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Caserma forestale, nuovo rinvio: il teste c’è, poi scompare..

Di Francesco Ferrandino

NAPOLI. È un processo che, prima di fermarsi sul binario morto della prescrizione ormai certa, fa ancora in tempo a regalare momenti paradossali. Ieri mattina era in programma l’ennesima udienza del processo per la costruzione della Caserma della Guardia Forestale a Casamicciola. Oltre alla presenza dei vari difensori, cioè gli avvocati Gennaro Tortora (per Giosi Ferrandino, ieri presente in aula, e Silvano Arcamone), Siniscalchi (per Donato Carlea), e Cedrangolo (per Nicoletta Buono), ha quasi destato sensazione la presenza del geometra Francesco Conte, finalmente pronto a sedersi sul banco dei testimoni, dopo una lunga teoria di reiterate assenze nonostante le continue convocazioni (e relative sanzioni pecuniarie) da parte del Tribunale di Napoli.

Sembrava quindi la volta buona per evitare l’ennesimo nulla di fatto, con l’esame del teste chiamato a chiarire gli interrogativi delle parti circa l’effettivo posizionamento della Caserma e soprattutto la corrispondente famigerata “particella” catastale. Proprio il presunto “scambio” tra due di esse è alla base delle accuse contestate agli imputati, che vanno dal falso ideologico alla distruzione del patrimonio ambientale. I magistrati della Procura di Napoli, com’è noto, hanno ipotizzato che i soggetti coinvolti, a vario titolo, al fine di aggirare i divieti di edificazione sull’isola verde (sottoposta a severi vincoli paesaggistici) avrebbero dato inizio ai lavori di costruzione della caserma su una particella catastale diversa da quella che era stata originariamente destinata dal Comune di Casamicciola.

Eppure, neanche stavolta è stato possibile ascoltare il geometra Conte: in agguato ecco l’ennesimo imprevisto, stavolta sottoforma dell’assenza di un magistrato che ha obbligato il giudice Occhiofino (che presiede il collegio deputato a occuparsi del caso della Caserma) a sostituirlo per rinviare le svariate decine di processi in lista d’attesa. Un contrattempo che ha completamente stravolto il programma della giornata, con l’udienza che in pratica è cominciata verso le 13. Gli astanti, già in attesa da svariate ore, hanno accolto la circostanza con prevedibile disappunto. Tra questi, anche il geometra Conte, ove si pensi che la sua escussione era già programmata come ultima attività della giornata.

In pratica, il testimone avrebbe dovuto attendere il pomeriggio inoltrato prima di essere ascoltato. Un’eventualità che lo ha spinto ad abbandonare l’aula intorno alle ore 14. Quando è arrivato finalmente il momento della trattazione del processo, al giudice Occhiofino non è rimasto altro che prendere atto nuovamente dell’assenza del teste, disponendo ancora una volta il rinvio dell’udienza, fissata al prossimo primo febbraio. Come più volte ricordato, di fatto sono ormai maturati i termini della prescrizione per i capi d’accusa, ma le difese hanno dichiarato di non volerne usufruire in alcun modo, preferendo continuare il procedimento fino a veder riconosciuta la completa estraneità degli imputati alle accuse. Fra l’altro, oltre alla testimonianza di Conte, restano ancora da esaminare i testi indicati dalla difesa. Il processo-fantasma continua. Arrivederci al 2017.

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