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Carrefour Italia pioniere nell’utilizzo della blockchain per la tracciabilità della filiera avicola

Si parla tanto della tracciabilità dei prodotti agroalimentari, ma in realtà ad oggi poche imprese si sono impegnate per far fronte a una concreta esigenza percepita e richiesta a gran voce dalle associazioni dei consumatori.Finalmente assistiamo ad una risposta concreta da parte del colosso della GDO alimentare “Carrefour” che a partire dal prossimo settembre introdurrà un QR-Code su tutti i prodotti freschi con marchio private lable appartenenti alla filiera avicola italiana.Tale azione, basata sull’introduzione della tecnologia blockchain, farà da apripista ad ulteriori iniziative che, ad iniziare dall’esercizio 2019, vedranno coinvolti 8400 produttori e allevatori operativi nella filiera avicola italiana e che conferiranno a “Carrefour Italia” ben 173 referenze.Iniziative, quelle di Carrefour, che consentiranno di tracciare fattivamente la qualità di una filiera che nel caso specifico della avicola italiana si compone per larghe linee di due comparti: quello della produzione animale, costituito da oltre 6.000 imprese (di cui oltre il 40% sono allevamenti di polli ed oltre il 30% allevamenti di galline ovaiole) e quello della trasformazione delle carni avicole dal vivo al confezionato per il mercato.Ma cos’èun QR-Code? Si tratta di un codice a barre composto da moduli neri all’interno di uno schema di forma quadrata. Si utilizza per memorizzare informazioni che vengono decriptate e lette da telefoni cellulari e smartphone. Nella fattispecie, il codice QR (in inglese QR Code, dove QR sta per Quick Response)stampato sul pollo eviscerato a busto sfuso consentirà a Carrefour Italia di veicolare tempestivamente e in modo trasparente le informazioni riguardanti l’intera filiera avicola.Posso affermare che la tecnologia blockchain di Carrefour apre le porte dell’informazione e nel contempo orienta l’impresa a sviluppare quel rapporto di fiducia con il consumatore che è condizione indispensabile nella valorizzazione dei prodotti agroalimentari italiani.L’auspicio è che in un futuro non troppo distante tutti i player della GDOintraprendano azioni di mobile marketing con l’obiettivo comune di valorizzare il nostro patrimonio agroalimentare.

Di ANDREA QUINTILIANI *  Ricercatore di Finanza Aziendale – Università Telematica Pegaso, Napoli

 

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