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Carriero: «Stagione positiva, per svoltare serve turismo di qualità»

L’imprenditore turistico non ha dubbi e promuove l’estate che sta ormai per andare in archivio: «A maggio nessuno avrebbe scommesso un centesimo sui numeri che abbiamo registrato, il bicchiere è mezzo pieno». Unica nota stonata la scarsa presenza di turisti stranieri

Anche se non siamo ai livelli del 2019, cioè quelli pre-pandemia, tuttavia sembra che l’estate appena terminata possa essere definita positiva. Quale è il suo bilancio?

«Sicuramente positivo, soprattutto perché fino a maggio nessuno si sarebbe sognato di scommettere un centesimo sui numeri che poi abbiamo registrato, quindi non possiamo che vedere il bicchiere mezzo pieno. Certo, nella primissima parte di stagione in pratica non si è potuto lavorare, e anche l’attuale momento risente un po’ dell’assenza degli stranieri, ma comunque come ho detto il bilancio è complessivamente positivo».

Quali sono i “pro e i contro” dell’estate 2021?

«Ribadisco che non mi sarei mai aspettato i numeri che abbiamo registrato; però ammetto che mi sarei aspettato un po’ di turisti stranieri in più, e in generale un maggior movimento trans-nazionale, magari con italiani diretti all’estero e appunto più stranieri verso le nostre mete turistiche. Ecco, questo è l’unico aspetto davvero negativo di questa stagione. In generale, la pandemia ha insegnato che bisognerà riprogrammare e ricalibrare l’offerta, aggiornandola con le nuove richiesta della nostra clientela, che penso dureranno a lungo. Penso alle richieste di maggiore sicurezza e tutela della salute: un esempio pratico è quello del buffet, che per lungo tempo credo sarà difficile riproporlo, perché la gente li guarda con sospetto. In sostanza, c’è tutta una serie di atteggiamenti e comportamenti che perdureranno anche nell’immediato futuro».

Quanto ha pesato questa assenza degli stranieri?

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«Purtroppo l’impatto negativo di tale assenza si sente maggiormente proprio adesso, nella bassa stagione di fine estate. Faccio un’osservazione sulla base di alcuni riscontri, anche se potrebbe non essere universalmente valida: nonostante l’Italia sia stato uno dei Paesi che si è meglio comportato durante la pandemia, pur essendo il primo ad essere colpito dall’emergenza in Europa, quindi non si tratta di una ipotetica paura dei turisti nei confronti dell’Italia. Piuttosto, sembra che essi abbiano bisogno di essere “tranquillizzati” nel caso di un’eventuale vacanza nel nostro Paese, dunque è necessario avere attenzioni ancora maggiori di quelle finora dedicate a tali clienti».

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«Occorre un target qualitativo che non significa soltanto “ricco”, ma anche il turismo di persone attratte da eventi culturali, dunque un turismo delle “passioni”, degli hobby, che arricchisca davvero il territorio»

Anche a causa degli effetti della pandemia, si è tornati nuovamente a parlare di destagionalizzazione, ma finora ci si limita alle parole.

«Non è facile. Non lo è soprattutto in una stagione in cui i turisti sono stati prevalentemente italiani, e in Italia c’è una tradizione fortemente radicata nel fare le nostre vacanze in un determinato periodo, al punto tale che questa tradizione coinvolge anche le abitudini del lavoro di tutti. Quindi è molto difficile destagionalizzare oltre quei determinati mesi. Occorre puntare nuovamente su quella che era la ricchezza per eccellenza del nostro territorio, che però spesso viene dimenticato, cioè il termalismo. Dobbiamo riuscire a migliorare la nostra offerta nell’ambito termale, in maniera tale da essere attraenti anche al di fuori della stagione estiva.

«Il 2022 potrebbe essere un anno di transizione verso un futuro persino migliore dei periodi pre-pandemia: moltissimo dipenderà da come i nostri politici sapranno inserirsi per cogliere le opportunità del PNRR che costituisce un’occasione eccezionale»

A livello di “target”, come può estendersi l’offerta turistica dal punto di vista qualitativo?

«Bisogna convincersi che il turismo che crea maggiore ricchezza è quello di qualità. Attenzione, non voglio dire necessariamente “ricco”, ma anche il turismo di persone attratte da eventi culturali, dunque un turismo delle “passioni”, degli hobby, un turismo che arricchisce davvero il territorio. È questo il turismo che dobbiamo attirare e intercettare. Dobbiamo smetterla di attrarre soltanto il turismo che vuole risparmiare, perché ci sarà sempre qualche altra località capace di offrire prezzi più bassi dei nostri, quindi non riusciremo mai a prevalere sotto questo aspetto. Piuttosto, abbiamo ricchezze culturali e bellezze naturalistiche – si pensi solo all’Area Marina Protetta – che potrebbero costituire grandi attrattori del turismo, nazionale e internazionale».

Secondo Lei il 2022 potrebbe essere l’anno della vera ripresa?

«Io sono sostanzialmente ottimista, anche se non credo che il 2022 sarà un anno per così dire “normale”: penso che esso sarà ancora un anno di transizione. Credo che in questo momento vada tenuto presente che esiste una grandissima opportunità, costituita dal Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza: i nostri uomini politici devono avere grande attenzione a ciò che accade in terraferma, a Napoli, in Regione e a livello centrale, perché ci saranno moltissime opportunità grazie ai finanziamenti del Piano, che non inserirsi in quel filone significherebbe perdere grandissime occasioni. Se invece sapremo coglierle, allora penso che il 2022 sarà un anno di transizione verso un futuro positivo, anche molto migliore dei periodi pre-pandemia».

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corry54

Se si vuole guardare solo il cassetto della cassa se è pieno, sicuramente è stata una stagione, positiva, ma se guardiamo la qualità che ogni anno cala , beh, starei un poò attento in proclami di soddisfazioni.Ricordo che ogni anno si perdono tantissimi turisti non Campani, e sbarcano solo e sempre maggiori flussi di MaoMao , col placet degli Ischitani , come Carriero che guardano solo al profitto, con risse giornaliere, spaccio di droga, fiorente prostituzione, scippi e ruberie varie; se questo è positivo, significa che devo rivedere i miei parametri.

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