ARCHIVIOARCHIVIO 3ARCHIVIO 5POLITICA

Carlo Alemi: «Il comune unico, un’opportunità per l’isola»

Francesco Ferrandino

ISCHIA. La cerimonia, durante la quale gli sarebbe stata conferita la cittadinanza onoraria dell’isola, non era ancora iniziata, i sindaci erano in procinto di arrivare alla spicciolata. Il Presidente Alemi ne aveva quindi approfittato per godersi l’incomparabile panorama che dalle piscine dell’Hotel Delfini abbraccia l’intera baia di Cartaromana. È proprio passeggiando insieme, sull’incantevole terrazza dell’hotel, che abbiamo scambiato alcune battute con l’ex Presidente del Tribunale di Napoli.

Presidente, Lei è il primo a ricevere la cittadinanza onoraria da tutti i comuni di Ischia, per il suo costante impegno a favore del mantenimento del presidio di giustizia sull’isola.

«Essere il primo a ricevere un simile riconoscimento mi lusinga. Ho sempre ritenuto che una realtà come Ischia, data la sua collocazione, il numero di abitanti, la distanza che la separa dalla sede centrale del Tribunale, non dovesse subire la chiusura definitiva della locale sede distaccata. Ho fatto la guerra contro tutto il mondo, compreso il Ministero di Giustizia, per cercare di mantenerla. Per fortuna qualche risultato concreto lo abbiamo conseguito».

Infatti la proroga per la locale sede distaccata è stata rinnovata. Cosa pensa che  accadrà a medio termine?

Ads

«Con l’attuale classe politica, non è possibile lanciarsi in previsioni sulle prospettive future. Sono così tante le incertezze sulle sorti del nostro Paese, che non credo si possano fare valutazioni in tal senso».

Ads

Quindi dobbiamo navigare a vista..

«Possiamo e dobbiamo sperare che le cose continuino ad andare nell’attuale direzione, ma soprattutto che le persone continuino a ragionare e a fare uso del buon senso. Col ragionamento si scelgono le soluzioni migliori. Se invece si agisce pensando soltanto a interessi personali e particolari, si va a fondo».

A livello umano c’è quindi motivo di essere ottimisti?

«Dobbiamo confidare nelle persone oneste e capaci, e ce ne sono tante, purché gli si dia la concreta possibilità di agire, cosa che spesso e volentieri non avviene».

Secondo Lei, l’isola d’Ischia può tranquillamente continuare con l’attuale assetto amministrativo che la vede suddivisa in sei comuni, oppure un’eventuale unificazione potrebbe apportare qualche significativo miglioramento, soprattutto sul fronte della rivendicazione delle proprie istanze con le istituzioni sovraordinate?

«È un discorso delicato. Sappiamo bene quanto sia presente il campanilismo sulle isole, dove il mantenimento dei confini viene avvertito come elemento per non perdere una presunta identità. Tuttavia sono dell’avviso che tali divisioni costituiscano un grave danno per la funzionalità amministrativa, proprio perché spesso diventa difficile adottare soluzioni condivise da tutti. Credo che con un Comune unico si acquisterebbe un peso di gran lunga maggiore anche a livello politico-amministrativo. Fra l’altro, con le diverse “estrazioni” politiche delle varie amministrazioni, spesso non si riesce ad avere quell’unità d’intenti necessaria per un’efficace azione comune».

Come valuta lo stato di salute della nostra macchina giudiziaria?

«Se si vuole far funzionare la giustizia, le si devono innanzitutto fornire mezzi adeguati. In secondo luogo, occorre approvare leggi serie, poche ma chiare, che non siano difficilmente interpretabili e che non portino a contrasti tra le leggi stesse. È urgente l’esigenza di semplificare e accelerare i processi. Minore formalismo, e maggiore rispetto delle regole esistenti, senza inutili complicazioni. Tutto questo oggi manca».

Un commento sull’esito del recente referendum costituzionale.

«C’è stata una chiara pronuncia dell’elettorato e ne va preso atto. In effetti il testo della riforma lasciava aperti molti dubbi, in ordine alla sua legittimità costituzionale. Ad esempio, molte erano le perplessità sulla formazione di quello che avrebbe dovuto essere il nuovo Senato, oltre al fatto che con questa legge elettorale c’erano rischi di concentrazione dei poteri verso l’esecutivo, senza i necessari contrappesi. Tuttavia, credo che un cambiamento sia necessario nell’attuale assetto costituzionale. Siamo l’unico Paese col bicameralismo perfetto. Va comunque detto che una riforma del genere avrebbe bisogno di una maggiore condivisione tra le forze politiche».

Forse il risultato del referendum è stato determinato, in parte, anche dall’atteggiamento del premier, poco disposto alla “condivisione” da Lei citata.

«Sì, ma il voto per certi aspetti mi è sembrato costituire non tanto e non solo una contestazione alla riforma, bensì al premier stesso, quindi una strumentalizzazione a prescindere dai contenuti. Quello che manca al momento è una cultura civica che presupponga il rispetto per gli altri. Bisogna ricostruirla».

Siamo ormai nel periodo natalizio, vuole lanciare un augurio particolare?

«Ischia e l’Italia intera hanno bisogno di tempi migliori, il mio augurio è che possano arrivare presto».

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex