagliola stesso”.

Insomma, è chiaro l’intento della Procura di dimostrare come quello di Carannante fosse un modus agendi non ascrivibile soltanto al caso oggetto dell’indagine. Al riguardo l’ordinanza recita anche che “ad ulteriore conferma della fondatezza dell’ipotesi di reato contestata, depone il contenuto di alcune conversazioni telefoniche captate sull’utenza del Carannante dalle quali emerge in modo evidente la consuetudine assolutamente consolidata dell’assessore di sollecitare e fare pressione sui rappresentanti dell’ufficio comunale di Procida competenti in relazione alle pratiche di edilizia relative ai soggetti clienti del suo studio legale, e cioè dei soggetti che si rivolgono a lui come avvocato, circostanza questa che conforta le dichiarazioni… e che risulta emblematica e sintomatica della strumentalizzazione e dunque dell’abuso da parte del Carannante della sua qualità e della sua pubblica funzione di assessore comunale. A proposito figurano una serie di intercettazioni telefoniche tra Carannante è il predetto Retaggio. In una di queste, datate 3 luglio, 2020, ecco il contenuto della chiacchierata tra i due:

CARANNANTE – Pronto.

RETAGGIO – Avvocato, sono Retaggio.

CARANNANTE – Buongiorno.

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RETAGGIO – Avete qualche minuto?

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CARANNANTE – Dimmi.

RETAGGIO – No, avvocato, io non so cosa avete fatto perché qui è il problema è adesso hanno scaricato un camion di sachette.

CARANNANTE – Sì, stanno per arrivare, ho parlato pure con l’ufficio.

RETAGGIO – E quindi, ma voi all’ufficio tecnico avete…

CARANNANTE – Stanno per venire, stanno per venire…

RETAGGIO – Va benissimo, avvocato, perché…

CARANNANTE – Non ti preoccupare.

RETTAGGIO – E’ assurdo, diciamo questa situazione così, questa prepotenza, questa… sopra hanno rimasto così, hanno ultimato il pavimento riscaldatore, non c’è nessuno, hanno scaricato solo un camion di sacchette non so di che cosa, eventualmente per ricoprire il pavimento riscaldato.

CARANNANTE – No, ho parlato non ti preoccupare.

RETAGGIO – Avvocato, speriamo in bene, se no altrimenti dobbiamo fare una denuncia.

CARANNANTE – Eh sì, non ti preoccupare, la facciamo.

RETAGGIO – Perché se il tecnico è del Monte di Procida, Pugliese ha tutta la famiglia di Monte di Procida.

CARANNANTE – No, ma lui non è di là, è cambiato.

RETAGGIO – E’ cambiato?

CARANNANTE – Non è più quello là, è cambiato.

RETAGGIO – Avvocato, fatemi sapere voi, non vorrei che all’ultimo diciamo così piano piano.

CARANNANTE – Non ti preoccupare, non ti preoccupare…

RETAGGIO – Avvocato, fatemi sapere voi.

CARANNANTE – Sollecito io, ti faccio sapere io.

RETAGGIO – Benissimo avvocato, buon weekend.

CARANNANTE – Ciao, ciao.

Sempre tra i due protagonisti del dialogo che vi abbiamo appena riportato, viene poi intercettata una seconda telefonata, datata 13 luglio, nella quale il Retaggio non nasconde la sua preoccupazione al legale dal momento che le opere incriminate stanno proseguendo senza che nessuno sia arrivato a porre un freno, così come evidentemente l’uomo auspicava.

CARANNANTE – Vincenzo.

RETAGGIO – Avvocato, buongiorno.

CARANNANTE – Buongiorno.

RETAGGIO – Volevo sapere se avete saputo qualcosa perché qua i lavori continuano.

CARANNANTE – Sto qua dall’architetto, ti chiamo io tra un’oretta

RETAGGIO – Vi volevo segnalare perché praticamente bisogna denunciare anche (omissis) perché sta su una struttura abusiva…

CARANNANTE – Ti chiamo io , ti chiamo io, ti chiamo io che sto qua, ti chiamo tra mezz’ora.

RETAGGIO – Ok, vi ringrazio.

CARANNANTE – Ciao, ciao.

C’è anche una terza telefonata con una chiacchierata tra i due, il che porta il gip D’Auria a trarre una conclusione chiara e perentoria: “Da tali conversazioni – si legge nell’ordinanza – si evince l’abitudinarietà e pervicacia dei comportamenti del Carannante che nella quotidiana gestione della propria attività professionale di avvocato, ha quale modus operandi l’interferenza sulle attività degli uffici comunali”.

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