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Casa Bianca, le verità di Maddalena Migliaccio

Dalla Redazione

ISCHIA. A poco più di un mese dall’ordinanza di custodia cautelare che di fatto rese di dominio pubblico l’inchiesta denominata “Free Market”, e dopo aver ascoltato l’avvocato Elena Nonno nella testimonianza resa  il 30 ottobre riportata ieri da “Il Golfo”, lo scorso 20 novembre i Carabinieri della Stazione di Barano su mandato del sostituto procuratore Giuseppina Loreto ascoltarono anche la signora Maddalena Migliaccio, proprietaria dell’albergo “Hotel Casa Bianca”, la struttura al centro di uno dei due filoni principali dell’indagine. La testimonianza della signora Migliaccio illustra i contrastati e alterni rapporti che la stessa ebbe a partire dagli anni ‘80 con l’avv. Giuseppe Di Meglio, il quale inizialmente era proprio il legale di fiducia della titolare della Casa Bianca. Anzi, fu proprio il noto professionista a suggerire alla propria assistita, ormai più di trent’anni fa, il nome del signor Raffaele Piro come possibile gestore della struttura. La signora Migliaccio nel corso della sua deposizione ripercorre le vicissitudini che colpirono lo stesso albergo, gravemente danneggiato da un incendio nel 1984, poco prima che il signor Piro ne assumesse la gestione, fino allo sfratto di qualche anno fa, quando la proprietaria vinse un lungo processo assistita dall’avv. Elena Nonno. Quest’ultima, secondo la Migliaccio, non avrebbe mai manifestato l’interesse personale a impossessarsi dell’immobile, come di recente paventato dall’avv. Maria Di Scala, difensore di Raffaele Piro nel procedimento di sfratto. Nelle dichiarazioni rese ai Carabinieri, Maddalena Migliaccio esclude anche un ipotetico interesse verso la struttura da parte dell’attuale sindaco di Barano, Paolino Buono. Uno dei punti critici della vicenda resta quello degli abusi edilizi realizzati nel corso degli anni, che da un lato hanno indotto la proprietaria ad adire le vie legali per rientrare in possesso dell’immobile, mentre dall’altro sono considerate come migliorìe dall’ex gestore Raffaele Piro, che ne chiede il risarcimento.

“..Premetto di essere la proprietaria di un immobile ubicato sulla spiaggia dei Maronti che per circa 30 anni è stato adibito ad albergo/pensione a nome “Hotel Casa Bianca”. Detto Albergo, dal 1985 è stato locato a tale Piro Raffaele che ha gestito detta attività fino al 2013, anno in cui a seguito di una causa civile da me intrapresa sono rientrata in possesso dell’immobile per inadempienza contrattuale, in quanto il Piro aveva commesso all’interno della struttura degli abusi edili senza la mia autorizzazione. In relazione a tutta la vicenda che mi vede coinvolta e che ho appreso dai giornali locali negli ultimi tempi ed in parte dal mio avvocato Dott.ssa Elena Nonno, ovvero di un tentativo di concussione nei miei confronti messo in atto da parte del Piro, ritengo che effettivamente tale comportamento scorretto va avanti da molto tempo sempre teso, con vari motivi, a deprezzare l’immobile di cui sono proprietaria per poi poterlo acquisire.

A.d.r. (A domanda risponde):  – Mi chiedete se il Piro ha mai fatto offerte per l’acquisto dell’immobile che rispondessero a criteri di mercato ragionevoli, vi posso garantire che tutte le offerte fatte dal Piro sia a me che al mio avvocato Elena Nonno non sono mai state congrue circa i prezzi di mercato. Tali offerte, specialmente quelle ricevute negli ultimi anni erano giustificate dal fatto che sull’immobile pendeva un’ordinanza di abbattimento emessa dall’UTC del Comune di Barano dell’intero immobile. Per una questione di principio non ho mai accettato di svendere l’immobile in parola. Voglio precisare che il Piro o i suoi rappresentanti non mi hanno mai fatto un’offerta di acquisto per iscritto ma le offerte ricevute sono sempre state effettuate verbalmente. Ancora che ultimamente sono stata citata in una causa civile dal Piro perché questi sostiene che devo restituirgli la somma di Euro 700.000 (settecentomila) circa per le migliorie apportate all’immobile e per altre motivazioni che ora non ricordo. Migliorie queste che in realtà non sono altro che gli abusi edilizi che mi hanno poi convinta a richiedere indietro l’immobile. Di fatti la somma che mi veniva proposta per l’acquisto era decisamente inferiore ai 700.000 euro che oggi mi vengono richiesti a titolo di risarcimento, infatti non mi è mai stato proposto più di 400.000 euro, il tutto solo a chiacchiere e senza nessuna garanzia.

A.d.r.: – Mi chiedete se conosco l’Avvocato Giuseppe Di Meglio, se è mai stato il mio Avvocato in passato. Voglio premettere che io e l’Avvocato Giuseppe Di Meglio siamo stati compagni di scuola in quanto abbiamo frequentato insieme forse le scuole medie. Nel 1982 ebbi bisogno di un avvocato per una causa penale nei confronti di tale Balestriere Sebastiano e scelsi lui come mio difensore. Nel 1984, l’immobile di cui abbiamo parlato in precedenza ovvero la “Casa Bianca” è stato oggetto di un incendio che lo ebbe a danneggiare in alcune parti. Prima dell’incendio avevo deciso con un ristoratore del posto di fare un accordo e gestirlo in una sorta di società di fatto. Nel 1985 a seguito dell’incendio l’Avv. Giuseppe Di Meglio mi convinse che forse era il caso di fittare l’immobile per realizzare una rendita e per far sì che chi lo prendesse in fitto, lo mettesse a posto e ciò anche ad evitare che il Comune mi potesse ordinare di ripristinare lo stato preesistente e che tale situazione mi portasse ulteriori esborsi di danaro. Poiché era un periodo in cui la mia famiglia aveva bisogno di soldi, accettai di porre in fitto il predetto immobile. Nell’occasione l’Avv. Di Meglio mi disse che vi era un bravo ragazzo a nome Piro Raffaele che era interessato a fittare la “Casa Bianca” e che avrebbe provveduto anche a ristrutturarla. Proprio in virtù del fatto che il Piro si accollò l’onere di ristrutturare l’immobile, a seguito dell’incendio, ebbi ad accordarmi per un fitto alquanto basso ovvero di circa 6 milioni di lire all’anno. Solo nell’anno 1998 ebbi a fare un nuovo contratto con il Piro nel quale si adeguava il canone a circa 800 euro al mese.

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A.d.r.: – L’Avvocato Giuseppe Di Meglio mi ha difeso in alcune cause, una tra queste nel 1987 un ricorso per farmi interdire da parte di una mia parente, in quanto sono proprietaria di diversi immobili in Ischia di cui probabilmente volevano appropriarsi. Io non essendo contenta del suo comportamento professionale ebbi a cambiare avvocato. Per tale ragione una volta che la procedura di interdizione non è andata a buon fine per chi l’aveva proposta, mi rivolsi al cognato di mio marito Avv. Buonocore, interrompendo i rapporti con l’Avv. Di Meglio.

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A.d.r.: – Sono al corrente che in alcune cause contro di me l’Avv. Giuseppe Di Meglio e la nipote Avv. Di Scala Maria Grazia difendono proprio Raffaele Piro. Ho letto dai giornale che anche nell’ambito del procedimento in cui mi state ascoltando il Piro è difeso da Giuseppe Di Meglio.

A.d.r.: – Mi chiedete se l’Avv. Elena Nonno, mia procuratrice, ha mai espresso l’intenzione di diventare la mia tutrice. Vi rispondo che mai in questi anni ho avuto sentore di tale circostanza. Anzi, voglio precisare che ho scelto di farmi difendere dall’Avv. Ugo Nonno e dalla figlia Elena poiché mio fratello defunto Migliaccio Salvatore era molto amico della famiglia Nonno e dunque nutro in loro una grande fiducia.

A.d.r.: – Mi chiedete se l’Avv. Ugo Nonno o l’Avv. Elena Nonno mi abbia mai chiesto di acquistare Casa Bianca. Vi rispondo assolutamente No. Se mi avesse fatto una cosa del genere immediatamente avrei revocato il mandato e cambiato avvocato. Mi chiedete se il Sindaco del Comune di Barano, Buono Paolino, abbia mai chiesto di acquistare Casa Bianca. Vi rispondo di no ed in particolare che non conosco tale persona. Uniche offerte le ho avute da altri imprenditori dei Maronti come la Famiglia Iacono e da un ex medico della ASL in pensione di Barano a nome Antonio Buono ma non sono mai andate in porto.

A.d.r.: – Mi chiedete se nelle ultime settimane ho ricevuto visite di persone da me non conosciute che mi parlavano della vicenda “Casa Bianca”. Vi confermo che circa un mese fa si presentava presso la mia abitazione di Ischia tale D’Antonio Michele che mi chiedeva un parere sull’operato dell’Avvocato Maria Grazia Di Scala a suo dire incolpevole nella vicenda. Io poiché avevo inteso che lo stesso cercava di carpire informazioni, non ho commentato in maniera negativa l’operato della predetta persona anzi ho elogiato il suo comportamento e ho cercato di metterlo alla porta. Lo stesso dopo aver fatto due chiacchiere è andato via senza problemi”.

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