Caso Villari, il TAR cambia il commissario
Una storia di attese, promesse non mantenute e un’amministrazione che non decide: il Comune d’Ischia richiamato ai suoi doveri. In mezzo, una famiglia che da anni chiede giustizia e poi…

Questa è una storia lunga, lunghissima, divisa in più filoni e che ha a che fare con l’esproprio delle pinete e che per questo è nota ad almeno un paio di generazioni di ischitani. L’ultimo atto inizia nel 2021, quando Carlo Villari e Maria Giovanna Villari chiedono al Comune di Ischia di restituire alcuni immobili, da tempo utilizzati come parco pubblico, oppure – in alternativa – che venga formalmente deciso di tenerli acquisiti, con il pagamento degli indennizzi previsti dalla legge. La richiesta è chiara: se non ci restituite ciò che è nostro, almeno dichiarate di volerlo acquisire e pagate il giusto. Ma da allora, il Comune non ha mai preso una posizione definitiva. Stanchi dell’attesa, i Villari si sono rivolti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). E in effetti, negli anni, il TAR ha dato loro ragione, con diverse sentenze che impongono al Comune di agire. Ma nulla si è mosso davvero.
Per superare l’inerzia, il TAR aveva già nominato un Commissario ad acta: una figura esterna, incaricata di intervenire al posto del Comune se quest’ultimo continuava a non agire. Era stato scelto il Segretario Comunale di Casamicciola Terme. Tuttavia, i ricorrenti hanno sollevato un problema: il segretario nominato, Andrea Pettinato, lavora anche per il Comune di Lacco Ameno, dove l’avvocato del Comune di Ischia Leonardo Mennella è anche Assessore. Un intreccio che – pur non essendo formalmente vietato – può dare l’impressione di poca indipendenza. Il TAR, con grande equilibrio, ha deciso che per evitare ogni possibile ombra, è meglio cambiare. Così, con l’ordinanza pubblicata il 1° luglio 2025, ha nominato il Prefetto di Napoli come nuovo commissario, con facoltà di delegare un funzionario esperto. Intanto, i Villari avevano anche chiesto al TAR di quantificare gli indennizzi dovuti: quanto vale, insomma, quella parte del terreno che il Comune vuole tenere? Ma qui il TAR è stato chiaro: non è il giudice amministrativo a poterlo fare. La legge affida questa valutazione al giudice ordinario, e più precisamente alla Corte d’Appello del territorio. Il motivo? Si tratta di questioni economiche, da valutare con criteri precisi, che spettano ai giudici civili.
In mezzo a tutto questo, il Comune ha fatto sapere – con una lettera interna – di valutare una transazione o, in mancanza di accordo, di voler formalizzare l’acquisizione degli immobili come già trasformati e usati da tempo per l’interesse pubblico. Ma quella comunicazione è stata giudicata interlocutoria, ovvero non una vera e propria decisione. Ancora una volta, il Comune rimanda. La nomina del Prefetto di Napoli come nuovo commissario è un segnale forte: il giudice non può sostituirsi al Comune nel decidere se acquisire o restituire, ma può pretendere che lo faccia e, in caso contrario, intervenire con strumenti straordinari. Il caso Villari è, in fondo, la storia di una famiglia che ha chiesto solo una cosa: una risposta. Dopo quattro anni, il TAR prova di nuovo a fargliela avere.