LE OPINIONI

La vergogna: caratteristiche e funzioni di un’emozione “sociale”

Continua il nostro viaggio alla scoperta delle emozioni. Nell’articolo di oggi parliamo della vergogna.

Caratteristiche della vergogna

La vergogna è ciò che proviamo quando diventiamo consapevoli di non essere all’altezza degli standard che ci eravamo prefissati. Ci percepiamo come incapaci, inferiori e “diversi” dagli altri. All’improvviso la nostra inadeguatezza è sotto gli occhi di tutti e proviamo un impulso a nasconderci, a diventare invisibili, a scappare. Non a caso si dice “mi sarei sotterrato dalla vergogna”. Lo sguardo si abbassa, il corpo si piega e si chiude. Il desiderio è quello di sottrarci alla dolorosissima esposizione pubblica in cui tutti possono vederci e capire quanto siamo indegni e sbagliati. La fuga e l’isolamento, come tutte le forme di evitamento, ci salvano dalla vergogna nell’immediato, ma ci rendono più vulnerabili alla paura del giudizio con il passare del tempo.

Origine della vergogna

La vergogna non è un’emozione primaria o innata. Essa, infatti, emerge dal secondo anno di età (attenzione a non confondere la paura dell’estraneo, presente nei bambini molto piccoli, con la vergogna) e viene pertanto definita secondaria. A partire dai due anni iniziamo a sviluppare una consapevolezza di noi stessi, del modo in cui appariamo all’esterno e delle persone intorno a noi. A questa età iniziamo a capire che gli individui che ci circondano sono “altri”, separati da noi, diversi e quindi potenzialmente giudicanti. Tutto questo, ovviamente, ci espone alla possibilità del giudizio, dell’umiliazione, della ridicolizzazione.

L’educazione ricevuta nei primi anni di vita gioca un ruolo chiave nella modulazione della vergogna. Se al bambino sarà insegnato che questa emozione è normale (per quanto dolorosa) e che non è espressione del suo essere sbagliato, incapace e indegno, il piccolo crescerà con una maggiore tolleranza al disagio e svilupperà migliori strategie per disattivare lo stato spiacevole associato alla vergogna, mantenendo i livelli di autostima più alti. Al contrario, crescere in un ambiente caratterizzato da umiliazioni e critiche costanti, determina una vulnerabilità maggiore allo sviluppo di problematiche legate alla vergogna. In particolare, risulta essere pericolosa la tendenza di alcuni genitori a dare giudizi globali, ovvero a giudicare le persone incapaci, inette e non all’altezza, invece di giudicare i singoli comportamenti. Crescendo in un ambiente simile, una persona potrebbe ritenere di primaria importanza ottenere la stima degli altri ed evitare le critiche e i giudizi negativi. Pertanto, nel tempo costruirà un’immagine di sé non reale, fittizia, caratterizzata dal mantenimento di standard elevatissimi, e vivrà nell’ansia di commettere un errore, venendo in questo modo “smascherata”.

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Funzione della vergogna

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Come tutte le emozioni, anche la vergogna ha la sua funzione evolutiva. In particolare, la vergogna serve a proteggere la nostra autostima, ma anche a mantenere sufficientemente alti i livelli di stima che le altre persone nutrono nei nostri confronti. Aiuta ad evitare di metterci in situazioni imbarazzanti in cui potremmo fare qualcosa di sconveniente o riprovevole, andando incontro al rischio di disapprovazione. Non solo: l’espressione fisica della vergogna (arrossire, abbassare lo sguardo, restare senza parole, incurvare il corpo, chiudere le spalle) rimanda ai tipici segnali di sottomissione che gli animali utilizzano in natura. Servono a “chiedere scusa” se con il nostro comportamento inadeguato abbiamo arrecato danno a qualcuno. Arrossire e inclinare la testa sono atteggiamenti che sembrano dire “perdonami se sono stato così goffo. Non allontanarmi”. La vergogna, quindi, con le sue espressioni, serve a prevenire la rottura delle relazioni o a recuperare i rapporti, quando sono in pericolo. La vergogna difende e preserva le nostre relazioni.

Quando la vergogna diventa “patologica”

Benché la vergogna sia un’emozione assolutamente naturale, sana ed universale, è innegabile che alcune persone siano terrorizzate dalla possibilità di ricevere giudizi negativi dagli altri. Talvolta il timore della critica o della disapprovazione è talmente intenso da determinare una compromissione significativa della vita sociale, personale, lavorativa e relazionale. In alcuni casi si può parlare di fobia sociale, ovvero di un disturbo d’ansia caratterizzato dalla persistente paura di agire di fronte agli altri in maniera imbarazzante o umiliante, ricevendo un giudizio negativo. Questa fobia si accompagna ad intensi vissuti di vergogna e tristezza e da una tendenza a sottrarsi dalle occasioni di esposizione sociale. In questi casi in cui i livelli di disagio sono particolarmente intensi è preferibile rivolgersi ad un professionista.

In conclusione

La vergogna è un’emozione sociale: nasce, si sviluppa e svolge la sua funzione all’interno di un tessuto relazionale. Ci permette di evitare di andare incontro al rifiuto e alla disapprovazione, mantenendo solidi i nostri rapporti e riparandoli quando si incrinano.

Articolo della dottoressa Tiziana Di Scala (tel. 3208531292)

“Liberamente” è curata da Ilaria Castagna, psicologa, laureata presso l’Università degli Studi de L’Aquila, specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva Comportamentale di Caserta A.T. Beck

Tel: 3456260689

Email: castagna.ilaria@yahoo.com

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