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Casamicciola, il Pio Monte reitera l’atto stragiudiziale al Comune

Nuovo capitolo della “saga” che va avanti da qualche lustro, ma la richiesta è un atto dovuto e non mina il clima di distensione tra le parti

Il Comune di Casamicciola e il Pio Monte sono prossimi a risolvere un’antica vertenza. Antica come gran parte di ciò che riguarda le vicende dello storico complesso termale riedificato dopo il sisma del 1883 e poi chiuso definitivamente a partire dal 1973, anno a partire dal quale la struttura andò progressivamente in rovina. Adesso, come è noto, tramite l’affidamento a una cordata d’imprenditori, un nuovo progetto potrebbe essere in grado di cancellare le ormai cinquantennali rovine e recuperare l’intero complesso.

Come da qualche lustro avviene periodicamente, in seguito a una sentenza del 2005, l’ente Pio Monte ha inviato una diffida tramite atto stragiudiziale al Comune di Casamicciola. La diffida in questione viene appunto inviata per ribadire il diritto a ottenere la somma che in appello venne stabilita dai giudici per l’occupazione da parte del Comune dell’area di titolarità dell’ente morale. Il Comune di Casamicciola fu condannato a pagare euro 1.652.853,50. Dopo quella pronuncia, l’ente Pio Monte e il Comune stipularono un accordo con scrittura privata, secondo cui il Comune avrebbe mostrato acquiescenza alla sentenza, facendola diventare definitiva, mentre l’ente morale si impegnava a non mettere in esecuzione in danno del Comune le pronunce le sentenze precedenti e a sospendere la produttività di interessi relativi alle somme di cui è condanna, per un determinato periodo di inesigibilità.

Tuttavia l’ente Pio Monte stavolta sostiene che tale inesigibilità è terminata dopo il 2012. Circostanza che avrebbe fatto lievitare il computo totale esigibile a euro 1.737.924,16, che con gli interessi salirebbe a quota euro 1.832.679,39.

Una bella cifra, soprattutto se si considera che parliamo di un Comune, quello di Casamicciola, alle prese con l’uscita dal pre-dissesto e con le conseguenze del sisma del 2017 e dell’attuale emergenza sanitaria.

L’atto, notificato a fine aprile, ha indotto il sindaco di Casamicciola a inviare una nota al legale di fiducia dell’ente Pio Monte. Nella nota il primo cittadino esprime innanzitutto una certa sorpresa per la cifra richiesta: «Infatti – scrive Castagna – l’atto alla base del differimento del pagamento delle somme di cui alla Sentenza di condanna della Corte di Appello di Napoli I Sezione Civile n.3211/2004, e cioè la scrittura privata prot. n. 7217 del 24 maggio 2005, atto poi integrato nel corso degli anni sia con l’aggiunta di nuovi beni concessi, sia con la previsione di nuovi termini di scadenza, è chiaro in due cose: 1) Fissa la somma da corrispondere in € 1.652.853,00 (le somme di €25.000 per spese legali e le tasse di registro risultano già pagate come da voi riconosciute vedi atto del 2007); 2) Inoltre esclude espressamente la decorrenza degli interessi». L’ingegner Castagna poi specifica: «Il meccanismo previsto da detta scrittura privata del 2005 lega evidentemente la mancata decorrenza degli interessi con il perdurare del rapporto di comodato e della particolare responsabilità che il Comune assume rispetto ai beni che gestisce, situazione che tuttora permane». «Ciò detto sul quantum – continua il sindaco – si ha ragione di credere che la grande rilevanza della somma richiesta, nel contesto che ha visto il Comune prima investito dall’emergenza legata al sisma del 21 agosto 2017 e successivamente all’emergenza epidemiologica da covid19 in atto, esclude ragionevolmente la corresponsione della stessa in un’unica soluzione. Allo scopo pertanto, lo scrivente Sindaco, ing. Giovan Battista Castagna, quale rappresentante legale del Comune di Casamicciola Terme, chiede un incontro per definire le modalità del rateizzo per la corresponsione delle somme dovute pari ad € 1.652.853,00». Dunque, secondo il primo cittadino è evidente che la cifra resta ancorata a quella pattuita al momento della scrittura privata, tre lustri fa, e il Comune punta quindi a definire la questione concordando col Pio Monte uno schema per spalmare nel tempo il computo dovuto all’ente, visto anche il clima di “distensione” progressivamente creatosi negli ultimi anni tra le due istituzioni.

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