CRONACA

Stop al “massacro sociale” delle demolizioni, corteo a Napoli

Sono partiti anche dalle isole del Golfo di Napoli per partecipare alla manifestazione promossa dagli attivisti dell’associazione nazionale “Io abito”

Sono partiti da Ischia, Capri, Procida e dall’intera provincia di Napoli per manifestare contro il “massacro sociale” rappresentato dalle demolizioni delle case di necessità. Gli attivisti dell’associazione nazionale “IO ABITO – Unione di associazioni in difesa del diritto alla casa e dei diritti dell’uomo – REGNUM SICILIAE” si sono dati appuntamento a piazza Garibaldi per mettersi in marcia in corteo verso il Consiglio Regionale della Campania, presso il centro direzionale isola E7, F13.

Presente alla manifestazione anche l’ex sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale che ha spiegato come fosse «un dovere morale e politico esserci». Per l’ex primo cittadino «Continuano le demolizioni di prime ed uniche abitazioni senza tener conto del dramma che questo rappresenta per tante famiglie. Tra qualche mese come sempre qualcuno parlerà del problema, illustrerà soluzioni, solo per carpire la buona fede e subdolamente raccattare qualche voto alle elezioni regionali: un film già visto in occasione di ogni appuntamento elettorale». Del resto non è un mistero che i numeri dell’abusivismo sull’isola verde, dove il mattone selvaggio ha fatto consistenti danni ambientali in particolare tra gli anni ‘80 e ‘90, siano rilevanti: circa 27 mila le istanze di condono ancora pendenti, che affollano gli scaffali dei sei comuni. Sono 3500 a Casamicciola, 8000 a Forio, altrettanti a Barano, 1900 a Lacco Ameno, 3500 a Serrara Fontana e poco più di 8 mila a Ischia.

«Centinaia di famiglie Campane – hanno detto dall’associazione Io Abito – nell’anno ormai trascorso hanno vissuto l’immane sofferenza dettata dalla privazione da parte dello Stato del proprio alloggio che, seppur edificato sine titulo, ha costituito un punto imprescindibile di partenza e fattore di stabilizzazione sociale nell’inerzia delle istituzioni, davanti ad un mercato immobiliare deregolamentato ormai inaccessibile e caratterizzato da forti tendenze speculative. Stiamo parlando di famiglie che pur di affrancarsi da una condizione di povertà hanno costruito una casa che lo Stato non ha saputo garantire né con adeguati programmi di edilizia pubblica residenziale, né con strumenti urbanistici al passo con l’evoluzione demografica. Ancora, stiamo parlando sempre di famiglie che hanno costruito la propria casa in un periodo storico ove la regola comune per tutti era “costruisci che poi sani” (non si spiegherebbero diversamente gli elevati numeri che caratterizzano il fenomeno), desiderosa ed ansiosa di rientrare dunque nell’alveo della legalità».  

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Antonio

Sono pienamente solidale con voi abito nella zona nord di Napoli dove ci sono centinaia di case abusive da 20 30 anni anche la mia lo e viviamo tre famiglie genitori e figli unica casa iniziata la costruzione nel 1982 terminata nel 1990 viviamo con la incubo di cosa sarà della nostra unica casa che con tanti sacrifici e stata fatta paghiamo tutto tasse acqua gas luce nn capisco qs accanimento siamo persone perbene e rispettabili stanno distruggendo la ns dignita. Vorrei unirmi a qs assoxiazione. Il comune di Napoli ha aperto un bando per chi ha accuspato abusivamente case pubbliche per sanare la situazione e noi ?manco fossimo peggiori delinquenti io mi alzo vado alqvoro tutti i giorni nessuno mi ha regalato nulla. Perché le istituzioni nn la hanno abbattuta 30 anni fa nn capisco più n
ulla a completa disposizione per lottare insieme

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