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Il remake – Pasqua e la nevicata del 2001

ISCHIA – Da sempre rappresenta lo start della stagione turistica e dunque di conseguenza l’arrivo della bella stagione. E’ associata, pur con tutte le incognite del caso, a temperature miti e primaverili e magari a un bel sole, in particolare quando si tratta di celebrare la Pasquetta. Ma la Pasqua ischitana fu caratterizzata, tre lustri orsono, anche da un evento che difficilmente potrà essere dimenticato: ci riferiamo alla neve che cadde nel 2001, e che finì con l’imbiancare le zone alte dell’isola verde, in particolar modo il Monte Epomeo. Uno scenario inusuale per il nostro territorio, magari più natalizio che non pasquale, che rimase impresso a tanti, tantissimi turisti che non si persero d’animo e pur essendo rimasti orfani del sole decisero in quella giornata di recarsi in alta quota ed immortalare il loro soggiorno ischitano con una cornice davvero più unica che rara, quasi incredibile. Un ricordo che come detto in tanti si portano ancora dietro al punto che, proprio nell’imminenza della Pasqua 2016, sul sito specializzato meteolivenews il sig. Vincenzo Capezza ha ricordato e raccontato quell’esperienza, definita davvero emozionante, vissuta in compagnia del figlio nel corso di una vacanza che evidentemente – nonostante tutto – gli è rimasta bene impressa soprattutto per quanto riguarda il fascino e la suggestione che gli regalò. Un fenomeno che ovviamente da allora non si è più ripetuto e che per la verità difficilmente potrà ripetersi ancora in futuro. E forse proprio questo rese tutto straordinariamente più magico, forse proprio perché irripetibile. Ecco il racconto di Capezza, che tra l’altro dimostra – dal punto di vista delle conoscenze meteorologiche – di essere anche un esperto del settore.

“Al mattino il cielo era coperto, la temperatura di 11°C. Nonostante le previsioni annunciassero l’imminente arrivo di precipitazioni e di un abbassamento della temperatura per il sopraggiungere di un fronte freddo, ero deluso e convinto che al più, l’episodio si sarebbe concluso con un po’ di pioggia. Verso le ore 11 sono infatti iniziate le precipitazioni a Casamicciola. Man mano il vento è girato a NNE e la temperatura è scesa prima ai 9°, poi a 8°, poi, verso le ore 14, a 7°. Nel primo pomeriggio mentre mio figlio, insieme a mia madre, mia sorella e mia cognata, con qualche mio estemporaneo intervento, traduceva dal latino un brano di Seneca, io andavo ogni 5 minuti nella mia camera a controllare il termometro, anche perché la temperatura stava man mano scendendo prima a 6°, poi a 5,5° e infine a 4,5°. Ho immediatamente telefonato ad un mio amico che abita sul Monte Epomeo ed ho saputo che stava nevicando. A questa meravigliosa notizia, io, mio figlio, ci siamo precipitati verso Fontana. A Forio pioveva forte e le strade si erano trasformate in ruscelli, ma già alla salita di Monterone, iniziava l’acqua stretta ed al Ciglio vi erano i primi splendidi fiocchi di neve. Abbiamo fermato l’auto alla fine della strada militare ed io e mio figlio ci siamo avviati a piedi sul sentiero verso la cima dell’Epomeo, mentre gli altri avevano deciso di aspettarci lì. L’atmosfera era fantastica, nuvole basse in un cielo grigio, i castagneti con un tappeto di neve, due coniglietti selvatici, che stupiti all’arrivo di esseri umani, fuggivano perplessi nel bosco, i fiocchi che cadevano sempre più grandi e soffici. Non avevo pensato di arrivare in cima al monte, ma l’entusiasmo di mio figlio che mi incoraggiava ad andare un poco avanti, ci ha spinto sempre più in su senza mai fermarci. Arrivati alla Chiesa di San Nicola in cima, mi sembrava di essere in un posto fuori dal tempo e dal mondo. La Chiesa con la facciata dipinta di fresco, come non l’avevo mai vista prima, il silenzio assoluto che regnava, la scarsissima luce per l’ora tarda e per le nuvole che navigavano intorno a noi, i fitti e magici fiocchi di neve, il resto dell’isola sotto di noi, nascosto dalle nuvole, la completa solitudine, tutto contribuiva a dare la sensazione di crepuscolo boreale in un paese nordico. Sulla cima poi, il vento da Nord ci ha investiti con il suo carico di neve, con il suo profumo e con la sua forza. Ci siamo dimenticati di tutto e di tutti, felici. Al ritorno poi, cercando di non scivolare sul tufo quasi ghiacciato, la fioccata era meravigliosa, con larghe e candide falde che volteggiavano nell’aria prima di posarsi sul terreno. Per mio figlio, che aveva quasi 16 anni (nel 2016 ora 31), era la prima volta che vedeva la neve cadere a Ischia e per me è stata la volta più bella perché avevo lui con la sua gioia e il suo entusiasmo accanto a me”

 

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