Casamicciola e la frana, perché non si spala un metro di fango
Ferma la rimozione dei detriti, i siti di stoccaggio temporanei sono già pieni e i siti cuscinetto tardano ad essere individuati. Un’emergenza nell’emergenza con 12 mila container da smaltire. Un affare da 10 milioni di euro “solo andata” sulle rotte del golfo di Napoli, non basterebbero nemmeno i primi fondi stanziati. E allora…
DI IDA TROFA
Mentre di discute di temporaneità, allerta, paure e morte. C’è un’emergenza nell’emergenza alluvione 2022. Il tema dei temi resta lo smaltimento e le opere a farsi per liberare il paese dai residui del disastro del 26 novembre scorso. Senza non si può programmare gli interventi urgenti ed il piano di messa in sicurezza che porterà il paese oltre la sciagura. Isolani condannati ad evacuazioni costanti. Siamo quasi a due settimane e questa rappresentava già la vera emergenza, mentre ancora si scava nel fango del Celario per cercare i dispersi, quando si celebrano i funerali delle vittime.Una gestione caotica ed assurda dell’emergenza che non fa che aumentare le incertezze ed addensare nubi sul futuro delle comunità colpite. Da giorni è tutto fermo. Il lavoro dei Vigili del Fuoco e degli operai della protezione civile e volontari intervenuti sul territorio non va avanti. Non si muove un metro di fango da strade e canali ostruiti.Si attendono ordini “dall’alto” per fare, per portare a deposito l’indefinita quantità di fango e detriti. Non c’è modo di staccarli ad Ischia. Figurarsi di smaltirli secondo gli standard italiani.La situazione del territorio, e non solo, è più che critica. Se non funzionano le infrastrutture, l’ingranaggio della poderosa, quanto inconcludente, macchina dell’emergenza (lo Stato che finanzia o Stato) è ferma, mentre il paese lentamente muore rinchiuso nei confini dell’ultima zona rossa.
LE COLONNE ROSSE DEI VIGILI DEL FUOCO SONO FERME
9 camion dei vigili del fuoco modello 430 per circa 17 metri cubi di capienza sono fermi in attesa di ordini e siti di destinazione.Sulla via Borbonica tra Casamicciola Terme e Lacco Ameno ogni tanto sfrecciano i bisonti della ”Granillo Autotrasportatori” che smuovono le montagne muniti di secchiello e cucchiaino. Per carità! Le colonne rosse dei pompieri, quelle che macinano il fango e muovono le montagne,anche quelle di una valanga da 100mila metri cubi (stima iniziale degli addetti ai lavori ndr)che ha ucciso i figli di Casamicciola,stazionano con il loro peso, 150 metri cubi, di fango e detriti, da giorni, sono in attesa di conoscere la loro destinazione. E’ la quasi paralisi. Sono ancora 150 i vigili del fuoco destinati al fango della frana. La loro operatività avrebbe potuto favorire le operazioni delle squadre, impegnate anche nell’assistenza alla popolazione per il recupero di beni nelle case. Eppure sono in gran parte fermi. Il meccanismo dell’emergenza si è già inceppato dopo essere avanzato a fatica. Fermi i vigili del fuoco, la protezione civile i volontari.
EMERGENZA SMALTIMENTO DEI FANGHI
Che lo smaltimento dei fanghi e dei residui alluvionali sarebbe diventato un problema, non era una ipotesi, era la certezza di una emergenza nell’emergenza, sin dal primo giorno per un territorio come Ischia. I fanghi dell’alluvione di Casamicciola del 2019 sono ancora ammassati nell’immobile Santa Maria della Misericordia dell’Ente Morale Pio Monte. Qui è stata portata, da Protezione Civile, Vigili del Fuoco e ditte private, anche una prima piccolissima parte dei milioni e milioni di metri cubi caduti dal Monte Epomeo il 26 novembre scorso. Il “Pio Monte” di Casamicciola Terme è pieno in ben tre aree parcheggio: Le pinete, il parcheggio antistante le pinete e persino al lato del parcheggio “giostrine” dell’ex complesso sul litorale di Ischia (per circa 15 mila metri quadri di spazi complessivi ). Chiusi anche i siti di stoccaggio di Cavallaro, una zona tra i comuni di Lacco Ameno e Forio. Qui nessun degli uomini in divisa o degli operai specializzati può più scaricare. A Ischia è già crisi per gli interventi di emergenza.
POCHE DEROGHE AL COMMISSARIO PER AGIRE SUI FANGHI
L’ordinanza del capo della protezione civile n.948 del 30 novembre firmata da Fabrizio Curcio, d’altronde, concede “buone” deroghe al delegato Giovanni Legnini per i lavori per il piano degli interventi urgenti a farsi per superare l’emergenza, poche invece quelle per il trattamento dei fanghi, comunque tutte cose tipiche di un’emergenza. Caratterizziamo e smaltiamo con razionalità prima che i fanghi puliti diventino rifiuto. L’appello ora è alle istituzioni affinché si comprenda la necessità di razionalizzare e pianificare lo smaltimento dei depositi alluvionali, prima che diventino rifiuti, preda delle ecomafie e degli speculatori. Tra tre mesi questi depositi, anche i depositi puliti, ben caratterizzati ed analizzati, riutilizzabili per il rinascimento e la salvaguardia delle coste, diventeranno rifiuti speciali. Difficili da smaltire e con costi elevatissimi che ricadranno ancora sulle comunità. Difficili da portare lontano dall’isola il cui territorio è di fatto limitato. L’aree di deposito sono già sature.Completi i siti emergenza per i fanghi non si può più scavare e senza scavare e portar via detriti non si può mettere in sicurezza o prevedere una nuova normalità. Caratterizzato bene, oggi, questo deposito, poteva essere usato a protezione delle coste. Intanto nel mentre non si lavora a monte e a valle per rimuovere fanno e detriti nel tratto di mare antistante il porto di Casamicciola Terme sono state installate delle panne assorbenti anche per evitare che i detriti invadano la bocca del porto. Il fondale del secondo scalo isolano comperato già di fango, il livello, si stima, sia salito di oltre 50 centimetri. I controlli sulle variazioni batimetriche proseguono.
LE DEROGHE, L’ORDINE A CURCIO E I MATERIALI LITOIDI E VEGETALI DI LEGNINI
Proviamo a rendere un focus sull’Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile n. 948 del 30 novembre 2022, recante: “Primi interventi urgenti di protezione civile in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici verificatisi nel territorio dell’isola di Ischia, a partire dal giorno 26 novembre 2022.”. All’Articolo 5 della stessa ordinanza sulla Gestione dei materiali litoidi e vegetali rimossi dal demanio idrico, compreso il demanio lacuale, per interventi diretti ad eliminare situazioni di pericolo e per il ripristino dell’officiosità dei corsi d’acqua, possono essere ceduti, previo nulla osta regionale e senza oneri, al comune territorialmente competente per interventi pubblici di ripristino conseguenti alla situazione generata dall’evento, in deroga all’articolo 13 del decreto legislativo 12 luglio 1993, n. 275.Previo nulla osta regionale, inoltre, i materiali litoidi e vegetali possono essere ceduti, a compensazione degli oneri di trasporto e di opere, ai realizzatori degli interventi stessi, oppure può essere prevista la compensazione, nel rapporto con gli appaltatori, in relazione ai costi delle attività inerenti alla sistemazione dei tronchi fluviali con il valore del materiale estratto riutilizzabile, da valutarsi, in relazione ai costi delle attività svolte per l’esecuzione dei lavori, sulla base dei canoni demaniali vigenti. Per i materiali litoidi e vegetali asportati, il RUP assicura al Commissario delegato la corretta valutazione del valore assunto nonché dei quantitativi e della tipologia del materiale da asportare, oltre che la corretta contabilizzazione dei relativi volumi. La cessione del materiale litoide può essere effettuata a titolo gratuito anche a favore di Enti locali diversi dal Comune. Ai materiali litoidi e vegetali rimossi per interventi diretti a prevenire situazioni di pericolo e per il ripristino dell’officiosità dei corsi d’acqua e della viabilità non si applicano le disposizioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 13 giugno 2017, n. 120, le quali trovano applicazione ai siti che, al momento degli eventi calamitosi in rassegna, erano soggetti a procedure di bonifica ambientale dovuta alla presenza di rifiuti pericolosi, tossici o nocivi idonei a modificare la matrice ambientale naturale già oggetto di valutazione da parte della regione o del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. I litoidi che insistono in tali siti inquinati possono essere ceduti qualora non presentino concentrazioni di inquinanti superiori ai limiti.Il Commissario delegato o i soggetti attuatori, ove necessario, possono individuare appositi siti di stoccaggio provvisorio ove depositare i fanghi, i detriti e i materiali anche vegetali derivanti dagli eventi di cui in premessa, definendo, d’intesa con gli Enti ordinariamente competenti, le modalità per il loro successivo recupero ovvero smaltimento in impianti autorizzati, anche con oneri a carico delle risorse emergenziali. Alla raccolta e al trasporto dei materiali si può provvedere ai sensi della norma con le modalità e avvalendosi delle deroghe di cui all’articolo 3 della ordinanza diprotezione civile che nomina Legnini. Ai predetti materiali, qualora non altrimenti classificabili in base alla loro natura, potrà essere attribuito il codice CER 20 03 99 “rifiuti urbani non specificati altrimenti”, fermo restando, ove applicabile, l’avvio a recupero delle frazioni utilmente separabili, in particolare dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) e dei rifiuti ingombranti.Il Commissario delegato può autorizzare i gestori del servizio idrico integrato allo stoccaggio e al trattamento presso i depuratori di acque reflue urbane, nei limiti della capacità ricettiva degli impianti, dei rifiuti liquidi e fangosi derivanti dagli eventi di cui in premessa conferiti tramite autospurghi, con le modalità e avvalendosi delle deroghe di cui all’articolo 3 della presente ordinanza, a condizione della compatibilità di tali rifiuti con le caratteristiche tecniche e le modalità gestionali degli impianti. ARPA Campania fornirà supporto per la corretta attuazione di quanto previsto dal presente articolo.
LE TRE DIREZIONI DELLA GESTIONE COMMISSARIALE
La gestione commissariale si stamuovendo in tre direzioni per superare la fase di emergenza – lo ha detto il commissario Legnini – innanzitutto garantire la sicurezza dei cittadini, quindi proseguire il monitoraggio in corso da parte dell’università di Firenze, quindi l’organizzazione della rimozione dei fanghi. Occorrerebbero 12 mila viaggi, container per rimuovere la grossa mole e il trasporto di tutto il materiale. Sono in corso negoziazioni con l’Arpac ed altre agenzie regionali per il riuso delle rocce e della terra”. Entro sabato si doveva formalizzare l’utilizzo dei siti di stoccaggio individuati sull’isola. Siamo a lunedi e dei siti non si ha ancora contezza. Le ipotesi di usare il piazzale ANAS, un sito a Forio in località Casale e le opzioni Barano è Lacco Ameno zona 167 sono in alto mare. Insieme alle agenzie competenti, la gestione emergenziale, parla, ma non attua, operazioni virtuose per lo smaltimento ed il riutilizzo dei detriti. Già con la stima di 12.000 container si giunge ad una cifra di 4 milioni ed 800 mila euro solo di trasporto via mare con viaggi ordinari, il doppio, ovvero 9milioni e 600mila euro con trasporto battente bandiera rossa. Solo andata, senza considerare l’eventuale ritorno su Ischia. Già questo, il traghettaggio, rende l’idea di come fra noleggio degli automezzi per il movimento terra, impiego di manovalanza, costi di carburante, e conferimento nelle discariche autorizzate, ogni carico supererebbe di poco i 2.000 euro.
La cosa più semplice ma più dannosa per l’ambiente– lo ha detto lo stesso Giovanni Legnini- sarebbe quella di traghettarli lontano dall’isola. Abbiamo individuato tre nuovi siti di stoccaggio. Si attendono le autorizzazioni alle ordinanze dei sindaci. Legnini: Rocce e terra buona da riutilizzare in sito a km0 e sui tempi si attendono gli esiti delle consultazioni con gli enti attuatori. Al palo le opzioni per il riuso dei materiali. Le rocce per il riutilizzo in sito. Ad esempio per i muri a secco ed altre attività da farsi.La terra buona per operazioni virtuose, ivi compreso il ripascimento dei tratti di costa. Senza contare lo smaltimento del legname che potrebbe essere usato per opere di ingegneria naturalistica. Entro sabato erano attese le ordinanze dei sindaci di Lacco Ameno e di Forio e del commissario di Casamicciola sui siti e, con qualche interrogativo anche del sindaco di Barano. Intanto si staridefinendo l’impegno attuativo dell’Amca – l’azienda partecipata di Casamicciola quale soggetto attuatore sullo smaltimento dei detriti ha alzato le mani chiedendo aiuti ed un altro soggetto attuatore pubblico. Occorrerà attendere quindi le prossime settimane per capire se Legnini, con l’appoggio dei sindaci isolani e con i pochi poteri speciali di intervento attribuiti dal governo, riuscirà ad avviare questo percorso, attuando una soluzione che sia realmente virtuosa.
un pò di fango lo butterei per attappare un pò quel buco “abusivo” che la “forestale” ha creato nel bosco di casamicciola località castiglione
Perche con tanta terra non fate come al eliporto cioè invece di un prato fate dopo aver incanalato la fogna sulla spiaggia dell ancora un parcheggio macchine che casamicciola ne ha bisogno