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C’è anche l’eternit, terreno “a rischio”: mano pesante del Comune

La storia che ci accingiamo a raccontarvi nell’odierna edizione del nostro quotidiano – e che solo negli scorsi giorni ha avuto un definitivo epilogo – parte da lontano. Noi de “Il Golfo”, come di consueto, abbiamo deciso di raccontarvela attraverso i documenti ufficiali, e nel caso di specie con l’ausilio della dettagliata narrativa presente nella determina redatta dal settore urbanistica del Comune di Forio. Lo scorso 4 ottobre il capo del settore, l’architetto Marco Raia, ha pubblicato agli atti dell’albo pretorio una determina (la n° 1200), che ha ad oggetto la “esecuzione in danno dell’ordinanza n° 150/2016 per pulizia del terreno sito in via Francesco Regine e della perizia per ritrovamento di materiali contenenti amianto”.

Ma come – e soprattutto perché – l’architetto Raia ha assunto un simile provvedimento? Procediamo per gradi. Tutto ebbe inizio il 20 giugno dello scorso anno, allorquando due cittadini foriani (P.C. e P.I.) decisero di presentare un esposto al Comune di Forio. Otto giorni dopo la ricezione di quel documento, la polizia municipale di Forio (ufficio ecologia e ambiente) effettuò un sopralluogo “presso l’area scoperta di via Francesco Regine”, di proprietà di M.S., M.A. e M.R.. Nell’apposito verbale redatto in data 12 agosto 2016 si legge che “in data 28.06.2016, previo sopralluogo, si constatava che […] in via Francesco Regine insiste un giardino di proprietà […] completamente abbandonato (alberi di ailanto ed edere spontanee che, oltre a rendere il fondo inaccessibile in alcuni punti, ricoprono gli alberi da frutta presenti nella proprietà e invadono anche le proprietà confinanti, erbacce cresciute a dismisura, sterpaglie e un cumulo di canne secche ivi accumulate)”.

Per eliminare gli inconvenienti evidenziati nel verbale, il Comune provvide a contattare uno dei comproprietari, che si dimostrò disponibile ad effettuare una totale bonifica. Ciononostante, con ulteriori accertamenti effettuati nei giorni successivi venne appurato che le operazioni di pulizia non erano state nemmeno iniziate. L’ente – mediante il primo settore – il 17 agosto emanò un’ordinanza per la pulizia del terreno, che venne notificata ai tre proprietari. Circa un mese dopo, il signor M.S. trasmise una nota al competente ufficio, nella quale dichiarava di aver provveduto alla pulizia del predetto terreno.

La nota, tuttavia, non era del tutto veritiera. È quanto emerse dal sopralluogo effettuato dall’architetto Rosa Pascarella (funzionario del settimo settore) e dal maresciallo maggiore Nicola Miragliuolo. Ecco cosa scrissero la Pascarella e Miragliuolo nel verbale di sopralluogo: “Il terreno si presentava ripulito esclusivamente nella fascia di confine con la proprietà del denunciante, per una larghezza di circa due metri, mentre la restante parte della proprietà risultava assolutamente invasa da rovi, edere infestanti e sterpaglie, con rami sporgenti nelle proprietà contigue. Pertanto si ritiene evidente la non ottemperanza all’ordinanza di pulizia del terreno, se non in misura del tutto parziale e insufficiente. Sul luogo sono stati rinvenuti inoltre, nella fascia ripulita dalle sterpaglie, n° 2 vasi costituiti da quelli che in apparenza sembrano serbatoi di eternit, per i quali il comando di polizia locale ha richiesto immediatamente il sopralluogo da parte della polizia sanitaria dell’Asl, al fine di effettuare un accertamento specifico”.

Quello dell’architetto Pascarella e del maresciallo maggiore Miragliuolo non fu dunque l’ultimo sopralluogo effettuato nel terreno di via Francesco Regine. Infatti l’Asl, congiuntamente alla polizia municipale, il 7 settembre eseguì un nuovo sopralluogo, dal quale emerse che i due vasi di cui scrivevano Pascarella e Miragliuolo erano effettivamente realizzati in eternit: “ […] è stata riscontrata la presenza di due serbatoi in eternit utilizzati come vasi per piante. Al fine di poterne stabilire la pericolosità per eventuali emissioni nocive in danno alla salute pubblica e all’ambiente, i […] devono avvalersi di un perito tecnico che effettui dei monitoraggi ambientali e analisi di campione per la determinazione del codice CER”.

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Sulla base dei citati verbali, l’ufficio urbanistica inviò ai proprietari del terreno una comunicazione di esecuzione in danno della pulizia e la richiesta di perizia per il rinvenimento di materiali contenenti amianto. A distanza di quasi un anno, il 6 settembre scorso il signor M.A., anche in nome e per conto di M.S. e M.R., ha trasmesso al Comune una nota, nella quale sosteneva che era “stata effettuata un’accurata pulizia del fondo”, e inoltre che “per quanto riguarda i due serbatoi in materiale compatto di cemento-amianto, benché perfettamente integri, non friabili e non sfaldabili, sono stati incapsulati con trattamento di colla vinilica e successiva pitturazione massiccia. Tuttavia, sono stati rimossi dal sito in ossequio all’ordinanza e per ragioni di buon vicinato”. Anche in questo caso, si trattò di un “bluff”. I due serbatoi in eternit erano stati sì rimossi, ma come scrive la Pascarella nel verbale del 12 settembre “buona parte del terreno […] risulta ancora ricoperta da edere, rovi e rami sporgenti nelle altre proprietà contigue”.

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Il settore urbanistica, dinanzi a questa ennesima inottemperanza, il 19 settembre ha inviato una comunicazione urgente nella quale, oltre alla pulizia, si richiede ai proprietari del terreno “di trasmettere con urgenza e in maniera imprescindibile all’Asl competente, al comando vigili e allo scrivente ufficio, comunicazione rispetto all’ubicazione dei materiali rimossi, nonché le eventuali certificazioni-verifiche chimiche o altro documento da parte di ditta specializzata che attesti, a norma di legge, la corretta conservazione-trattamento o smaltimento dei materiali, onde evitare inevitabili conseguenze penali”.

Dal momento che in data 4 ottobre “risultano ampiamente decorsi i termini per l’ottemperanza all’ordinanza 150/2016”, l’architetto Marco Raia ha determinato di affidare “alla ditta Della Speranza Claudio […] il lavoro di pulizia del terreno, con rimozione degli sfalci e smaltimento dei medesimi […] per un importo complessivo di € 6.014,60 comprensivo d’Iva; di dichiarare che la somma […] anticipata dal Comune di Forio dovrà essere riscossa entro sessanta giorni da M.S., M.A. e M.R.”.

foto di repertorio

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