Il caro benzina e le teorie “fantasiose”: quando la difesa d’ufficio diventa un autogol
Ve lo dico in premessa. Non ho letto con attenzione, o almeno con la massima attenzione, perché alla settima riga ho capito che si trattava della solita pantomima. Quella con la quale ci si illude ancora di poter ingannare qualcuno, ma poi ti accorgi che non è così: se alle nove del mattino si contano almeno una quindicina di telefonate di “scherno” su quanto scritto (ed i tre quarti sono persone con le quali lui si confronta quotidianamente e che fingono di condividere le sue idee e rispettarlo e invece semplicemente lo temono) mi rendo conto subito che non varrebbe neppure la pena di buttare giù quattro righe. Ma alla soglia dei cinquant’anni ho compreso una cosa: sulla nostra isola, rispetto ad altri lidi, il silenzio non viene interpretato come un segnale di indifferenza verso il prossimo quanto piuttosto di debolezza ed allora – che vuoi farci – ti tocca metterti davanti al computer anche per queste miserie umane, e facciamo finta di niente.
Il riferimento è il caro benzina a Ischia, argomento che sfido chiunque a dimostrare possa essere oggetto di strumentalizzazione come sostiene il quotidiano Il Dispari: che, detto per inciso, cito per esteso perché per vocazione non mi va di offendere il prossimo, specie quando conta come il due di picche. Agli amici e colleghi spiego che con il costo del carburante ci stanno facendo un mazzo così, e quindi quando lo si sottolinea si è nel giusto punto e basta e non ci sono strategie ne editoriali ne politiche. Gaetano Di Meglio nell’edizione di ieri del suo giornale ci ricorda che Antonio Pinto “è il più grande editore dell’isola d’Ischia”: una conversione sulla via di Damasco la sua, ricordo cosa ne scriveva agli albori della sua esperienza sul web con la creazione di un sito di informazione. Ma ovviamente anche su questo facciamo finta di nulla. Secondo la teoria dimegliana il sindaco d’Ischia Enzo Ferrandino e gli editori del giornale avrebbero ordito un complotto contro il Pinto. Ovviamente il buon Gaetano evita accuratamente di citare il sottoscritto, quasi a volerlo ridurre a un mero esecutore di disposizioni dettate da terzi. Non è la prima volta che succede e la cosa neppure mi toglie il sonno, una mia amica psicologa – alla quale ogni tanto mi rivolgo per essere sicuro che gli “ingranaggi” girino ancora a buon ritmo – mi invita a non preoccuparmi, e mi spiega che questo tipo di atteggiamento spesso è il modo attraverso il quale il prossimo riesce a sentirsi una spanna superiore agli altri. O meglio, si llunde. Magari tutto questo può procurare anche un’erezione, e allora se è per fini terapeutici facciano finta di nulla pure qui.
Il buon Gaetano parla di crociata contro Antonio Pinto ma poi nel suo pseudo servizio giornalistico (definirlo diversamente, mi perdonerà, mi riesce difficile, senza offesa) osserva che la foto pubblicata è quella di un altro distributore. Bravo, su questo hai perfettamente ragione: e ti dimostra che in un focus di due pagine dove il buon Pinto non viene nominato, che non c’è nessuna crociata personale, ma semplicemente un atto d’accusa contro un caro carburante che sta devastando le nostre tasche. Tant’è che Pinto ed Ambrosino Petroli non vengono affatto citati. Che poi detengano una sorta di monopolio (o quasi) del settore, beh quella non è certo colpa mia. Sulle considerazioni di Enzo Ferrandino, sono pensieri suoi peraltro assolutamente condivisibili e non discutibili. Sul fatto che determinati pezzi possano essere firmati o meno, a casa nostra nessuno è autorizzato a mettere bocca (giusto per essere chiari). E mi sia consentita l’ultima chiosa. Ancora una volta nel mirino sono finiti gli editori di questo giornale. A me francamente dispiace. A Gaetano Di Meglio mi permetto di dire che nel fine settimana non ho avuto il piacere di incontrarmi ne di avere avuto contatti telefonici con Ottorino Mattera e che – per quanto lui possa rimanere incredulo dinanzi a questa affermazione – il focus sul caro benzina è stato disposto dal sottoscritto, senza nessuna imposizione dall’alto, spinta o quant’altro. Amico mio, gira la frittata quanto vuoi ma sull’isola con il costo della benzina ci fottono da tempo immemore. Non troverai un solo isolano che sosterrà il contrario. E sessantamila contro uno, credimi, è un dato che dovrebbe indurti a riflettere. Vanno bene i deliri di onnipotenza, e forse sono anche utili per superare ostacoli all’apparenza insormontabili, ma qui si esagera per davvero.
P.S. Non ti sbizzarrire nell’analisi politologica dell’andamento dei prezzi su scala europea, questo e quello: chi scrive si sposta dall’isola almeno un paio di volte al mese (per fortuna, aggiungo io…) e posso assicurarti che la differenza di prezzo tra il nostro scoglio e gran parte del sud Italia è ancora abissale. Almeno quanto l’improponibilità di questa tua imbarazzante difesa d’ufficio.