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Casamicciola, la Ricostruzione Negata e quel “Pragmatismo Illuminato” di Francesco Genala

Di Giuseppe Mazzella

All’indomani del terribile terremoto del 28 luglio 1883 – XI grado della Scala Mercalli, 2333 morti, 752 feriti, l’intero abitato di Casamicciola distrutto, colpiti Lacco Ameno e Forio – tutti i poteri decisionali furono assunti dal Governo del Re in carica, il V Governo di Agostino De Petris, della Sinistra Storica, che inviò sul posto il Ministro dei Lavori Pubblici, Francesco Genala, un giovane avvocato di Soresina in provincia di Cremona. Genala arrivo a Casamicciola all’alba del 30 luglio con un battaglione di bersaglieri, 60 carabinieri, 180 operai e provviste alimentari. Assunse il comando di tutte le operazioni di soccorso. Restò a Casamicciola 22 giorni prima di trasferire i poteri al Prefetto di Napoli, conte Sanseverino. I problemi della ricostruzione furono immediatamente affrontati in Parlamento con il disegno di legge sui “provvedimenti a favore dei danneggiati dal terremoto del 28 luglio 1883 nell’isola d’ Ischia” proposti da una Commissione parlamentare presieduta dall’ intrepido deputato napoletano, Rocco de Zerbi, nella seduta del 20 dicembre 1883, meno di 5 mesi dopo il terremoto. La completa biografia della sua vita ed il dettaglio della sua opera per i terremotati di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio è contenuta nel libro “Casamicciola-milleottocentottantatre- il sisma tra interpretazione scientifica e scelte politiche” di Giuseppe Luuongo, Stefano Carlino, Elena Cubellis, Ilia Delizia e Francesco Obrizzo (Bibliopolis Editrice-Napoli- 2011). E’ un testo fondamentale come i precedenti lavori di questo gruppo di studiosi coordinato dal prof. Giuseppe Luongo che è il più grande studioso della geologia dell’isola d’Ischia vivente poiché ha dedicato 40 anni di studi e ricerche ed ancora ne dedica per nostra fortuna.

Genala non solo si occupa dei soccorsi ma anche della ricostruzione e promuove una normativa sismica statale volta a prevedere sviluppi di tragici eventi e a mitigare possibili danni futuri. E’ un uomo pragmatico. Liberale convinto e militante nel Risorgimento nazionale, garibaldino e massone. Segue personalmente i lavori della Commissione parlamentare e raccoglie la sua indicazione: “realizzare i nuovi edifici nelle zone più sicure”. Soprattutto accoglie la proposta della Commissione: “spetta al Governo del Re di fare il piano regolatore per Casamicciola e Lacco Ameno e il regolamento che lo accompagni”. Il Piano Regolatore fu redatto dall’ ing. Lo Gatto del Genio Civile. Era già pronto il 20 novembre 1883 ed approvato dal Governo dopo il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici su proposta di Genala il 31 marzo 1884 cioè 8 mesi dopo il sisma. Il Piano Regolatore trasferiva l’urbanizzazione di Casamicciola e Lacco Ameno alla Marina in zone pianeggianti. Prevedeva per Casamicciola la ricostruzione “in più ferma sede” del complesso termale-ospedaliero del Pio Monte della Misericordia di Napoli visto come la “grande opera” che doveva rilanciare tutta l’attività turistica e industriale di Casamicciola.

Non si può non restare ammirati di fronte ad una straordinaria celerità decisionale del Governo con scelte oculate e con l’ascolto della scienza e dei tecnici. Memore di quanto avevo letto e studiato nei lavori di Luongo e dell’esperienza amministrativa e politica vissuta per oltre trent’anni negli enti locali in pieno decentramento amministrativo regionale all’indomani del sisma del 21 agosto 2017 ho immediatamente proposto una “ricostruzione accentrata” con la nomina di un Commissario Straordinario con pieni poteri con giurisdizione non solo per Casamicciola e Lacco Ameno e Forio ma per tutta l’isola d’Ischia. La quarta paginetta di copertina del mio Instant book “I sei secondi che sconvolsero Ischia” è buona sintesi della richiesta immediata di un unico Comune per Ischia; un ente speciale di durata ventennale per la ricostruzione ;un piano regolatore generale in cui l’isola è divisa per “ rioni” non per Comuni; una nuova edilizia economica e popolare in aree geologicamente sicure per circa 3mila sfollati cominciando dall’ utilizzazione del complesso Pio Monte della Misericordia alla Marina di Casamicciola; una centralizzazione degli interventi da parte dello Stato con un Commissario Straordinario all’ isola d’ Ischia in prima istanza perché il decentramento amministrativo dello Stato in una Regione, una Città Metropolitana e sei Comuni è inadeguato”. Naturalmente ponevo la domanda: “utopie o l’evidenza di affrontare il più difficile momento dell’isola d’Ischia dopo il grande boom con il mito dell’espansione esponenziale?”. Conoscevo la risposta: utopie.

In questi 15 mesi abbiamo proposto – con l’ amico e collega Gino Barbieri – idee, suggerimenti, progetti cioè denunce ed annunci con corpose relazioni che non possono trovare spazio ed udienza su un giornale (la presentazione dei nostri due libri il 28 ottobre 2017 , la conferenza programmatica per una nuova “mission” dell’ ACUII il 18 marzo 2018, la presentazione della storia dei terremoti il 26 maggio, il ricordo a 135 anni dal terremoto il 28 luglio 2018) e cercheremo di raccogliere il tutto in un libro sulla “Ricostruzione Possibile”. Naturalmente anche la Scienza della Terra attraverso soprattutto il prof. Giuseppe Luongo ha avanzato proposte. Luongo che fin dalla conferenza stampa del 26 agosto 2017 aveva messo in guardia la popolazione locale sulla “ricostruzione” sottolineando che era “una scelta della comunità valutare i rischi” ed aveva proposto “un centro europeo di ricerca scientifica sulla sismicità e il vulcanesimo dell’isola d’Ischia e di tutto il mediterraneo”. Luongo ha chiaramente affermato che non consiglia la ricostruzione nell’ area colpita dal terremoto del 21 agosto 2017 ed ha proposto un parco naturalistico e scientifico nell’ area del “Majo-La Rita-Pantane- Purgatorio-Fango” interna e molto fuori dall’incontro con Ischia dei forestieri al Porto di Ischia o ai Giardini Poseidon a Forio. Un nuovo disegno urbanistico e civile perché usare la parola pianificazione mi pare una preghiera al cospetto dei diavoli. A 15 mesi dal sisma lo Stato Decentrato non ne parla con il Governo, la Regione, la Città Metropolitana, i sei Comuni. E non decide.

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Così sono rimasto molto perplesso dall’ articolo di Roberto Russo sul “Corriere del Mezzogiorno” di mercoledì 28 novembre 2018 in prima pagina dal titolo: “Sisma di Ischia, la zona rossa non è affidabile” contenente l’ intervento del prof. Giuseppe De Natale  al CNR di Roma con il quale De Natale conferma quanto sostanzialmente ha affermato ad ottobre 2017 in una relazione di appena 5 pagine ma estremante sufficienti: l’ area a forte rischio sismico nell’ isola d’ Ischia è di 25 Km2 su di una superficie di  46 Km2 dallo VIII al grado XI della Scala MSC.

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De Natale afferma inoltre che “la sismicità d’ Ischia (intende l’Isola” n.d.r.) ha caratteristiche peculiari legate a processi ancora ignoti che coinvolgono il movimento relativo del blocco dell’Epomeo rispetto al resto dell’isola”. Cose note da almeno 40 anni che si possono trovare nel libro “Storia di un’isola vulcanica” di Luongo del 1987 e confermate nel convegno a Casamicciola nel 1983 a 100 anni dal terremoto del 1883. Ma si possono trovare nella monumentale guida geologica dell’isola d’ Ischia della Regione Campania curata dalla dottoressa Lucilla Monti, fra l’altro ischitana. Come dire: chi deve decidere conosce tutto ma non vuole farlo. Ergo: a 15 mesi dal sisma non c’è un Piano di assetto territoriale dell’isola d’ Ischia. Non lo propone né il Governo con il famigerato decreto divenuto la legge “per i condoni edilizi” né la Regione né i Comuni si sono dimostrati capaci di una proposta. Il pragmatismo di Francesco Genala, la sua altezza politica in questo tempo di dimenticanza assume l’altezza dell’Epomeo.

 

 

 

 

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