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Casari, rinviato processo per i legami con i casalesi

ISCHIA – La giustizia italica è famosa per le sue lungaggini e che dunque un delicato procedimento penale, conseguenza di una vicenda che accese i riflettori dell’intera Italia e non solo sulla nostra isola, non deve meravigliare più di tanto. E così ha subito avuto inizio ed ha vissuto immediatamente uno slittamento il processo a tre manager della CPL Concordia – la società modenese che tra l’altro ha effettuato i lavori di metanizzazione nel Comune di Ischia – e due imprenditori che furono arrestati nell’estate dello scorso anno solare nell’ambito di un filone di inchiesta condotto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Il processo si celebra dinanzi ai giudici della II sezione penale del Tribunale di Napoli e le accuse indirizzate agli imputati sono di non poco conto, visto che gli stessi devono rispondere a vario titolo di concorso esterno in associazione camorristica. Di fatto, gli stessi avrebbero intrecciato una serie di relazioni evidentemente “poco ortodosse” con alcuni esponenti del clan dei casalesi, fatti avvenuti nel periodo in cui si eseguivano i lavori per la metanizzazione che erano in corso in sette Comuni della provincia di Caserta. L’apertura del dibattimento, come detto, avrebbe dovuto iniziare nella mattinata di venerdì, ma lo stesso ha subito uno slittamento a causa di una mancata autorizzazione per uno degli imputati agli arresti domiciliari, che avrebbe dovuto recarsi in tribunale senza il rituale accompagnamento da parte degli agenti di polizia penitenziaria. Se ne riparlerà comunque a breve, visto che il processo è stato nuovamente fissato per il prossimo 22 gennaio.

Sotto processo si trovano gli imputati che hanno optato per la formula del rito abbreviato e tra questi c’è anche l’ex presidente della società cooperativa di Concordia sulla Secchia, ossia Roberto Casari, che tra l’altro risulta imputato anche a Modena per il filone di inchiesta che nella scorsa primavera portò anche all’emissione di due ordinanze di custodia cautelare a carico del sindaco d’Ischia Giosi Ferrandino e del dirigente dell’ufficio tecnico Silvano Arcamone. Insieme a Casari devono difendersi anche gli imprenditori casertani Antonio Piccolo e Claudio Schiavone; Giuseppe Cinquanta, romano, responsabile commerciale Cpl per Lazio, Campania e Sardegna dal 1997 al 2005 (lui è l’imputato che non si è potuto presentare in aula) e Giulio Lancia, di San Vincenzo Valle Rovereto (L’Aquila), responsabile di cantiere e capo commessa della Cpl Concorda Bacino Campania dal 2000 al 2003. Un altro indagato, Pasquale Matano, casertano, responsabile di esercizio della Cpl distribuzione, invece, sarà prossimamente davanti al gup con gli altri imputati per il giudizio abbreviato. In particolare, i quattro manager di Cpl Concordia secondo l’accusa, si sarebbero accordati con il clan della camorra dei Casalesi, in particolare con i reggenti delle cosche Schiavone e Zagaria, che gestivano l’affare della metanizzazione nell’agro aversano. Secondo l’accusa avrebbero ricevuto dalle cosche sostegni di vario tipo: tra l’altro, la camorra avrebbe costretto i titolari della Eurogas, società già assegnataria della convenzione con tre comuni, a cederla gratuitamente alla Cpl Concordia. Insomma, un vero e proprio legame quello con la malavita, secondo quanto sostiene l’accusa, al punto tale che la camorra si sarebbe proprio adoperata in ogni modo per favorire la coop modenese e non certo, è doveroso immaginare, a titolo gratuito.

Piccolo e Schiavone, invece, sono indagati per associazione mafiosa con il ruolo, secondo quanto ricostruito dalla DDa, di aver curato gli interessi del clan Zagaria in relazione agli appalti per la metanizzazione del Casertano. Il processo, dove sono impegnati gli avvocati Luigi Sena, Giuseppe Stellato, Arturo Frojo e Umberto Pappadia, si aprirà dunque tra due settimane mentre lo stesso ex presidente della Cpl Roberto Casari è sotto accusa con altre cinque persone (tra cui l’ex sindaco di Ischia, Ferrandino) in un processo celebratosi qualche giorno fa per associazione a delinquere, corruzione e false fatturazioni che da Napoli, su eccezione della difesa, è passato sotto competenza del tribunale di Modena.

Chiusa nei mesi scorsi anche l’indagine che riguarda Lorenzo Diana, ex senatore del Pd ed ex componente della Commissione Antimafia, esponente politico casertano noto per il suo impegno anticamorra sulle presunte collusioni per gli appalti della stessa cooperativa Cpl Concordia. Concorso esterno in associazione mafiosa è l’ipotesi di reato formulata a carico di Diana e dell’ex sindaco sindaco di San Cipriano d’Aversa Angelo Raffaele Reccia. L’ipotesi di accusa riguarda presunti accordi per affidare l’esecuzione di lavori a imprese legate ai vertici del clan. Diana avrebbe avuto un ruolo di «facilitatore» degli accordi tra coop e clan, attivandosi presso le amministrazioni locali e per far sbloccare le delibere dei comuni commissariati.

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