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Cava Baino, per Palazzo Bellavista l’ok dalla conferenza di servizi

Riscontri positivi per Palazzo Bellavista, quelli emersi nella conferenza dei servizi svoltasi in Regione lo scorso 28 febbraio. Il Comune di Casamicciola era rappresentato dal sindaco Castagna e dall’assessore Nunzia Piro. Il tema dell’incontro, predisposto dalla Direzione generale per l’ambiente e l’ecosistema, che ha invitato anche la Città Metropolitana, l’Arpac e l’Asl Na2, è la situazione ambientale di Cava Baino, anche detta Cava Pezzillo, il sito del Cretaio che fino al lontano 1988 era adibito a discarica. Tutti gli enti intervenuti hanno riconosciuto che non vi è contaminazione tale da richiedere operazioni di bonifica. Le parti si sono aggiornate per il 17 marzo, data in cui dovranno essere aggiornati alcuni dati:  la dottoressa Filomena Miragliuolo, geologo di fiducia del Comune di Casamicciola, inserirà nel programma tali dati emersi dai risultati delle ultime e più recenti analisi effettuate sul posto. L’esito dovrà poi essere inviato al Ministero dell’Ambiente, e infine alla Commissione Europea, affinché sia eliminata la procedura d’infrazione attualmente in essere. Come qualcuno ricorderà, la Corte di Giustizia europea aveva inflitto allo Stato italiano una  sanzione per non aver adottato tutte le misure necessarie a dare esecuzione alla sentenza del 26 aprile 2007, che aveva condannato l’Italia a versare alla Commissione Europea una forte penalità, che per il primo semestre ammontava a ben 43 milioni di euro. La motivazione era l’aver violato le direttive comunitarie in materia di gestione delle discariche abusive. Il pesante importo tuttavia sarebbe stato “alleggerito” di 200mila euro per ogni discarica di rifiuti non pericolosi che fosse stata messa in regola, seguendo i dettami della sentenza del 2007. Vista l’entità delle somme in gioco, il Ministero diretto da Gian Luca Galletti aveva quindi convocato tutti i comuni interessati dalla sentenza, per fare il punto della situazione e capire se fosse stato il caso di intervenire direttamente, in caso di inadempienze delle amministrazioni comunali, nominando un apposito commissario per procedere alle bonifiche.  Per quanto riguarda la vecchia discarica casamicciolese, non più usata da quasi trent’anni, essa ospitava rifiuti non pericolosi, e le indagini condotte sul sito a partire dal 2006 (e continuate fino a pochi mesi fa in collaborazione con l’Arpac) hanno appurato che i valori delle sostanze chimiche e dei metalli presenti non presentano rischi apprezzabili per la salute. Tali risultanze consentiranno di evitare l’utilizzo dello stanziamento di un milione e centosettantamila euro, proveniente da fondi Por/Fesr 2007/2013, previsto per l’eventuale bonifica. Il riconoscimento della mancata esigenza della bonifica permetterebbe quindi all’erario di risparmiare, per quanto riguarda Casamicciola, quei duecentomila euro che altrimenti finirebbero alla Commissione Europea.

 

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