CULTURA & SOCIETA'

Oggi le zeppole benedette di San Giuseppe fatte in casa per la festa in famiglia dei papà ischitani

L’ISOLA D’ISCHIA È LEGATA DA SEMPRE ALLE SUE TRADIZIONI E NON RINUNCIA AI SIMBOLI DELLE ATTESE RICORRENZE ANCHE SE QUEST’ANNO 2022 ANCORA SEGNATO DAL COVID E DA ULTIMO DALLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, CADONO IN UN MOMENTO DIFFICILE DI GRAVI EMERGENZE. Le zeppole di San Giuseppe già da ieri sera e da questa mattina presto, hanno mobilitano massaie e pasticcieri locali per magnificare in tutta la loro flagranza un dolce da colazione ambito da bambini ed adulti. San Giuseppe festa universale celebrata in tutto il mondo in date diverse fra loro. Da noi il 19 di marzo è consolidato e ad esso si rifanno tutte le generazioni passate e presenti del calendario dell’era moderna. Dopodomani lunedì 21 entra la Primavera e tantissimi cuori si…riaprono

Oggi, 19 marzo, giorno di San Giuseppe è festa per tutti i papà del mondo, e naturalmente della nostra isola. dove purtroppo portiamo ancora tutti in famiglia la mascherina anticovid per difenderci dal contagioso coronavirus, l’ inatteso e indesiderato “regalo” di questi ultimi due anni dove a completare il quadro da quattro settimana ci si è messo anche il russo Putin a fare la guerra alla martoriata Ucraina con bombe e carriarmati. Ma a parte ciò, per effetto ancora del coronavirus, si esce meno e tanti rimangono per lo più a godere gli agi della propria casa. Quale questa occasione migliore per gustare già da stamattina a colazione la tradizionale zeppola di San Giuseppe fatta in casa ? Pertanto zeppole di San Giuseppe doc di famiglia oggi in esclusiva nelle case degli ischtani e di ucraini residenti nella nostra isola, purtroppo a discapito di bar e pasticcerie aperte, il cui volume d’affari nello specfico in questa giornata particolare segnerà il passo.

La brava massaia, approfitterà del piacere di rimane in casa per dimostrare a marito, figli, genitori e suoceri ed… amiche che lei con le zeppole di san Giuseppe ci sa fare. Quindi oggi, senza se e senza ma da coronavirus. è la solennità di Sa Giuseppe, ed è festa del papà secondo il messaggio cristiano, per il semplice fatto che il Santo falegname è stato il padre putativo di Gesù e il capo, con Maria, della piccola e universale famiglia di Nazareth. In sostanza da qui parte tutto. Religiosità e senso della famiglia nella società sana, operosa ed industrializzata si intrecciano, e ci portano alla festa di oggi su due direttrici: la festa religiosa e quella della famiglia con tutti i risvolti che le due ricorrenze offrono, in cui per un giorno inteso speciale, il papà è considerato il Re del proprio nucleo familiare. Se oggi nelle chiese dell’isola e non solo, ed in particolare nella Chiesa in località Fango a Lacco ameno si festeggia in forma ridotta, ma si prega San Giuseppe in streaming, in famiglia si osanna e si festeggia il papà a cui vanno tutte le lodi che negli altri giorni normali dell’anno moglie e figli non gli hanno elargito con la stessa intensità ed amore, come avrebbe forse meritato. La festa del papà, come la intendiamo oggi, nasce nei primi decenni del XX secolo, complementare alla festa della mamma, per festeggiare la paternità e i padri in generale. La festa è celebrata in varie date in tutto il mondo e spesso è accompagnata dalla consegna di un regalo al proprio padre. La prima volta documentata che fu festeggiata sembra essere il 5 luglio 1908 a Fairmont in West Virginia, presso la chiesa metodista locale. Fu la signora Sonora Smart Dodd la prima persona a sollecitare l’ufficializzazione della festa, senza essere a conoscenza dei festeggiamenti di Fairmont, ispirata per altro dal sermone ascoltato in Chiesa durante la festa della mamma del 1909. Infatti la signora, organizzò la festa una prima volta il 19 giugno del 1910 a Spokane, nello Stato di Washington.

La festa fu organizzata proprio nel mese di giugno, perché in tale mese cadeva il compleanno del padre della signora Dodd, veterano della guerra di secessione americana. La data in generale, varia da Paese a Paese. Nei Paesi che seguono la tradizione statunitense, la festa si tiene la terza domenica di giugno. In molti Paesi di tradizione cattolica, la festa del papà viene festeggiata il giorno di san Giuseppe, padre putativo di Gesù, il 19 marzo. In alcuni Paesi la festa è associata ai padri nel loro ruolo nazionale, come in Russia, dove è celebrata (?) come la festa dei difensori della patria (День защитника Отечества), e in Thailandia, dove coincide con il compleanno dell’attuale sovrano Rama IX, venerato come padre della nazione. Fin qui il cenno storico di questa festa che nella nostra isola ha trovato da sempre il suo spazio nella sola festa religiosa interna nelle chiese isolane. Solo a Lacco Ameno in località Fango San Giuseppe è celebrato anche come festa patronale di piazza, fino a tre anni fa, con tanto di processione lungo la via Borbonica accompagnata dalla banda musicale e da un bel numero di fedeli al seguito. Con gli attesi ed immancabili fuochi pirotecnici. Questa mattina nella chiesa-capannone al Fango ( la Chiesa del Fango dedicata San Giuseppe è ancora chiusa ed inagibile a causa del terremoto dell’agosto del 2017) non vi sarà il Vescovo Pascarella col suo pontificale. La messa solenne delle 11 il parroco Don Gioacchino Castaldi la lascerà celebrare dal predicatore padre Antonio Leva dellOrdine degli Eremiti di Cerreto ’con cui si pregherà in presenza ed anche da casa in streaming.

IMMAGINE DI SAN GIUSEPPE NELLA CHIESA DEL FANGO A LACCO AMENO QUESTA MATTINA IN FESTA

Una parte dei lacchesi oggi è in festa per il suo San Giuseppe, in nome del quale gusterà anche la cosiddetta zeppola benedetta preparata in casa con amore e devozione. A proposito delle zeppole, chiamate come è da tradizione le zeppole di San Giuseppe, esse ormai sono molto popolari sull’isola. Vengono preparate generalmente la mattina presto del 19, ossia questa mattina, tanto da essere un dolce tipico e adatto per la colazione, pensando al papà di casa. Gli ingredienti principali sono la farina, lo zucchero, le uova, il burro e l’olio d’oliva, la crema pasticcera, una spolverata di zucchero a velo e le amarene sciroppate per la decorazione. Nella tradizione ischitana esistono due varianti di zeppole di San Giuseppe: fritte, zuccherate e con le cornicelle e al forno con la crema dopo. La loro forma delle prima è diversa dalle seconde, nel senso che le prime sono a forma romboidale imprecise con le cornicelle, mentre le seconde somigliano ai bignè, tonde alzate e paffute. Il giorno di San Giuseppe, considerato in passato dalla Chiesa e dallo Stato festa liturgica di precetto, ci riporta con i ricordi all’infanzia, quando, dopo la massa mattutina delle 9 in Cattedrale, dedicata ai bambini, ci si affrettava a recarci dalle suore dell’asilo dove una materna Suor Caterina ci aspettava per distribuire a noi bambini giunti di corsa, le tradizionali “zeppole di San Giuseppe” che mangiavamo in allegria e con particolare gusto. Il giorno festivo di San Giuseppe era atteso anche per questo, e sopratutto perché si faceva vacanza a scuola.

Foto Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

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