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Il giornalismo ischitano dalle origini a Domenico Di Meglio

di Isabella Puca

Forio – “Il giornalismo ischitano dalle origini a Domenico Di Meglio” è questo il titolo dell’ultimo libro pubblicato dall’avvocato Nino D’Ambra, un vero e proprio excursus nel mondo del giornalismo ischitano dall’800 alla fondazione del quotidiano  “Il Golfo” 27 anni orsono. Una storia lunga, dunque, due secoli che fa della nostra Ischia, un’isola “di carta”; sono stati tantissimi infatti corrispondenti isolani entrati, ormai, nella storia del giornalismo ischitano. Il viaggio di Nino D’Ambra in questo affascinante mondo di carta inizia sin dalla copertina del libro, dove l’immagine di una macchina da scrivere sfuma in quella di un computer come a sottolineare il punto di partenza e quello di arrivo del libro. Le quaranta pagine di ricerca storica trovano spunto ne “Le radici storiche del giornalismo ischitano. Da “Severino a Il Golfo” , pubblicato dal settimanale  “Dossier – Il Golfo” diretto da Domenico Di Meglio.  Prima ancora di arrivare ai nostri giorni bisogna partire dal fatto e che la storia del giornalismo ischitano ha origini lontane, erano i primi anni dell’800 che fu fondato “Il Serafino”, giornale di chirurgia teorico – pratica, la più antica testata fondata e diretta interamente da un ischitano. Parliamo del medico chirurgo Giovanni Castellaccio medico foriano tra i più famosi del Regno delle due Sicilie. Sempre nel campo della medicina viene annoverato un altro importante giornalista ischitano, il dott. Giuseppe Capuano direttore della clinica ostetricia dell’Università di Napoli, «il dott. Capuano vide nascere il futuro Re Vittorio Emanuele III – ci racconta l’avv. Nino D’Ambra – portava la regina Margherita di Savoia di nascosto a fare i bagni a Citara. All’epoca le riviste scandalistiche fecero delle battute poco felici ma il realtà, quei bagni, facevano parte della cura che il medico diede alla donna che non riusciva ad avere figli. Quando nacque Vittorio Emanuele ci fu una grande risonanza giornalistica a favore di Giuseppe Capuano; il lungomare di Forio, in realtà, è intitolato a lui e lo scultore, Maltese, ne scolpì il busto». Il racconto dell’Avv. D’Ambra prosegue lineare, anno per anno, avvalendosi di importanti documentazioni storiche; tra queste le pagine de “Il Serafino” che contribuiscono a rendere ancora più ricca la biblioteca del Centro Studi di Forio che, l’anno prossimo, compirà 40 anni di ricerche. «Nel ’48 – continua l’ avv. D’Ambra – il  governo borbonico abolì la libertà di stampa. La stampa di opposizione si avvaleva di fogli voltanti che venivano distribuiti porta a porta con il rischio di finire in carcere. Tra i giornali conservatori filo-borbonici c’è quello dei fratelli Milone, due sacerdoti, Girolamo e Cristoforo. Fu  quest’ultimo a fondare  il primo giornale quotidiano, era il  1867 e si chiamava “La libertà cattolica” , era contro l’ Unità d’ Italia a favore del potere temporale dei Papi». É proprio a Critoforo Milone, insieme a Domenico Di Meglio e Pino Buono che è dedicata l’emeroteca del centro studi D’Ambra, una vera e propria raccolta di tutto quanto è stato scritto sull’isola e non solo, un tesoro inestimabile che è possibile consultare gratuitamente. «Il primo numero del “La libertà cattolica” uscì il  15 febbraio del ’67, Cristofaro Milone lo diresse  per oltre 10 anni, poi morì e fu sostituito dal fratello. L’intera collezione si conserva alla Biblioteca  Antoniana di Ischia e a quella di San Vito qui a Forio». I tanti episodi dell’epoca sono riportati su pagine di carta leggermente ingiallita, un esempio diretto di un modo di scrivere, parliamo proprio dal punto di vista tecnico, che oggi è stato decisamente superato. I fratelli Milone fondarono tre periodici e due quotidiani tutti ispirati alla difesa del potere temporale della Chiesa “il Flavio Gioia”,  “L’araldo, “la stampa napoletana” e “Il monitore” che nato come periodico trisettimanale, divenne successivamente quotidiano, il primo diretto e fondato da un ischitano.  «In seguito, ci fu il “pro patria” rivista politica e scientifica fondata e diretta da Luigi Patalano socialista di appena 21 anni, la penna più incisiva che abbia mai potuto vantare l’isola d’Ischia. I pamphlet  di natura politica a sua firma diedero scalpore; per non andare a finire sotto processo indicavano come casa editrice un nome a caso e oggi, a piazza del Gesù a Napoli, guardando la Chiesa, sulla sinistra, c’è una lapide antichissima che indica che lì c’ era la famosa sede del “pro patria”». Il racconto dell’avv. D’Ambra prosegue attraverso la storia di personaggi come Giuseppe D’Ascia, Giovanni Castellaccio, Giuseppe Capuano e Francesco Trofa corrispondenti da Ischia che esprimevano il loro pensiero su fatti politici e di cronaca. «L’Avvocato  ischitano Giovanni Napoleone nel 1898 fondò il “corriere delle isole” che cambiò successivamente in “Corriere del golfo”. Un altro avvocato fondatore di un giornale fu Giuseppe Schioppa che pubblicò “La pretura” una rivista di dottrina e giurisprudenza». A leggere il libro dell’Avv. Nino D’Ambra ci si rende conto che la nostra fu un tempo un’isola di giornalisti, tutti animati da forti ideali che difendevano armati di carta e inchiostro. Per chi non fondava o dirigeva un periodico  c’erano tantissimi corrispondenti; tra questi i più assidui furono Luigi Patalano, Giuseppe D’Ascia, Giovanni Maltese, Domenico D’Ambra, Mario Onorato e Giovanni Verde  che puntuali trasmettevano i fatti di cronaca e politica dell’isola. Siamo, ormai, agli inizi del ‘900 e nel racconto dell’avv. D’Ambra si fa spazio “L’operaio” fondato dai fratelli Granito; «erano contro l’onorevole Michele Mazzella, – ci racconta ancora – cinque volte deputato, il primo dell’isola e amministratore del comune. Non avevano peli sulla lingua e criticarono duramente l’avversario dandogli del ladro. Vincenzo Granito direttore del giornale e  Raffaele Pinto autore di alcuni testi diffamatori, furono condannati a diversi mesi di reclusione. Granito, all’uscita dal carcere, dedicò la prima pagina all’avventura giudiziaria e carceraria vissuta sottolineando che ne era valsa la pena pur di portare alla luce le malefatte di quel ladro». La storia raccontata dall’Avv. D’Ambra continua prima con “La vendetta del golfo” fondato  e diretto  dal mons. Onofrio Buonocore e poi ancora con “il Gerone” nel quale scrissero Giovan Battista Perasso, Giovanni Maltese, Giovanni Verde e Luigi Patalano. Il libro non poteva  che concludersi con l’avventura quotidiana de Il Golfo fondato e diretto per anni da Domenico Di Meglio, «eravamo grandi amici. Era il 1989 e dopo 15 anni del “Settimanale d’Ischia” mi chiese cosa ne pensavo di un’uscita quotidiana. Ero titubante, ma mi sbagliai». Nelle ultime pagine del libro la storia si fa più vicina a noi e sembra quasi di poterla toccare con mano.

Il testo è edito con una formula innovativa e non sarà distribuito nelle librerie. La vendita, infatti, avverrà solo on line, sul  sito www.lulu.com, ma sarà sempre consultabile liberamente presso la sede del Centro di Ricerche Storiche D’Ambra in via San Vito n. 60 e può essere visitato previo appuntamento telefonico al numero 081997117.

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