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Caso DHC: «Caro De Luca,  faccia qualcosa per riattivare i servizi»

Ischia. Resta ancora incerto il futuro dei servizi di semiconvitto e terapia occupazionale diurna presso il centro DHC di Ischia.  Le famiglie dei diciannove disabili, dieci minori e nove adulti che usufruiscono dei suddetti servizi sono, infatti, ormai sempre più preoccupate per la loro imminente sospensione. Come i nostri lettori ricorderanno, nelle scorse settimane, sul ventennale centro terapeutico di Ischia si è abbattuta una bufera. A causa del mancato accreditamento da parte dell’Asl Napoli2 Nord, infatti, i due servizi rischiano la sospensione permanente con la drammatica conseguenza che i disabili isolani saranno privati di importanti e necessarie terapie. Questa volta però, l’Asl non sarebbe l’unica colpevole di queste vicissitudini. A monte del problema, infatti, pare sia stata la mancata richiesta da parte dei responsabili del DCH isolano per il rinnovo dell’erogazione dei servizi.  Il perché di questo grave errore da parte di chi di competenza non è ben chiaro, quel che è certo però è che, nonostante i tentativi di porre rimedio alla situazione, la risoluzione del problema sembra essere ancora molto lontana. É infatti passato ormai un mese da quando il sindaco del Comune di Ischia, Giosi Ferrandino, ha indirizzato una nota al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, al commissario straordinario della Sanità, D’Amerio e al direttore generale dell’Asl Napoli2 Nord, Antonio D’Amore, chiedendo di attivare tutte le procedure necessarie per la prosecuzione dell’erogazione delle terapie, ma dall’Asl non è giunta ancora nessuna risposta. Il tempo però, stringe e i servizi che sono stati prolungati fino al 31 Marzo, rischiano la sospensione definitiva se da parte delle autorità competenti non giungeranno azioni risolutive nelle prossime ore.

«Non è giusto! – ci dice Antonietta Trani, mamma di Carmela, una disabile isolana che usufruisce dei servizi diurni del DHC – per colpa di un errore del DHC, dobbiamo pagarne ora noi e i nostri figli le conseguenze. Dobbiamo forse tenere i nostri ragazzi chiusi in casa ad aspettare la morte? Grazie a quei servizi  potevano svolgere varie attività che li tenevano occupati, ma se li sospenderanno, tutto ciò non sarà più possibile. Adesso vogliamo delle risposte concrete dall’Asl». Ed è stata proprio Antonietta, infatti, ad aver deciso di prendere in mano la situazione, sottoscrivendo una lettera al Presidente De Luca, a nome di tutte le famiglie dei disabili che stanno vivendo questa disagio per chiedere che venga trovata una soluzione.

Il contenuto della lettera

«Onorevole Vincenzo De Luca – si legge nella lettera –  siamo costretti a scrivere una lettera pubblica con la speranza che venga letta da lei e da chi può ancora fare qualcosa per la drammatica situazione del DHC. Noi genitori di figli diversamente abili, insieme ai sei sindaci di Ischia, ci siamo rivolti all’unità di competenza per far sì che i nostri figli non vengano mandati a casa per un errore amministrativo che rischia di far chiudere per sempre il DHC di Ischia e con esso le speranze di diciannove famiglie. Fino ad ora, purtroppo, non abbiamo avuto alcun riscontro. Ci auguriamo che prendiate a cuore questa grave situazione non lasciandoci completamente isolati come hanno fatto altre istituzioni della sanità campana. É un nostro diritto e vostro dovere far sì che i nostri figli abbiano una vita sociale vicino ai loro cari, non dovendosi spostare sulla terraferma dato che oltre al disagio del trasferimento, tutto ciò graverebbe ulteriormente sulle famiglie dei disabili che si sobbarcano già di tante spese. Ci fidiamo di lei, crediamo in quello che dite nelle vostre interviste e siamo disposti a farvi conoscere meglio le nostre storie di famiglie con figli diversamente abili. Vorremmo che questo servizio  venga riattivato dato che la struttura  del DHC che ci ospita a costo zero già dal mese di gennai, sospenderà le attività il prossimo 31  Marzo.  Le chiediamo di prendere a cuore questo problema».

L’appello ai sindaci

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Una lettera accorata quella di mamma Antonietta che come tanti altri genitori sta vivendo giorni di ansia per la possibilità sempre più concreta che sull’isola venga tagliato un altro servizio indispensabile per chi è diversamente abile. Provvidenziale a questo punto, date le mancate risposte, potrebbe essere solo una forte  pressione anche da parte delle sei amministrazioni dell’isola. Dopo le prime sollecitazione, infatti, sembrerebbe che i sindaci siano rimasti con le mani in mano in attesa di sviluppi. Ed è per questo che ora – accodandoci all’appello di Antonietta e di tante altre famiglie –  chiediamo loro di far sentire ancora una volta la voce di Ischia all’Asl Napoli2 Nord, affinchè ai diciannove disabili continui ad essere garantito il sacrosanto diritto alle attività terapeutiche.

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Sara Mattera

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