Caserma Forestale, la testimonianza di Luigi Mennella
di Marco GaudiniNAPOLI
– Dove eravamo rimasti? Ieri abbiamo ampiamente riportato parte dell’udienza del processo sui lavori per la Caserma Forestale presso Tribunale di Napoli, I Sezione Penale, in composizione monocratica Giudice Nicola Russo. Ieri dinanzi al Giudice sono comparsi ed hanno reso testimonianza, come testi di parte civile, il Consigliere regionale di Davvero Verdi Francesco Emilio Borrelli (all’epoca dei fatti Assessore alla Provincia di Napoli) e l’ex sindaco di Casamicciola Luigi Mennella, oltre che la dottoressa De Micco, come teste della Procura. Un’udienza importante per il processo che vede imputati Donato Carlea, ex direttore generale alle opere pubbliche di Campania e Molise, Domenico Parracino, titolare della ING Lombardi, ditta che ha eseguito i lavori, l’architetto Liviana Nicoletta Buono (Responsabile del Procedimento), difesa dall’avvocato Centrangolo, Giosi Ferrandino e l’architetto Silvano Arcamone, all’epoca dei fatti rispettivamente sindaco e dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Casamicciola, difesi dall’avvocato Genny Tortora. Le accuse contestate agli imputati vanno dal falso ideologico alla distruzione del patrimonio ambientale. I magistrati della Procura di Napoli, hanno ipotizzato che i soggetti coinvolti, a vario titolo, al fine di aggirare i divieti di edificazione sull’isola verde (sottoposta a severi vincoli paesaggistici) avrebbero dato inizio ai lavori di costruzione della caserma su una particella catastale diversa da quella che era stata originariamente destinata dal Comune di Casamicciola. E questo senza che vi fosse alcuna intesa tra lo Stato Italiano e la Regione Campania, mancando nei fatti un atto ufficiale. Come avevamo anticipato ieri, martedì è stato anche il turno dell’ex Sindaco di Casamicciola, l’Arch. Luigi Mennella che ha testimoniato, in qualità anche di consulente. Il suo intervento, che è stato di carattere molto tecnico, vista la natura di tutto questo procedimento, si è incentrato soprattutto su alcune valutazioni degli atti, non solo quelli fatti e predisposti durante il periodo della sua sindacatura, ma anche quelli precedenti e successivi. L’ex Sindaco ha precisato di essere ben a conoscenza della vicenda in quanto è stato primo cittadino di Casamicciola dal 1993 al 1997, ed ha introdotto la sua testimonianza dividendo tutta la storia in due tronconi uno che termina nel 1988, ed inizia negli anni ottanta, mentre l’altro inizia nel 1994, con una successiva richiesta fatta dal sottoscritto,per rimpinguare la struttura del Corpo Forestale dello stato. In quel caso l’Amministrazione del Corpo Forestale dello Stato, chiese la possibilità di ritornare sul vecchio progetto che era stato fatto precedentemente, e l’allora Sindaco si interessò alla problematica.
GLI ATTI POSTI IN ESSERE DA MENNELLA SINDACO – «In qualità di primo cittadino, insieme agli altri avevo seguito da vicino la stesura del piano paesistico territoriale avvenuto nel 1994 e 1996, sono stato presente a tutte le sedute insieme ai funzionari della Soprintendenza. Come amministrazione comunale di Casamicciola, chiedemmo espressamente che nell’ambito del piano paesistico di Casamicciola, venisse inserita la possibilità della realizzazione tra le altre opere pubbliche anche quella della Caserma della Forestale. In virtù di questo chiesi un sopralluogo alla Soprintendenza i quali vennero sull’isola e andammo nella località bosco della Maddalena ed individuammo la zona dove doveva sorgere questa Caserma, esattamente nell’area denominata Pietra Vano, che è una piccola collinetta nella parte alta del bosco, e certamente non dove è stata realizzata l’opera» – ha spiegato Mennlla. Su richiesta dell’avvocato Bruno Molinaro, l’Arch. Mennella ha illustrato gli atti fatti dalla sua amministrazione, specificando che fu adottata la Delibera n. 15 del 1996, che approvava il progetto ed era considerata come variante al piano regolatore generale, avendo avuto già l’approvazione per ciò che concerneva il piano pesistico per la parte alta. In relazione all’ubicazione, poi, è stato specificato che alla Delibera non erano allegati grafici, che invece c’erano nel piano paesistico e prevedevano come localizzazione dell’opera la parte alta del Bosco della Maddalena, zona che era già urbanizzata e vicino ad una struttura sportiva e l’amministrazione era d’accordo con la Soprintendenza nel posizionarla in quel luogo. Zona che, specifica l’Arch. Mennella, non corrisponde minimamente al posto dove sono iniziati i lavori per la costruzione della Caserma.
LA QUESTIONE DEL DIRITTO DI SUPERFICE – L’avvocato Molinaro ha richiamato poi l’attenzione su un punto importante: “il diritto di superficie a vantaggio dello Stato” ed ha chiesto a Mennella se fosse stato individuato e da quale atto della sua amministrazione deliberato.l’ex Sindaco ha risposto: «non venne individuato in modo chiaro, tranne che nel piano paesistico perché ci sarebbero dovuti essere gli atti successivi. Mi sono sempre meravigliato per quale motivo si fosse passato dalla parte alta a quella bassa». Il punto saliente viene messo ben in evidenza con le parole di Mennella, che dichiara che alla Delibera (n. 108 del 1986) con il quale si configurava il diritto di superfice a vantaggio dello Stato non ha mai fatto seguito la convenzione tra il Comune di Casamicciola ed il Ministero. Quindi l’atto non è mai stato perfezionato, e quindi la disponibilità del suolo non è mai stata acquisita dall’amministrazione statale. Un passaggio questo non di poco rilievo ai fini di tutto il procedimento. Così come l’iter della variante al PRG non è mai stato completato. Poi vengono richiamate le posizioni espresse dalla Soprintendenza nel 2009, che evidenziavano che la mancanza di alcuni pareri e quindi l’opera era da ritenersi illegittima. Inoltre Mennella dichiara che il Comune e la Soprintendenza non hanno mai impugnato questi atti.
LE DOMANDE DELLA DIFESA E L’UBICAZIONE ORGINARIA DELLA CASERMA – La parola è poi passata alla difesa, e nella fattispecie all’avvocato Genny Tortora, difensore degli imputati Arcamone e Ferrandino. Il legale ha mostrato al Mennella, la Delibera n. 30 del 1984 con la quale si individuava il luogo dove la Caserma della Forestale andava costruita, e ha chiesto all’ex Sindaco, se individuava dai grafici allegati l’ubicazione e se questa ubicazione era a monte o a valle. Il Mennella ha spiegato che dai grafici si evince a suo avviso, che la Caserma era ubicata dove oggi è stata costruita, o meglio dove sono iniziati i lavori. Insomma appare quindi che in quello che Mennella chiama il primo troncone la Caserma era ubicata dove effettivamente oggi ci sono le opere dei lavori iniziati, mentre nella seconda fase, cioè dal 1994 in poi, l’ubicazione era a monte e non a valle. “L’interrogatorio” della difesa va avanti così con numerosi atti, dove si chiede al teste se da grafici e relazioni si evince l’ubicazione della Caserma. Il tutto con toni abbastanza accesi, tanto da indurre il Giudice a chiedere a tutti maggiore tranquillità. Inoltre a Mennella, vengono mostrate delle foto derivanti da una relazione prodotta dal Ministero delle Politiche Agricole del 1998 che individuano il luogo dove la Caserma sarebbe dovuta sorgere. In questo caso il Mennella dichiara che non è possibile individuare il luogo in quanto trattasi di fotografie generiche di un bosco e non ci sono punti di riferimento se non l’accesso dalla strada statale. E’ stato infine chiesto al teste se ricordava, nel periodo durante il quale è stato Sindaco se Giosi Ferrandino era un consigliere dell’opposizione. La risposta è stata abbastanza vaga, dicendo che non ricordava bene.
I PUNTI VAGHI DELLA TESTIMONIANZA DI MENNELLA – Su questi due ultimi punti, emergono alcuni aspetti della testimonianza dell’Arch. Menella troppo vaghi, rispetto invece ad un’esposizione dei fatti molto precisa su avvenimenti, documenti e procedimenti. Circostanza questa fatta emergere durante le dichiarazioni spontanee rese dall’Arch. Silvano Arcamone a termine dell’udienza.
E’ infatti poco probabile, che dalle foto, quelle mostrate a Mennella riferite alla relazione del 1998, non si riesca ad individuare l’ubicazione esatta della Caserma, soprattutto da chi, come Sindaco, si era più volte recato sul posto, in compagnia anche dei tecnici della Soprintendenza, e che quindi aveva una buona conoscenza della zona. Così come, nonostante siano passati alcuni anni, salta all’occhio, come non ricordi che Giosi Ferrandino, non proprio l’ultimo politico isolano, ma una figura di spicco della vita pubblica dell’isola, sia stato in opposizione durante il suo mandato da Sindaco a Casamicciola dal ’93 al ’97. In una complessiva testimonianza molto ben articolata e supportata da atti, questi due aspetti, potremmo dire che stridono, con la precisione manifestata nell’esposizione dei fatti dall’ex Sindaco Luigi Mennella.