Cas, adesso è braccio di ferro tra Castagna e Schilardi
Il commissario chiede la rimodulazione della rendicontazione dell’importo da versare a settembre, dovendo sottrarre quanto ricevuto dai cosiddetti “consanguinei” che non avevano subito decurtazione. Ma il sindaco non ci sta

Diciamocelo senza mezzi termini, era una di quelle questioni che prima o poi – come ogni nodo che si rispetti – doveva arrivare al pettine. E quel momento è arrivato. Parliamo dell’attribuzione del Cas (contributo di autonoma sistemazione) che per una categoria di beneficiari che comprende 92 aventi diritto è al centro di una vera e propria disputa dalla scorsa estate. Quando, per la cronaca, ebbero inizio di una serie di operazioni “chiarificatorie” per delineare l’erogazione dei contributi.
Il Comune di Casamicciola elencò al Commissario Schilardi i beneficiari del Cas che all’epoca del sisma rivestivano la posizione di inquilino di immobili divenuti inagibili, per i quali si è come è noto proceduto al dimezzamento del contributo. Per tutti gli altri, però, il Comune dichiarò che ad essi competeva l’erogazione del Cas nella misura intera. Dall’altra parte della barricata però Schilardi spiegò che occorreva che venisse confermato che si era provveduto al dimezzamento del Cas anche nei confronti degli sfollati che occupavano a titolo di comodato gratuito immobili di proprietà di consanguinei in attesa che la situazione venisse chiarita dagli organi competenti. Dall’ente del Capricho però si è chiesto ed ottenuto, in attesa di tali verifiche, di non procedere ad alcuna decurtazione ma ecco che adesso giunge il cosiddetto effetto boomerang.
Perchè in questo braccio di ferro che promette di essere appena agli inizi, ecco che la nuova mossa è toccata proprio al prefetto Schilardi, che dopo aver ricevuto la richiesta del contributo relativa al mese di settembre ha fatto due conti, non ha trovato la quadratura del cerchio ed ha scritto personalmente al Comune ed al primo cittadino esordendo così: “Si fa riferimento alla nota prot n. 10285 del 12.10.2020, con la quale codesto Comune ha trasmesso la rendicontazione volta ad ottenere i fondi necessari per la liquidazione del CAS agli aventi diritto per il mese di settembre 2020. Al riguardo, occorre tener conto della norma di riferimento – precisamente la lettera i-ter del comma 1 dell’art.18 del D.L. n. 109/2018 – che recita: [il Commissario straordinario] provvede, entro il 30 aprile 2020, alla cessazione dell’assistenza alberghiera e alla concomitante concessione del contributo di autonoma sistemazione alle persone aventi diritto; dispone altresì la riduzione al 50 per cento dei contributi di autonoma sistemazione (CAS) precedentemente concessi in favore dei nuclei familiari residenti in abitazioni non di proprietà, che possono comunque essere concessi fino al 31 dicembre 2020. In fase di prima applicazione della norma, con la liquidazione del CAS per il mese di maggio, la S.V. ha trasmesso la nota n. 7462 in data 16.07.2020 con la quale – in risposta alla commissariale prot. n.5386 del 07.07.2020 – ha trasmesso tre elenchi contenenti l’elenco dei beneficiari proprietari, non proprietari e consanguinei dei proprietari degli immobili danneggiati o distrutti dal sisma, nel presupposto che: ‘segnatamente alla categoria dei consanguinei, facendo anche riferimento all’attività di chiarimento ed esplicazione da parte dell’Autorità centrale, si è ritenuto nelle more di concedere con riserva l’intero contributo, anche facendo riferimento alla possibilità che successivamente possano essere apportate le opportune ritenute contabili (recuperi)”.

Insomma, per quanto riguarda la categoria dei consanguinei Schilardi ricorda di aver concesso per intero il contributo di autonoma sistemazione pur consapevole del fatto che lo stesso potesse non spettare (ricordiamo che nell’elenco figurano 92 posizioni e dunque soggetti che rientrano in questa categoria). E così si è andati avanti per quattro mesi, come ha sottolineato lo stesso Schilardi che non a caso scrive: “Conseguentemente questo Commissariato ha trasferito, con decreti n. 623 e 675/2020, le risorse finanziarie liquidate da codesto Comune quale CAS per i mesi di maggio, giugno, luglio ed agosto 2020, in cui è computata la misura intera per i beneficiari c.d. consanguinei. I citati decreti di trasferimento fondi disponevano, tra l’altro, che: ‘…l’importo trasferito si intende salvo ripetizione delle somme erogate nei confronti dei c.d. comodatari consanguinei, indicati nell’allegato n. 2 della nota del Comune di Casamicciola Terme prot. n. 7462 del 16.07.2020, ai quali viene erogato il contributo nella misura intera, nelle more dell’avviso delle Autorità centrali in merito’”. Adesso, però, il commissario spiega che si è arrivati al momento del redde rationem. “ Allo stato, purtroppo – sottolinea Carlo Schilardi – non hanno sortito gli effetti sperati i tentativi di far emendare la norma in favore dei consanguinei in linea retta di primo grado così come auspicato dal Commissariato, dal Comune e dalle associazioni varie tra cui gli Amici dell’Isola d’Ischia. Pertanto, così come a suo tempo stabilito, non resta altro da fare che procedere al recupero del contributo erogato nella misura intera ai consanguinei – indicati nell’allegato 2 della Vs nota n. 7462/2020 – nel periodo maggio-agosto, recupero da effettuarsi mediante trattenute sulle mensilità del periodo settembre –dicembre 2020. Pertanto, si restituisce la rendicontazione del CAS mese di settembre trasmesso con nota n. 10285 del 12.10.2020, con l’invito a rettificare l’istanza nei termini di legge, notiziando degli sviluppi anche le associazioni interessate”. Nel palazzo municipale di Piazza Marina hanno preso atto della nota di Schilardi, ma è già pronta una relazione da trasmettere con l’intento di far valere le ragioni proprie e dei cittadini casamicciolesi. Sì, forse il braccio di ferro è davvero appena cominciato.