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Caro benzina, continua la raccolta firme per la petizione popolare

ISCHIA. Continua a grandi passi l’iniziativa popolare contro il caro benzina sull’isola d’Ischia. Dopo la riunione di due settimane fa al Calise di Ischia, è partita di gran carriera la raccolta di firme per la petizione contro l’abnorme aumento dei prezzi di carburante presso le stazioni di servizio isolane. Il promotore dell’iniziativa, il giovane blogger Giovanni Cricco, ha reso note alcune cifre: sono già oltre seicento le firme raccolte in soli tre giorni, mentre continua la diffusione dei fogli di raccolta via e-mail per sensibilizzare la cittadinanza e ottenere le firme. La raccolta continuerà fino a mercoledì compreso, e una stima realistica consente di puntare al traguardo delle duemila adesioni. I punti dove poter apporre la propria firma sono molteplici: molti negozi, bar, uffici sono dotati dei fogli per raccogliere le sottoscrizioni. A metà della prossima settimana si tireranno le somme e si cercherà di passare ai fatti. L’iniziativa è appoggiata dalla Federconsumatori locale, rappresentata dall’avvocato Adriano Mattera, che ha annunciato a sua volta iniziative collaterali: siamo insomma in presenza della prima concreta azione di massa per contrastare un fenomeno, o meglio un’anomalia, tipicamente ischitana. Al problema dedicammo un focus su queste colonne alcuni giorni fa, in occasione dello sforamento del tetto dei due euro a litro presso una stazione di servizio locale: una cifra assurda e assolutamente non giustificabile con la solita storiella dei costi di trasporto marittimo, che di fatto è stata ampiamente smentita anche nel corso del citato summit al Calise, dove oltre a una settantina di cittadini erano presenti anche esponenti politici come Giustina Mattera e Maria Grazia Di Scala. «Quello che vi chiedo – dichiarò  Giovanni Cricco in quell’occasione – è di aiutarmi in questa battaglia. È necessario raccogliere documentazione, firme, dimostrare che siamo una massa compatta per fare valere il diritto alla continuità territoriale». Molte persone lo hanno immediatamente preso in parola, visto il successo della petizione. Uno dei primi obiettivi è far sentire il peso della protesta presso gli enti che dovrebbero essere preposti a proteggere i cittadini dai pericoli di speculazione vessatoria, quali il Ministero dello Sviluppo Economico, l’Autorità nazionale Anticorruzione oltre che l’Antitrust: sono in molti infatti a ipotizzare l’esistenza di un “cartello” come una delle cause dell’assurdo incremento delle tariffe dei carburanti. Incremento che ovviamente si ripercuote direttamente sul costo delle merci trasportate e vendute sull’isola, e si tramuta dunque in una fortissima erosione del potere d’acquisto dei redditi già fortemente provati dalla decennale crisi e dalla decurtazione delle indennità di disoccupazione: una circostanza non certo da sottovalutare in un’isola dove la stagionalità dell’occupazione riguarda una gran parte dei lavoratori impegnati nella maggior industria locale, quella turistico-alberghiera. Dopo la raccolta delle adesioni, ci sarà ovviamente spazio per un nuovo incontro dal vivo dove verranno concertati i prossimi passi da fare insieme per dire basta al salasso legalizzato.

 

 

 

 

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