CRONACA

Cas, nuovo appello al commissario

In una nota Agostino Iacono e Vitale Pitone scrivono al commissario Legnini sottolineando come le novità introdotte per la corresponsione del contributo di autonoma sistemazione stiano creando più di un problema ai cittadini. E allora…

I disagi e le difficoltà per gli sfollati di Ischia, che già avevano dovuto fare i conti con il sisma del 2017 e la frana del 2022, continuano a persistere. In particolare, per chi ha perso la casa, il contributo per l’autonoma sistemazione (CAS) è diventato un ulteriore ostacolo burocratico. Nonostante le promesse di aiuti e di risarcimenti, la burocrazia continuerebbe a rallentare la ricostruzione e il miglioramento delle condizioni di vita per molti. Le nuove disposizioni imposte dal commissario Giovanni Legnini, che prevedono tagli e restrizioni, non sono state ben accolte da chi vive ancora nel disastro. In una lettera inviata a Legnini e per conoscenza al sindaco di Casamicciola Terme, Giosi Ferrandino, l’avvocato Agostino Iacono, presidente del comitato di Casamicciola Terme per la salvaguardia della salute e dell’ambiente, insieme all’ingegnere Vitale Pitone, presidente dell’associazione “Protagonisti per l’isola d’Ischia”, hanno sollevato una serie di dubbi e problematiche relative al contributo di autonoma sistemazione (CAS). Il tema centrale riguarda la difficoltà di accesso al contributo a causa di nuove disposizioni, in particolare quelle contenute nell’ordinanza n. 29 del 14 febbraio 2025, che stabilisce requisiti molto stringenti per chi ha diritto al CAS. Tra questi, uno dei più contestati è l’obbligo di dichiarare di non avere una “stabile sistemazione alloggiativa” nel territorio di Ischia. La disposizione, che richiede di attestare che l’immobile danneggiato dal sisma non sia stato locato o concesso in comodato a titolo gratuito, è considerata da Iacono e Pitone come un requisito illegittimo, in quanto non previsto da altre normative nazionali e in contrasto con le disposizioni relative ad altri terremoti, come quelli che hanno colpito il Centro Italia.

Nel dettaglio, la richiesta di una dichiarazione che attesti l’assenza di una sistemazione stabile o gratuita ha sollevato preoccupazioni tra i cittadini di Ischia, che si ritrovano a dover fare i conti con un requisito che, secondo i due rappresentanti, rischia di escludere molti sfollati dalla possibilità di ottenere il CAS. Iacono e Pitone chiedono pertanto la rimozione di questa dicitura e una corretta interpretazione delle norme, affinché non si penalizzino ulteriormente coloro che vivono ancora in situazioni di grande disagio a causa dei danni subiti durante il sisma del 21 agosto 2017. Un’altra questione riguarda le richieste di restituzione di somme già erogate a titolo di CAS, avanzate da parte dell’Ufficio Territoriale di Assistenza (UTA). Secondo Iacono e Pitone, l’UTA sta chiedendo la restituzione di importi ingenti a famiglie che hanno cambiato residenza, sulla base della presunta violazione delle disposizioni che stabiliscono che il CAS venga concesso solo a chi non ha trovato una sistemazione stabile. Tuttavia, i due esperti ribadiscono che la normativa sul CAS non prevede la decadenza dei benefici nel caso di variazione della residenza, a meno che non si verifichino altre situazioni, come il rientro nell’abitazione danneggiata o l’individuazione di una sistemazione stabile. La variazione della residenza, quindi, non può essere interpretata come un segno che il nucleo familiare abbia trovato una sistemazione stabile, soprattutto se la nuova abitazione è comunque temporanea, in attesa del rientro nella casa originaria.

L’attenzione di Iacono e Pitone si concentra anche sul modus operandi dell’UTA, che sta sospendendo il CAS in casi che, secondo loro, non sono legittimi. Chiedono pertanto che non vengano sospesi i contributi a chi ne ha diritto, soprattutto in relazione a coloro che stanno cercando di risolvere le questioni relative alla restituzione delle somme, ma che ancora vivono in situazioni precarie. Inoltre, Iacono e Pitone fanno riferimento a un altro importante tema: quello della possibilità di ottenere il CAS anche per coloro che, pur essendo diventati proprietari dell’immobile danneggiato dopo il sisma del 21 agosto 2017, avevano già la residenza in quella casa al momento del terremoto. Fino ad oggi, l’accesso al CAS era garantito ai proprietari, ma i due presidenti del comitato sostengono che anche i nuovi proprietari, a seguito di eredità o altri passaggi legittimi, dovrebbero poter accedere al contributo, purché fossero residenti nella casa danneggiata al momento del sisma. Questo è un tema che sta creando non pochi dubbi, soprattutto per chi ha visto cambiare la propria situazione patrimoniale a causa di eventi successivi al terremoto.

Infine, la recente ordinanza speciale n. 8 del 24 aprile 2024, che ha fissato nuovi termini per la presentazione delle domande per la ricostruzione e la delocalizzazione degli immobili danneggiati, ha imposto dei nuovi limiti per l’accesso ai contributi, sospendendo i benefici per chi non ha rispettato i termini previsti. Questa decisione ha sollevato ulteriori preoccupazioni tra i cittadini di Ischia, che temono di vedersi esclusi dal processo di ricostruzione a causa di ritardi burocratici o di difficoltà nell’assolvimento delle pratiche richieste. In conclusione, i rappresentanti di Casamicciola Terme stanno lottando per una corretta interpretazione delle normative e per il riconoscimento dei diritti di chi è stato colpito dal sisma, chiedendo che non vengano introdotti nuovi ostacoli burocratici che finirebbero per penalizzare ulteriormente chi è già costretto a vivere in condizioni di emergenza.

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