CULTURA & SOCIETA'

IL PUNTO Il coronavirus e la mazzata sul turismo

Le conseguenze del Coronavirus sul turismo si avvertono pesantemente nelle attività del settore. Secondo i nuovi dati di Confturismo-Confcommercio, dal 1 marzo al 31 maggio è previsto un vero e proprio picco: 31,625 milioni di turisti in meno in Italia. La situazione è drammatica per tutto il comparto del turismo italiano. Anche sull’isola purtroppo stiamo pagando le conseguenze di una comunicazione mediatica molto più letale del virus. I dati sono preoccupanti per il settore del turismo, ma non completi perché in questo calcolo non si tiene in considerazione la perdita dei viaggi organizzati verso l’estero e nemmeno la componente dei viaggi di affari verso l’estero o il contrario. L’impatto che l’evoluzione del Coronavirus sta avendo, tocca di conseguenza anche il settore gastronomico e quello alberghiero. Noi viviamo di turismo e le associazioni di categoria, preoccupate per la situazione, chiedono alle proprie regioni e governo aiuti che permettano si sostenere la situazione.

Alcuni esempi sono di esonerare per il 2020 gli esercizi della ristorazione e albergheria dal pagamento della tassa esercizi pubblici, e di sospendere la riscossione delle tasse sul demanio e sul suolo pubblico, o ancora di ridurre la tassa sui rifiuti.

E tutto lascia presagire che ci vorrà del tempo per ritornare alla normalità e sperare che non venga danneggiata anche la stagione estiva. Le associazioni di categoria sono in allarme: chiedono al governo di adottare misure di sostegno alle aziende del settore in termini di detassazione per Irap, Imu e Tari e di decontribuzione, agendo anche sulla tassa di soggiorno. La vera sfida, passata l’emergenza, sarà quella di agire per riabilitare l’immagine della nostra bella Ischia. Il rischio è che gli imprenditori, con gli hotel vuoti, non abbiano i soldi per gli stipendi: la richiesta ulteriore al governo è di prevedere una dilazione dei termini di pagamento delle imposte. Oggi i soldi servono per pagare i dipendenti.

Secondo un sondaggio fatto alla fine della scorsa settimana, circa 50 mila viaggiatori hanno cancellato un viaggio già prenotato e altre decine di migliaia hanno annullato i preventivi; quasi una cancellazione ogni due viaggi prenotati. Ora si registra un peggioramento netto, non ancora quantificabile. Non ci sono dubbi: sarà la filiera delle vacanze a subire i contraccolpi peggiori.

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