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Il vademecum sulle ragazze dell’Est, anche a Ischia la polemica si accende sui social

Ischia – Ha scatenato la polemica anche qui a Ischia, in modo particolare tra le donne della comunità dell’est, la seconda più numerosa che ha scelto l’isola d’Ischia come sua seconda casa, il focus del programma televisivo di rai 1 “Parliamone sabato” sui motivi per cui è meglio scegliere come fidanzata una donna dell’est Europa rispetto a un’italiana. “La minaccia arriva dall’est. Gli uomini preferiscono le straniere: sono rubamariti o mogli perfette?”. Questo il titolo del focus condotto da Paola Perego che, dopo la bufera, ha chiuso i battenti in quanto «i contenuti – questo quanto dichiarato dal direttore di Rai 1 Andrea Fabiano – contraddicono in maniera indiscutibile sia la mission del servizio pubblico che la linea editoriale che abbiamo indicato sin dall’inizio del mandato». Non è stato solo il titolo a far discutere, ma anche e soprattutto i sei motivi che hanno fatto scatenare la bagarre tra clichè e pregiudizi misogini.  “Sono tutte mamme, ma dopo aver partorito recuperano un fisico marmoreo, sono sempre sexy, niente tute né pigiamoni, perdonano il tradimento, sono disposte a far comandare il loro uomo, sono casalinghe perfette e fin da piccole imparano i lavori di casa, non frignano, non si appiccicano e non mettono il broncio.” «Sono donna dell’est (Polonia). Amo la mia tuta anzi preferisco il pigiamone, spesso esco senza il trucco, non perdono il tradimento, non so cucinare, anzi, lo odio e so incavolarmi alla grande!». È così che scrive Wiola sul social network andando a sconfessare letteralmente queste sei caratteristiche che andrebbero ad accomunare tutte le donne dell’Est rendendole “perfette” agli occhi degli uomini. «Non esistono “donne dell’est” e “donne dell’ovest”, – aggiunge Giulia –  sono solo stereotipi! Il modo in cui una donna vive la propria femminilità e si relaziona con gli uomini, è il risultato di diversi fattori, che hanno poco a che fare con la provenienza geografica, anche se non si può negare che la cultura di appartenenza, in qualche modo, incida». Il dibattito vede protagoniste soprattutto le donne, qualche altra infatti sottolinea che la descrizione promossa nei sei motivi rispecchia anche un certo tipo di donna italiana e quindi non si può generalizzare seguendo il paese d’appartenenza. «Sono donna dell’est, – scrive ancora Tati –  all’occorrenza sono come la prima descrizione, ma molto spesso sono come la seconda. Credo che il carattere e la personalità rendono ogni persona un preciso individuo diverso da un altro, ognuno con le proprie sfaccettature. Ma parlando in generale in tutto il mondo ci sono persone curate e meno curate, brave e meno brave». Ai commenti si aggiunge poi Anna che scrive, «Di donne italiane sciatte e musone io non ne vedo in giro. Credo che l’uomo medio italiano e non, subisca il fascino della donna straniera, va così di moda che non può restare indifferente. Per il resto, credo che non ci sia confronto se mettiamo sui due piatti della bilancia due immagini di donne che non esistono nella realtà. Perché fare sempre dei paragoni dove l’unica che ci rimette è la donna?». In effetti, oggigiorno, in un mondo globalizzato dove sembrano non esserci più confini così netti, generalizzare in questo modo sembra essere davvero assurdo; un dibattito del genere, inoltre, non può che sfociare nella misoginia: ma davvero un uomo dovrebbe scegliere una donna dell’Est perché – stando a quanto dichiarato nel programma televisivo – perfetta casalinga e moglie talmente succubi da accettare e perdonare il tradimento? Qui non si tratta di paese d’appartenenza, ma di rispetto e di dignità. «Che ci siano donne dell’est che davvero corrispondono a queste caratteristiche non si può negare – è questo il commento di Oskana a Ischia ormai da anni – Così come non si può negare che ci sono uomini che “selezionano” le fidanzate in base a questi motivi. La causa per entrambi? Mancanza di rispetto per se stessi, mediocrità e ignoranza. Tutto questo si risolve con l’istruzione, l’informazione, promozione delle idee di uguaglianza e dignità della donna. Ovviamente col tempo, ma si risolve. Si chiama emancipazione».

 

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