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Carlo Azeglio Ciampi, il saluto a un signor presidente

dell’avvocato Antonio De Girolamo *

Ho conosciuto l’allora presidente della Repubblica italiana in un’occasione particolare: udienza privata al Quirinale nel corso della quale sarebbero stati insigniti del titolo di cavaliere i nostri piloti vincitori di almeno tre campionati mondiali. Quando un po’ di tempo prima sono stato informato della data prevista (3 giugno 2001) la mia prima battuta è stata: “ci daranno da mangiare gli avanzi della festa della repubblica!”. Anche il caldo e la necessità di dover arrivare a Roma almeno la sera prima non contribuirono certo a farmi desiderare l’evento, ma – tant’è – noblesse oblige!

Quando in mattinata ci siamo ritrovati per andare tutti insieme al Quirinale (avevamo preso un bus a noleggio) il clima era completamente cambiato: faceva lo stesso caldo, ma – grazie all’aria condizionata ed alla presenza dei pluricampioni (Capirossi e Biaggi, tanto per citare i più noti, Valentino diede buca!) – l’attraversamento di Roma diventò una piacevole scampagnata. E, sempre in virtù di un’organizzazione accuratissima (in federazione abbiamo fior di funzionari…), siamo arrivati ed entrati al Quirinale senza neppure la consueta trafila burocratica: praticamente eravamo tutti già schedati!

Ricordo divertito i marinai di guardia (ovviamente romani raccomandati!) che col moschetto a tracolla inseguirono sulle scale Max Biaggi per l’autografo, e la sorpresa che provai quando vidi che sulle scomodissime sedie della sala c’erano i cartoncini con i nostri nomi tutti scritti a mano con inchiostro color seppia! Mi ero predisposto mentalmente ad un’attesa abbastanza lunga (i politici in genere fanno tutti aspettare la gente o perché pensano di essere considerati più importanti o perché sono scombinati di natura) quando  – spaccando il minuto  – il presidente Ciampi accompagnato dalla signora Franca entrò in sala, salutò con un cordiale “Buongiorno a tutti!” e si sedette senza dare spazio ad inutili salamelecchi anticipati: bell’esempio di concretezza e pragmatismo!

Ma il meglio – come ora tutti scrivono nei loro stati sui social – doveva ancora venire: dopo gli interventi dell’allora presidente del CONI Gianni PETRUCCI e del presidente della Federazione Motociclistica Paolo SESTI (che lo ringraziarono per averci voluti al Quirinale), il presidente CIAMPI iniziò un discorso molto poco “presidenziale” ed assai “dedicato”. Dopo oltre quindici anni (e l’arteriosclerosi incombente!) faccio fatica a ricordarne tutti i passaggi, ma qualcosa mi è rimasto ancora stampato in mente: il suo riferimento alle emozioni che solo le gare di moto sanno dare, i suoi complimenti ad una disciplina sportiva che vedeva (e vede tuttora) gli italiani protagonisti a livello mondiale e – da ultimo – quando ci ha raccontato la sua esperienza motociclistica, vissuta durante la guerra, quando con una Moto Guzzi d’ordinanza doveva svolgere ruoli di collegamento tra vari reparti! Parole impregnate di umanità e ricordi personali che ci consegnava così come gli venivano in mente.

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Arrivati al momento della consegna delle onorificenze, il Presidente ha confermato di essere persona assolutamente gradevole e simpatica: a tutti i premiati ha detto qualcosa di diverso, spaziando dai complimenti per i successi della stagione in corso, rivolti ai più noti, fino alla meraviglia per i capelli di Giò Sala raccolti in una lunga coda di cavallo, che lui faticava ad immaginare come potessero entrare nel casco. Dopo il “rompete le righe”, il presidente CIAMPI non si è defilato ma ci ha intrattenuti di buon grado, accettando di farsi fotografare con chiunque glielo chiedesse ed anche di scambiare quattro chiacchiere senza cerimoniale alcuno: per quanto mi riguarda, me lo sono trovato affianco mentre un amico mi stava chiedendo se sarei tornato ad Ischia in giornata e lui, appena sentito che ero un isolano, mi ha detto “Eh, Ischia, che bella Ischia!”, al che gli ho chiesto: “Presidente, riuscirà a tornarci?” e lui mi ha risposto solo con un “vorrei tanto…”!

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Grazie Presidente CIAMPI, che la terra ti sia lieve! Da sempre uomo delle istituzioni, hai difeso a spada tratta il nostro inno nazionale da quanti per moda o semplice desiderio di novità volevano cambiarlo, nel mio piccolo ci penso ogni volta che salgo su un podio a premiare e lo sento cantare dal pubblico degli autodromi!

* Procuratore federale della Federazione Motociclistica Italiana

 

 

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