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Caruso: «I mancati introiti dagli abusivi si riverberano sulla qualità dei servizi pubblici»

«È un fenomeno che riguarda sicuramente non soltanto la terraferma, ma anche la nostra isola. Si tratta certamente di una forma di concorrenza sleale alle altre strutture che si mantengono in regola pagando molte tasse, non soltanto come tariffe per i rifiuti o Imu. È quindi una pratica che va combattuta. Il problema è dato dal fatto che gli strumenti a disposizione delle amministrazioni locali sono davvero pochi per controllare realmente in modo capillare il territorio. Resta quindi la necessità di un coordinamento tra le varie forze dell’ordine, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, affinché vengano debellate queste attività alberghiere in forma abusiva che danneggiano l’economia del settore. Se solo consideriamo il divario tra ciò che paga un’abitazione e un albergo per le imposte sui rifiuti (circa 15 euro contro uno o due al metro quadro), possiamo comprendere le dimensioni di tale concorrenza sleale che va a incidere tantissimo anche sulle risorse pubbliche: come Comune, subiamo rilevanti perdite da tale fenomeno, visto che tali strutture comunque generano rifiuti e ottengono servizi, ma che non vengono tassate correttamente. Minori entrate poi significano minori servizi, e aumento delle imposte per chi invece lavora alla luce del sole. È un cane che si morde la coda».

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