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Caso Siena, la decisione del Tar slitta a dicembre

I giudici della VI Sezione hanno sospeso l’efficacia dell’ordinanza di demolizione sul parcheggio ubicato all’ingresso di Ischia Ponte dal Comune di Ischia che aveva riscontrato una serie innumerevole di abusi edilizi. L’intenzione è decidere prima di Natale dopo aver raccolto elementi ulteriori su una vicenda davvero tortuosa e complessa

Non è ancora finita. Ma almeno adesso, salvo complicazioni e clamorosi colpi di scena, sappiamo quando sarà scritta la parola “fine” sul contenzioso giudiziario in atto tra il Comune di Ischia e la società Turistica Villa Miramare relativo al Parcheggio della Siena ubicato all’ingresso del borgo antico di Ischia Ponte. La Sesta Sezione del Tribunale Amministrativo della Campania, presieduta dal dott. Santino Scudeller, ha infatti accolto il ricorso della società che fa capo a Santaroni – rappresentata dagli avvocati Gianluca Maria Esposito e Angela Parente – sospendendo l’efficacia dell’ordinanza di demolizione emessa sulla struttura dal Comune di Ischia, difeso dall’avvocato Bruno Molinaro. Nel contempo i giudici hanno fissato la trattazione nel merito al prossimo 6 dicembre, quando sarà unificato e discusso anche un ricorso parallelo che era stato presentato dalla Sovrintendenza di Napoli. Per fare chiarezza sul provvedimento emesso nella giornata di ieri, va subito precisato che i lavori al parcheggio ovviamente non possono proseguire anche a seguito della sospensione dell’ordinanza perché sospesi dalla stessa Sovrintendenza e perché gravati da un sequestro di natura penale. Ma nel contempo, e anche questo aspetto non deve essere sottaciuto, resta in stand by anche la demolizione che è stata ingiunta dall’ente di via Iasolino. Insomma, la magistratura amministrativa ha deciso di prendere tempo anche per acquisire maggiori elementi: la vicenda è complessa, investe direttamente o indirettamente diversi soggetti e presenta una serie di profili fattuali e giuridici che meritano gli approfondimenti del caso.

A questo punto l’orientamento del Tar è chiaro, l’intenzione è quella di decidere prima di Natale ed a bocce ferme, anche in ragione del “nocumento patrimoniale” lamentato dalla società ricorrente e delle “perniciose conseguenze, segnatamente di ablazione reale” immancabilmente discendenti dalla inosservanza del termine assegnato con la ordinanza ripristinatoria. Il T.A.R. si è anche riservato di valutare la efficacia delle SCIA e DIA presentate in relazione alle opere contestate “in pretesa difformità dal primigenio permesso e dalle autorizzazioni paesaggistiche”. Come i lettori più attenti ricorderanno, la battaglia giudiziaria è conseguenza dell’ordinanza n. 31 dello scorso 7 marzo, a firma del responsabile dello Sportello Unico per l’Edilizia (SUE) del Comune di Ischia, che recava l’ingiunzione a demolire opere asseritamente realizzate in difformità di quanto contenuto nel permesso a costruire rilasciato il 26 novembre 2010. I sigilli al Parcheggio vennero apposti in forma concordata con la Procura della Repubblica di Napoli dopo una serie di rilievi effettuati con strumentazioni di ultima generazione dal consulente incaricato Antonio Sessa.

Gli abusi contestati erano notevoli, e noi ne rammentiamo a seguire soltanto alcuni: “L’intero complesso edilizio (corpo parcheggio e sala polifunzionale) è stato realizzato, in difformità dal P.d.C. n. 38/2010 e dall’Aut. Paes. n. 01/2010, con una traslazione in elevazione di cm. 29 circa, rispetto alla quota prevista di progetto, con conseguente incremento dell’impatto visivo da via Pontano verso il mare ed il Castello Aragonese, stimato approssimativamente in mc. 610,75 circa; B) Il corpo parcheggio è stato realizzato, in difformità dai titoli, anche con una traslazione orizzontale (verso nord) di mt. 1,85 circa, rispetto all’area di sedime prevista, con conseguente incremento dell’impatto visivo da via Pontano verso il mare ed il Castello Aragonese, stimato approssimativamente in mc. 241,42 circa; C) Realizzazione di un solaio in cemento armato di copertura (quota piazzale) per mq. 75,12 circa, con relativo pari incremento della superficie calpestabile del piazzale, a parziale copertura della parte finale della rampa che porta ai livelli interrati, ben visibile dagli spazi pubblici ed impattante sull’aspetto esteriore dei luoghi, non previsto; D) Manufatto allo stato rustico, posto tra il muro di confine della pubblica via Pontano e il corpo parcheggio, avente forma pressoché rettangolare, con struttura portante in c.a. e copertura in laterocemento, avente una superficie coperta di mq. 48,89 circa (mt 14,10 x mt 3,49) ed altezza interna di mt. 2,79 circa, realizzato in difformità alla SCIA, poichè visibile dagli spazi pubblici ed impattante sull’aspetto esteriore dei luoghi”.

L’avvocato Bruno Molinaro

Un elenco di irregolarità notevoli, che portava tra l’altro ad una conclusione chiara e categorica contenuta nell’ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi: “In definitiva, valutati complessivamente e senza parcellizzazione alcuna gli abusi e le difformità predette, considerato che le opere risultano eseguite in area assoggettata a vincolo paesaggistico, si conclude che il complesso edilizio oggetto dell’accertamento è stato realizzato con variazioni essenziali”. Non è un caso che il sequestro dell’area adibita a parcheggio sarebbe stato successivamente confermato a dimostrazione che le anomalie evidenziate in effetti esistevano eccome. Adesso a dicembre arriva la sfida finale, cui potrebbe seguire il ricorso al Consiglio di Stato. Ma è chiaro che davanti a una sentenza il potenziale vincitore potrebbe a quel punto avere un’idea chiara sulla strada ed il percorso da intraprendere. Fermo restando che ormai – arrivati a tredici anni dall’inizio di questa “telenovela” – l’auspicio di tutti è che questo benedetto parcheggio sia finalmente ultimato e messo a disposizione della collettività. Quel pugno nell’occhio, onestamente, non ha più motivo di esistere. E forse, ad essere sinceri, non ce l’ha mai avuto.

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Corry54

anche il TAR si prende il tempo, un parcheggio che compie tra breve 11 anni. Questa è la Magistratura Italiana, decisioni a lunga scadenza, forse aspettando il Miglior offerente a Mazzette

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