CULTURA & SOCIETA'

C’era una volta il “munastero”, ma non è una favola

Il versante meridionale della “montagna sacra” o “monte forte”

La storia dell’Epomeo ha inizio con la gente che vi abitò, sin dal terzo secolo a. C. Il geografo Strabone chiamò la vetta “in insula collem cui nomen Epomeo” e Plinio la chiamò “Epopon”, da cui si gode l’eccezionale panorama. Nella parete verdognola fu scavata la chiesetta dedicata a San Nicola di Mira (Turchia)- col “sepolcro dei fratelli”-, il santo dei cenobi e delle cattedrali. E a fianco al tempietto l’eremo con le cellette e una piscina d’acqua freschissima. Ma più giù c’è pure Buonopane (Moropane: un documento del 9.01.1506 del notaio Mario De Madio ove si parla della “caratteristica sagoma di un molino a Terzana”; greco “maleinv”=andare, venre) e il suo fortunato passato con la sorgente di Nitrodi, fons juventutis, e i ritrovamenti archeologici nel 1757 di ex voto dedicati al dio Apollo e ninfe Nitrodi. Per assicurarsi lassù un comodo periodo di cura bisognava che il vicino abitato disponesse di adeguate attrezzature logistiche: “Ci auguriamo –scrive il celebre archeologo don Pietro Monti- che le autorità competetenti possano intervenire per tempo, onde evitare che l’area archeologica di Nitrodi e Toccaneto vada compromessa dall’incuria degli uomini”. Purtroppo ! Sull’area archeologica di Toccaneto si è constatato che l’antico villaggio romano sopravvisse fin dopo il periodo bizantino. L’ipotesi che lassù sia stato eretto dai benedettini un MONASTERO o EREMO (distinto da quello della cima di San Nicola), che facesse perno all’insediamento medioevale, si fonda su ragioni persuasive (reperti conservati dal bravo Pr

Arroco don Franco Mattero). I BENEDETTINI per l’evangelizzazione morale della zona si stabilirono presso nuclei esistenti ed accoglienti (per es. sopravvissuto topònimo “Chiano San Paolo”). Verso la fine del 1300 i Benedettini abbandonarono l’isola e la loro partenza favorì l’arrivo dei Frati Agostiniani di S. Maria della Scala d’Ischia, i quali possedevano nelle campagne di Murpano un abbondante patrimonio terriero. Il monastero era anzitutto luogo di pace: l’uomo medievale viveva in una società ben poco rassicurante tra guerre di potenze dell’epoca (Spagna, Francia, Germania, scisma d’Oriente e Occidente) che si scontravano spesso proprio sul nostro territorio, le temibili incursioni islamiche, epidemie come la peste e carestie. Mancava la certezza del domani. Ecco perché la gente cercava sicurezza e protezione nei monasteri e quello benedettino a nord di Buonopane garantiva per la sua posizione strategica in collina, tra cavoni come il ponte di Nitrodi, vegetazioni e colture, abbondanza di acque come Nitrodi e Buceto: querce con ghiande, carrubi, fichi d’India, castagne e gli stessi rovi assicuravano fecondi pascoli agli allevamenti. Ai monaci era sconosciuta l’angoscia del futuro perché producevano col lavoro tutto i fabbisogno (sull’isola e sulle coste anche il sale, scuola, infermerie); ricevevano donazioni da ricchi fedeli; offerte dai pellegrini; producevano pergamene e registri parrocchiali (foto scrivente) oggi unici documenti anagrafici, storici. Insomma, la pace dei monasteri attirava, secondo le proprie abilità, ad arare, zappare, curare le bestie, cucinare o più impegnativi come scolpire, dipingere, fabbricare oggetti in zone anche ricche di argilla. San Benedetto (Norcia 480 – Montecassino 21.03.547) fu proclamato pertanto PATRONO d’EUROPA il 24.10.1964 dal Papa San Paolo VI a riconoscimento della sua benemerita Opera.

Ancora oggi in molte Chiese si venera incastonata al muro d’ingresso la “Medaglia di San Benedetto” ideata dal Papa Benedetto XIV col “Breve”del 1742 con Indulgenza: la Croce elevata al Cielo; sulla sinistra il Libro aperto della Santa Regola; sull’altare il serpente distrutto uscente dal calice; un corvo che sottrae al Santo pane avvelenato dai suoi avversari. Le celebri Regole: “Ora et labora”, perché la Chiesa era il cuore del Monastero (o abbazìa dal superiore “abba”0padre) col dormitorio e preghiera collettiva otto recitazioni ogni tre ore di giorno e di notte per cantare i Salmi: il tempo dedicato al sonno era scarso; c’era la cantina; la cisterna; le scuderie (come al monastero di San Costanzo); “Stabìlitas loci”, cioè obbligo di risiedere per tutta la vita nello stesso monastero contro il sospetto vagabondaggio; “Conversatio”: buona condotta morale, pietà reciproca e obbedienza all’ABATE . Famoso fu per la Chiesa Cattolica il Monastero benedettino di Cluny in Francia da cui uscì Ildebrando di Soana (Papa San Gregorio VII). I Vescovi (dal greco “epiìskopos”=sorveglianti), anche feudatari, dimoravano in città, mentre al di fuori delle città sedi del Vescovo, si erano venute formando le nuove piccole unità della Cristianità occidentale: LE PARROCCHIE (greco “pàroikos”limitrofo), villaggi sempre in una posizione dominante con la torre o baluardi di difesa e avvistamento (ad es. tuttora esistente guardianìa accanto al “Cantone della Sparaìna”sul Buttavento e sul “Gottaviello”da greco”goetèuo”=affascinante) e la Memoria della danza della ‘Ndrezzata. Era diffuso l’affresco sui muri perché il popolo era analfabeta e ignorava il latino. E la fedele Fontana fu “prima insulana paroecia (parrocchia)”nel 1364, S M della Mercede -La Sacra, con mons. Bussolari (Icona incoronata l’8 settembre del 1920 dal grande Arcivescovo baranese, Servo di Dio, mons. Giovanni SCOTTI (1874-1930), in una delle sue venute a Piedimonte dalla diocesi di Cariati-Rossano. (continua)

*Pasquale Baldino – Responsabile diocesano Cenacoli Mariani MSM; docente Liceo; poeta; emerito ANC-Ass Naz Carabinieri (e-mail: prof.pasqualebaldino@libero.it)

Ads

Articoli Correlati

5 1 vota
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex