CRONACA

Rifiuti: camion ischitani in fila per ore, l’emergenza è dietro l’angolo

L’impianto di Giugliano è intasato e le attese diventano interminabili trasformandosi in odissee. E così, comprensibilmente, l'esasperazione degli autisti arriva alle stelle

Il preludio della crisi rifiuti è tutto in quei sacchetti dell’umido che rimangono a marcire al sole per tutta la mattina, fino a tarda ora. I cumuli d’immondizia non raccolti sono la testimonianza più eclatante, anche se molto ridotta, di quanto sta capitando in queste ore a Napoli, precisamente presso lo Stir di Giugliano dove i camioncini dell’immondizia rimangono incolonnati in attesa di poter consegnare il proprio carico di immondizia per ore, a volte per più di un giorno.

L’isola d’Ischia, per il suo status insulare, gode di una certa priorità nel conferimento dei rifiuti così i camioncini possono fare presto ritorno verso l’isola e non rimanere ostaggio di un impianto che lavora a mezzo servizio e soprattutto di quel carico di rifiuti che gli impedisce di fare ritorno sulla terraferma e raccogliere l’immondizia prodotta non solo dai residenti, ma anche dal gran numero di turisti che in questo periodo si trovano sull’isola per godere delle vacanze estive.

Presso lo Stir ci sono decine e decine di camion in fila. Alcuni dei mezzi sono in sosta da quasi due giorni. I lavoratori si danno il cambio, aumentano le ore di straordinario, e alcuni rimangono per lunghe ore seduti nell’abitacolo del camion, tra mosche aggressive e caldo opprimente, ma niente si muove. Tutto fermo, mentre nei 90 comuni attorno Napoli, quelli da cui arriva l’immondizia di mezza città metropolitana, si continua a produrre ogni genere di rifiuto, senza sosta e anche senza la minima percezione di un’emergenza che adesso è nella sua fase embrionale ma che a settembre, tra appena qualche settimana, potrebbe deflagrare con tutta la sua carica di potenza, un po’ come quando un’altra emergenza mise in ginocchio tutta la provincia di Napoli, segnando con strascichi che si ripercuotono ancora oggi l’immagine di Napoli e dintorni, compresa la nostra isola.

Tra i vari ischitani costretti a presidiare i camioncini che hanno raccolto con pazienza tutta l’immondizia foriana c’è anche chi è costretto a rimanere per 14 ore. Dopo la traversata, nel cuore della notte si sbarca a Pozzuoli e in poche decine di minuti, grazie al traffico ridotto delle ore piccole, si giunge ai cancelli di Giugliano. In teoria, quando tutto funziona perfettamente, i camioncini riescono a sversare il proprio carico prima ancora che albeggi, in modo da fare immediatamente ritorno sull’isola e ricominciare il ciclo di raccolta. Basta un guasto tecnico, come è capitato in questi giorni, per congestionare tutto e fermare il ciclo.

“Siamo in piena emergenza!” Non usa mezzi termini il primo cittadino di Lacco Ameno Giacomo Pascale che, preoccupato per la situazione ormai al limite del collasso non nasconde il timore che la situazione possa anche peggiorare. Una paura che ha costretto ieri i sei sindaci qualche settimana fa a riunirsi a Forio per concertare un’azione congiunta in modo da scongiurare il peggio, ovvero di vedere montare e concretizzarsi una emergenza rifiuti nel bel mezzo della stagione turistica. Perché all’orizzonte c’è qualcosa che preoccupa: a fine agosto e per 35 giorni, quando la stagione turistica è ancora nel meglio, ci sarà il blocco dell’inceneritore di Acerra, la principale destinazione delle balle prodotte dagli stir. Che fine faranno le tonnellate di rifiuti da smaltire in quello che si prospetta essere il mese più nero per la gestione dei rifiuti in Campania? 5 settimane da vivere con il fiato sospeso sperando che non si ripetano quelle scene terribili di sacchetti di immondizia a sporcare le città e deturpare i bei panorami.

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A settembre le tonnellate da sistemare, si stima, saranno 75 mila, un’enormità che ha già richiamato offerte per sopperire a tale mancanza. Altri soldi che andranno in fumo e peseranno sulle casse di tutti. Le file si ingrossano e allo stesso tempo i comuni ischitani risultano essere sempre più sporchi sotto l’occhio degli impotenti cittadini e degli amministratori che si appellano al Prefetto per chiedere che si trovi una soluzione prima che tutto possa degenerare.

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