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Caremar, si va verso lo sciopero il 15 e 16 febbraio

di Marco Gaudini 

 

ISCHIA – L’organizzazione sindacale Or.S.A. Marittimi ha, come riportato dal nostro Giornale,  proclamato ben 48 ore di sciopero regionale  per la Campania dei lavoratori marittimi appartenenti alla società Caremar spa Rifin, per i giorni 15 e 16 febbraio prossimi. Con una nota, infatti l’organizzazione sindacale ha comunicato alla commissione di garanzia per lo sciopero, al Prefetto, ai vertici della società marittima, ed alla  Regione Campania, che “considerata espletata la procedura di raffreddamento come prevista dalle leggi 146/90 e 83/2000, visto l’esito negativo della stessa, e la totale mancanza di accordo tra le  parti, dichiara lo sciopero”. Nicola Lamonica presidente dell’Autmare, si era già espresso con un comunicato di solidarietà e vicinanza ai lavoratori, ma in questa nota inviata agli organi di stampa ha voluto rincarare la dose: «mi giunge stamane un messaggio umanamente toccante e carico di sana politica sindacale da parte di un marittimo colpito, insieme ai suoi compagni di lavoro, dalla scure della società Caremar privatizzata e dall’ insipienza istituzionale regionale.  Egli supplica i sindacati tradizionali a non firmare ” niente di diverso dalla turnistica 1/1 se non condivisa” poiché con le scelte finora fatte dai dichiarati sindacati i marittimi sono già stati ampiamente schiavizzati e costretti ancora una volta a ricorrere all’avvocato per salvaguardare i loro diritto al lavoro nella dignità. E l’appello continua con un’ulteriore affermazione chiedendo al Sindacato di fare ” qualcosa anche per noi lavoratori .. che oltretutto dovrebbe essere l’unico compito a cui è chiamato il sindacato” . Parole dure che lasciano intravedere un fatto nuovo nel sindacalismo marittimo che è nella condivisione della proposta del Sindacato Orsa Marittimi che lotta e che ha indetto due giorni di sensibilizzazione e di astensione dal lavoro nei giorni 15 e 16 febbraio; ma esse fanno anche capire due cose fondamentali: 1) il ruolo negativo che assume il sindacato agli occhi dei lavoratori quando perde il contatto con essi e chiude vertenze in dispregio della democrazia e della condivisione, se non quella padronale; 2) il dramma di chi si sente tradito e vive una giornata lavorativa che non ha niente di umano. Gli ho risposto ritenendo sagge le sue parole ed i suoi risentimenti, dichiarandomi di essere al Suo fianco e come sempre a fianco di tutti i lavoratori che lottano per un mondo del lavoro che sia di impegno professionale e di doveri,  nel rispetto del diritto e dell’umanità» – ha affermato Nicola Lamonica.

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