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Natale con chi vuoi, Capodanno… dove vuoi

Di Guglielmo Talierico

PROCIDA – Festività natalizie all’insegna della sobrietà quelle vissute sull’isola di Graziella e che,  nonostante le condizioni meteo siano state del tutto eccezionali per il periodo, secondo alcuni osservatori, hanno visto la presenza piuttosto fiacca di turisti, tant’è che la gran parte dei locali isolani, la sera del 31 dicembre, ha rinunciato all’organizzazione del tradizionale veglione.

Se vogliamo, invece, si vede ulteriormente confermata la tendenza per la quale molti procidani si allontanano dallo scoglio con numerose comitive partite alla volta della vicina isola d’Ischia o per la terraferma con mete più gettonate Napoli, Salerno, Caserta e così via per tutta Italia e non solo. Attraverso facebook, infatti, oltre ai tanti messaggi di auguri e immagini di tavole imbandite, riunioni familiari e raduni di amici, sono state postate foto provenienti da diverse piazze o da concittadini che hanno assistito impauriti, e per fortuna senza subire danni, all’incendio di un edificio adibito ad hotel e residence a Dubai, per la cronaca conclusosi con un  bilancio di un morto per infarto e 15 feriti, posto in prossimità del Burj Khalifa, che con i suoi 828 metri di altezza è stato comunque al centro di un triplice e fantasmagorico spettacolo pirotecnico con 1,6 tonnellate di fuochi di artificio che per sette minuti ha salutato l’ingresso del nuovo anno.

Ritornando alle cose di casa nostra alcuni particolari portano a pensare, quindi, che qualche modificata bisogna apportarla nel prossimo futuro, casomai con un l’organizzazione di un Capodanno in Piazza con tutti gli annessi e connessi, luminarie e un cartellone degli eventi più accattivanti che, da un lato, sappiano ravvivare e ridestare l’animo dei procidani così come, dall’altro, essere da traino per attirare visitatori e turisti, in modo tale che le attività commerciali, in un periodo dell’anno piuttosto freddo dal punto di vista delle entrate, possano avere una boccata di ossigeno in attesa delle festività pasquali.

Partendo da ciò, fa un certo effetto leggere i dati allarmanti presentati dalla Confesercenti nei giorni scorsi, secondo la quale in Campania nell’anno appena concluso sono state oltre 6mila le imprese costrette a chiudere a causa di una crisi ancora imperante. Dal dicembre 2014 allo stesso mese di quest’anno, infatti, ci sono state 6106 imprese (solo a Napoli 3090) che hanno cessato la loro attività (del commercio al dettaglio), a fronte di 3756 nuove iscrizioni. Una percentuale preoccupante giacché – in sostanza – per ogni nuova attività che nasce, ne muoiono due. «Il nostro è un grido d’allarme serio e netto – ammonisce Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Napoli e Campania -. Dov’è lo Stato? È assente, senza dubbi. E invece è chiamato a intervenire, in modo tempestivo e deciso. In questo momento di crisi non è possibile sostenere il 60% di tasse. È impensabile che le nostre imprese sostengano costi di gestione e lavoratori con il 40% del fatturato, senza dimenticare che nel 2016 sono previsti ulteriori aumenti di luce, gas e acqua. I nostri affiliati, gli esercenti e le imprese, sono sempre più deboli. Lo Stato intervenga. Il premier Renzi non può pensare di ridurre nel 2018 le tasse, deve farlo prima: di questo passo tra tre anni ci sarà la cessazione attività di altre 20mila imprese, con oltre 100mila lavoratori che saranno disoccupati, alzando ulteriormente il tasso di disoccupazione in Campania e al Sud. A quel tempo – conclude Schiavo – il malato sarebbe agonizzante, bisogna intervenire per “curarlo” prima».

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Lo studio della Confesercenti rileva, in generale, che in Campania hanno chiuso circa il 15% di imprese del commercio al dettaglio dell’intera Italia e il 25% del comparto Sud e Isole. Nel contempo nella nostra regione c’è stato solo il 17% di iscrizioni di nuove attività. A mantenere il segno positivo sono la ristorazione (+3,1% a Napoli, 2,8% in Campania), edicole e giornali (+15,7% a Napoli, +9,2% in Campania) e soprattutto il commercio via internet, che registra  un’impennata di iscrizioni di imprese nella nostra regione (+ 21,6% rispetto a dicembre 2014) con boom a Napoli (+28,2%).

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