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Carmine Monti: «Consiglio da invalidare»

L’opposizione consiliare lacchese non ci sta, ed è pronta a contestare una serie di mancanze che, secondo Carmine Monti, potrebbero portare persino ad annullare la convocazione del consiglio in programma stasera: «A pochi giorni dal consiglio, non c’erano ancora le proposte di bilancio da deliberare coi relativi pareri. L’ho anche segnalato alla segretaria comunale. La circostanza ci ha indotto a preparare una nota, che porteremo a conoscenza del sindaco e della segretaria, oltre ad averla inviata alla Prefettura, con cui facciamo presente che per l’ennesima volta non sono stati rispettati i termini previsti dal combinato disposto degli articoli 31 del regolamento, dell’articolo 43 del Testo unico degli enti locali e le norme dello Statuto, le quali prevedono l’obbligo di mettere i documenti completi a disposizione dei consiglieri almeno venti giorni prima del consiglio. In una materia delicata come quella dei bilanci tale intervallo di tempo è necessario per consentire ai consiglieri di avere la giusta consapevolezza dei contenuti su cui si andrà a deliberare, anche nella prospettiva di un’eventuale proposta su modifiche ed emendamenti da apportare. Fra l’altro, queste proposte di bilancio hanno ricevuto tutte il parere negativo della revisore dei conti. Visto che i pareri erano stati depositati, a maggior ragione nei documenti doveva essere presente anche la proposta del responsabile finanziario, con cui quest’ultimo prende atto dei pareri negativi. Nei documenti abbiamo invece rinvenuto solo la proposta per il bilancio di previsione 2016, di tutto il resto non c’era nulla. Tutto ciò è incompatibile con la validità della convocazione del consiglio. Per questo chiediamo la rimessione in termini ai sensi delle norme citate e, ripeto, oggi andremo in Consiglio senza aver avuto la documentazione completa: un autentico pasticcio, l’ennesimo. E chiederemo anche conto delle spese di viaggio sostenute dall’assessore per recarsi una mattina Roma al Ministero». L’avvocato Monti cita anche una recente pronuncia giurisprudenziale: «Esiste una sentenza del Tar Sardegna del 2016, che afferma che quando i consiglieri non sono messi in grado di partecipare al civico consesso nel pieno del loro status, esiste la possibilità dell’annullamento dell’atto. Nella sentenza del Tar è anche accolta la possibilità che tale richiesta di annullamento tramite ricorso avvenga per iniziativa del singolo consigliere comunale, una significativa eccezione rispetto al consueto divieto di ricorrere contro gli atti dell’ente», conclude Carmine Monti. (FRA.FER.)

 

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