CRONACA

Casamicciola, il depuratore e i validi motivi per un “dietrofront”

La terza parte della lunga e dettagliata relazione dell’ing. Peppino Conte che evidenzia anche una serie di interventi che negli ultimi tempi abbiano evidenziato come ci siano soluzioni alternative e meno “invasive”

DELL’ING. GIUSEPPE CONTE

Il progetto, tenendo conto di quanto affermato dal RTPTECNOSISTEM S.p.A. (mandataria) nella Relazione Generale, allo stato attuale, non può essere considerato fattibile, sia dal punto di visto Tecnico che Economico. Comunque, qualora si volesse effettivamente costruire il depuratore così come previsto nel progetto di fattibilità, per la sua realizzazione occorrerebbero tempi lunghissimi sia per le successive fasi di progettazioni sia per l’esecuzione dell’opera con costi molto alti ed interventi, non previsti in progetto, che andrebbero ad incidere sull’intero ecosistema della zona senza alcuna certezza della loro concreta esecuzione, in quanto per questi ulteriori interventi bisognerebbe predisporre i relativi Progetti di Fattibilità Tecnica ed Economica, visto che il sito di intervento è soggetto a pericolosità con rischio frane e tracimazione/inondazione come da Piano Difesa Coste non evidenziato nel Documento di indirizzo alla progettazione. In Considerazione che l’attuale situazione, resa ancora più grave dall’inevitabile ritardo nel porre in essere gli interventi necessari, rappresenta un elemento negativo, non solo per il benessere e la qualità di vita dei cittadini residenti ma anche per l’ambiente e l’immagine turistica dell’isola d’Ischia, la cui economia è da sempre legata al settore turistico, è improcrastinabile, nelle more della realizzazione del progetto complessivo, intervenire sull’impianto sito in corrispondenza dell’incrocio con via S. Girardi e Corso Luigi Manzi, a Casamicciola Terme e sull’Impianto in località “Capitello” a Lacco Ameno, sostituendo le condotte sottomarine ormai vetuste, e prima di immettere i reflui nelle condotte, procedere a trattamenti preliminari di grigliatura, dissabbiatura, disoleazione, disinfezione e, alla bisogna, sedimentazione primaria. Del resto, i manufatti (impianti di depurazione) esistenti nei due comuni, costruiti (fra il 1982 e il 1987), che oggi hanno solo la funzione di immissione delle acque di fogna nella condotta sottomarina a seguito di sollevamento, dotandoli delle necessarie attrezzature, sono stati progettati e realizzati con dimensioni planimetriche e altimetriche tali da consentire il trattamento Primario.

“Di contro, gli impianti di depurazione, pur essendo indispensabili per la mitigazione degli impatti dei reflui urbani e soprattutto per quelli industriali, presentano rispetto alle condotte sottomarine: tempi lunghi per la realizzazione; costi notevoli; gestione assidua, complessa e onerosa; produzione di fanghi residui, in notevole quantità, da smaltire separatamente; impatto notevole in termini di CO2 prodotta, nelle varie fasi di realizzazione e gestione routinaria”.

“Nella realtà dell’isola d’Ischia la problematica relativa alla depurazione è resa più complessa dalla mescolanza dei reflui urbani con gli scarichi termali, preziosa risorsa locale, che, se non condottati separatamente, rendono inefficienti gli impianti di depurazione. La separazione delle acque reflue da quelle termali è in programma, ma attuabile in tempi non certo brevi come richiesto per la salvaguardia dell’ambiente marino, corpo recettore obbligato per i reflui isolani”.

COMITATO TECNICO – SCIENTIFICO CONGIUNTO SU ACQUE REFLUE E SISTEMI DI SMALTIMENTO E SISTEMA DI SMALTIMENTONATURALE

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JOINT TECHNICAL-SCIENTIFIC COMMITTEE ABOUT WASTEWATERS AND NATURAL SEWWAGE DESPOSALS

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Presso il Dipartimento di Biologia dell’università degli studi di Napoli “Federico II” in Napoli, tra l’ANCIM e UNINA, è stato costituito un “Comitato Tecnico – Scientifico congiunto su Acque Reflue e Sistemi di Smaltimento e Sistema di Smaltimento Naturale”, che ha come compito, tra gli altri, la valutazione e lo studio delle problematiche di smaltimento in mare dei reflui delle isole minori. Il Comitato è composto: Coordinatore: dott. Pierluca Ghirelli, presidente dell’EVI spa, gestore del Servizio Idrico Integrato dell’isola d’Ischia; Componente: prof. Francesco Aliberti, dell’Università di Napoli “Federico II”; Componente: prof. Marco Guida, dell’Università di Napoli “Federico II”; Componente: prof. Giovanni Libralato, dell’Università di Napoli “Federico II”; Componente: ing. Angelo D’Abundo, tecnico incaricato dall’ANCIM. Il giorno 18.06.2020, presso il dipartimento di Biologia dell’università degli studi di Napoli “Federico II”, si è tenuta la prima riunione del Comitato. L’incontro è stato promosso dal Dott. Ghirelli, per una profonda rivisitazione della materia al fine di perseguire nuove soluzioni che comporterebbero economie di impianto e gestione, nel tempo, per centinaia milioni di Euro. Il dott. Ghirelli sostiene che, considerato che l’isola d’Ischia, al pari delle altre isole minori italiane, è priva di reflui industriali e chimici, è opinione, confortata dal parere scientifico di esperti, che per i semplici reflui di natura organica, entro certi limiti, il pretrattamento e l’immissione in condotta sottomarina siano più che sufficienti ad assicurare un ideale abbattimento di ogni potenzialità inquinante, azzerando gli effetti negativi collaterali dei depuratori per l’ecosistema: CO2, fanghi da smaltire ed alterazione strutturale della linea di costa; comportando, invece, la restituzione di preziosi nutrienti all’ecosistema marino, oggetto di continui prelievi.

Inoltre, fa presente che la comune diffusa convinzione relativa alla necessità, per ogni contesto, della costruzione di impianti di depurazione, così come stabilito dalla normativa europea, è dovuta al fatto che i legislatori della Comunità Europea hanno fatto riferimento alle problematiche inerenti all’immissione nei mari dell’Europa Settentrionale di ingenti quantità di reflui industriali, veicolati in un corpo recettore caratterizzato da scarsissima profondità dei fondali. Contesto differente da quello delle isole minori italiane, laddove i reflui industriali sono assenti ed i fondali sono generalmente profondissimi. Gli esperti hanno sottolineato come nell’isola d’Ischia, nonostante la situazione attuale con collettamento dei reflui insufficiente, impianti di pretrattamenti attivi non efficienti come quelli ipotizzati, ed in precario stato di conservazione, condotte sottomarine inferiori alle necessità ed anch’esse vetuste e in pessimo stato, la situazione, al pari di quella italiana, vede il primato riconosciuto dalla Comunità Europa di coste con acque di balneazione classificate eccellenti secondo la normativa in vigore. Di fatto, l’ENTE IDRICO CAMPANO (E.I.C.), senza deflettere dalle azione di competenza volte alla realizzazione dei depuratori così come pianificati, ha condiviso uno stralcio funzionale dei progetti generali dei costituendi depuratori e sarebbe d’accordo di procedere con l’immediata realizzazione delle condotte sottomarine a sostituzione di quelle già in uso, cause di continue perdite anche in prossimità della costa, deteriorate ed inadatte a veicolare accresciuti volumi di reflui, così da recapitare in sicurezza ed alla corretta distanza e quota batimetrica, senza attendere gli anni necessari alla costruzione dei depuratori ( ad oggi in ritardo di oltre 15 anni) un efficiente smaltimento separato dei reflui urbani dopo più accurati trattamenti (grigliatura, dissabiatura e disoleatura) rispetto a quanto oggi fatto con i limitati impianti disponibili, necessari per essere immessi in condotta. Tali opere, di rapida realizzazione, comporteranno una drastica riduzione della propagazione dei già modesti agenti inquinanti, e potranno essere oggetto di campagne di monitoraggio e di studio, sia negli areali marini in prossimità dei diffusori che delle aree circostanti, al fine di verificare l’efficienza del sistema ed eventualmente proporre correttivi. Risulterebbe ragionevole ed opportuno, valutare all’esito di questa 1° fase di verifica, l’effettiva necessità della costruzione dei depuratori.

Anche l’ing. Angelo D’Abundo ritiene che si debba definire la fase primaria di depurazione (nel caso dei comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno la fase primaria si può definire solo adeguando gli impianti di pretrattamento già realizzati sul finire degli anni ottanta), metterla in uso e monitorare i risultati, perché è probabile solo con la fase primaria potremmo andare a rispettare i risultati attesi, anche secondo i parametri del Dlgs 152/2006. L’ingegnere suggerisce di intervenire sulla progettazione per separare la parte primaria e la parte secondaria, andando a realizzare in anzitutto la parte primaria. Egli è convinto della bontà di questa tesi e della strategia impiantistica dell’EVI per quel che riguarda i pretrattamenti. Tra l’altro, il Prof. Maurizio Giugni, attuale Commissario Straordinario Depurazione, nelle sue lezioni all’Università, ha sostenuto che “Lo smaltimento a fondale di acque reflue mediante condotte sottomarine consente da un lato, per effetto dei processi di diffusione nell’ambiente ricettore, di ottemperare agli standard di qualità richiesti dalla normativa vigente e, dall’altro, di allontanare i reflui da aree di particolare interesse ambientale” (come nel caso di specie). È necessario, ovviamente, valutare con attenzione i fenomeni fisici, chimici, biologici, igienici ed estetici conseguenti all’immissione dei reflui in mare, al fine di minimizzare l’imbatto ambientale…….omissis… “

3 – CONTINUA (le prime due puntate sono state pubblicate l’8 e il 9 giugno)

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