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Casamicciola e il giallo del furto “coniugale”

CASAMICCIOLA TERME – Una vicenda che ha davvero dell’incredibile e non certo per l’episodio che si è verificato né tantomeno per la dinamica dello stesso. In fondo, i furti di appartamento o anche nelle attività commerciali sono diventati un fenomeno sempre più frequente anche sulla nostra isola, dove fino ad una ventina d’anni fa davvero si poteva lasciare la chiave di casa sulla porta d’ingresso o dormire con le finestre aperte anche se si abitava a fronte strada. I tempi cambiano e nessuno si meraviglia più di quello che accade con puntualità spaventosa anche sul nostro più o meno ameno scoglio. Ma la storia che ci apprestiamo a raccontarvi è quella di un furto molto particolare, sempre che di furto si possa parlare, perché dall’indagine condotta davvero a tempo di record dalle forze dell’ordine pare proprio che l’operazione sia stata pianificata addirittura dalla legittima consorte del derubato, che di fatto avrebbe svolto le funzioni di basista.

Tutto ha inizio nella tardissima serata di venerdì. Ci troviamo in località Borbonica, nella zona della strada che ricade ancora sul territorio del Comune di Casamicciola. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, due persone accedono all’interno di un deposito situato a fronte strada all’interno del quale ci sono una serie di apparecchiature acustiche ed elettroniche. Che, presumibilmente attraverso l’utilizzo di un grosso mezzo di trasporto, vengono caricate a bordo dello stesso, con l’immobile che viene così svuotato di gran parte del contenuto. La successiva attività investigativa dei carabinieri della Compagnia di Ischia e della Stazione di Casamicciola, chiariranno un particolare. Al momento in cui due persone – un uomo ed una donna – hanno fatto ingresso nel deposito, le stesse si sono premurate anche di staccare la corrente, per fare in modo che le videocamere di sorveglianza poste all’esterno della struttura non potessero riprendere quanto stava accadendo. Elettricità che poi è stata riaccesa quando ormai tutto era finito. Nella mattinata di ieri l’uomo si è accorto che le sue apparecchiature non c’erano più e si è subito recato a sporgere regolare denuncia contro ignoti presso la caserma dell’Arma.

Ed è in questo momento che una precisa ricostruzione dei fatti diventa alquanto complessa, anche perché nulla trapela da fonti ufficiali ed investigative. Sembra però che i carabinieri abbiano acquisito i filmati di videosorveglianza – dove – a parte il momento in cui a causa del black out le riprese si interrompono, si notano un uomo e una donna entrare nel deposito. E la donna, incredibile, ma vero, è proprio la moglie di colui che ha denunciato il furto. Tutti in caserma a fasi alterne ed alla fine in attesa di ulteriori accertamenti, i militari trattengono la merce presso i propri uffici, per vederci più chiaro. Anche perché la moglie spiega che l’immobile nel quale è entrata è di sua proprietà e che le apparecchiature venivano utilizzate per svolgere attività lavorative attraverso una società a lei intestata, mentre il marito rivendica il fatto che i macchinari siano stati acquistati in epoca precedente e da lui stesso, e non dall’azienda sorta successivamente. Insomma, un bel casino, nel quale sembra pure che ci sia stata anche una denuncia all’autorità giudiziaria. Il materiale, manco a farlo apposta, è stato rinvenuto a casa di un terzo soggetto, ed anche questo diventa una sorta di giallo.

Secondo alcune indiscrezioni, infatti, pare che l’uomo abbia fornito una spiegazione agli inquirenti, sostenendo che lui si era messo d’accordo per noleggiare le apparecchiature in questione per un determinato periodo, mettendosi d’accordo con la moglie di colui che si ritiene derubato. E, addirittura, ci sarebbe anche un documento fiscale che accerterebbe l’avvenuto fitto di questi macchinari elettronici. Tra l’altro, il noleggiatore sostiene di non aver mai pensato di commettere una qualsivoglia irregolarità né un furto o cos’altro, riconoscendo nella donna non soltanto la proprietaria dell’immobile – e dunque assolutamente legittimata ad entrarvi ed uscirvi ogni qualvolta lo ritenesse opportuno – ma anche l’intestataria della ditta e dunque di conseguenza anche la proprietaria delle apparecchiature della discordia. Nel frattempo, queste ultime come detto restano in caserma in attesa di fare luce su una vicenda che presenta molti lati oscuri e soltanto una certezza, quella di un episodio figlio anche di una situazione familiare che ha portato di fatto ad una rottura coniugale. E che forse per questo, prima ancora che per ogni altro motivo, merita di essere analizzata nei minimi dettagli, proprio perché l’astio ed il rancore che i due contendenti si trasciano nella quotidianità potrebbe ritorcersi anche su faccende straordinariamente serie come questa. Che, per ovvi motivi, rischia di finire davanti ad un tribunale chiamato ad accertare responsabilità per reati che, se ipotizzati, potrebbero anche non essere di poco conto.

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