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Cellammare e il “golpe”: «Basta con questa farsa, ho la fiducia dell’avvocatura isolana»

L’avvocato Cellammare non ci sta: le voci sul presunto “golpe” ordito da alcuni colleghi per scalzarlo dal suo ruolo di Presidente dell’Associazione forense ischitana lo hanno raggiunto quando aveva lasciato l’isola da poche ore per un viaggio di alcuni giorni. «Si tratta di uno sparuto gruppetto di avvocati, quei sette-otto colleghi che erano usciti sconfitti alle scorse elezioni: diffondono notizie false al fine di destabilizzare l’Assoforense e l’unità dell’Avvocatura, che non è mai stata in discussione. Spero che il Golfo invece chiarisca ai cittadini la verità», ha dichiarato Cellammare, che ha contattato la nostra testata per spiegare il suo punto di vista sulla vicenda. «Mi avevano telefonato – ha continuato il Presidente dell’Assoforense – per anticiparmi l’iniziativa di lettera, peraltro con meno di dieci firmatari, dicendomi che sarebbe rimasta una missiva privata, e invece sono doppiamente subdoli, perché hanno dato la notizia alla stampa e l’hanno gonfiata». Nella lettera, in sostanza, Cellammare veniva accusato di essere la causa di una frattura nell’Avvocatura: «Io comunque – ha dichiarato l’avvocato – avevo già risposto, sempre in privato, chiarendo di non vedere affatto una spaccatura nella classe Forense e di non essere io la causa di una fantomatica spaccatura. Anzi io ho cementato tutti nel corso dell’ultima assemblea dove circa cento avvocati si sono espressi rinnovando la fiducia nel mio mandato, contro tre soli voti contrari. E la volontà dell’assemblea è sovrana: il sottoscritto detiene tuttora il mandato dell’Assemblea a rappresentare gli Avvocati dell’isola nelle sedi istituzionali sino a quando non saranno risolte due questioni dell’Edilizia Giudiziaria e del mantenimento del Presidio Giudiziario. E questo gruppetto non lo accetta».

Secondo Cellammare c’è quasi uno “schema” nei tentativi di attacco contro il suo ruolo: «Non è la prima volta che vengono ordite mosse subdole quando mi trovo momentaneamente lontano dall’isola, ma appena rientro convocherò i colleghi e vedremo chi mi sfiducerà. Tra l’altro, non mi sembra che i firmatari della lettera siano iscritti all’Assoforense per cui anche volendo non mi potrebbero sfiduciare». Le accuse del Presidente sono rivolte soprattutto verso due colleghi: «Alberto Barbieri e Gino Di Meglio costituiscono altre fantomatiche associazioni, come questa sedicente “La Nuova Curia”, perché sanno che non saranno mai eletti alla guida dell’Associazione Forense Isola d’Ischia, che è l’unico organismo di rappresentanza dell’intero Foro locale riconosciuto istituzionalmente». Secondo Cellammare la nuova associazione, presentandosi dapprima come sodalizio per organizzare iniziative conviviali, ha carpito l’adesione di alcuni avvocati per poi vantarsi di avere un cospicuo numero di componenti, ma in realtà il numero reale di coloro che sono contrari alla rinnovata fiducia dell’assemblea nei confronti dell’attuale Presidente si ridurrebbe a poco più di mezza dozzina: «Evidentemente certa stampa non sa usare il pallottoliere, perché confondere i presunti cinquanta aderenti con gli effettivi cinque o sei è quantomeno sorprendente», ha commentato Cellammare.

«Sono pronto a riconfrontarmi con loro. Avrei tanto voluto che lo statuto ammettesse la ricandidatura del presidente al secondo mandato, così tutto si chiarirebbe in modo definitivo». L’avvocato Cellammare ha escluso anche un coinvolgimento dell’avvocato Gianpaolo Buono nella “fronda”: «È tutto inventato, lo si può chiedere allo stesso avvocato Buono. È sempre quel gruppetto che fomenta questo clima, ma non riusciranno nei loro intenti. Da parte loro, alcuni giornalisti dovrebbero smetterla di prestarsi a questo sporco gioco, e di diffondere notizie false e tendenziose». In ogni caso, il 2018 inizia con un clima non certo ideale nell’avvocatura isolana, chiamata ad affrontare la sfida principale, quella del mantenimento della sede distaccata. I tempi stringono: a dicembre scadrà la proroga triennale che il Governo uscente non ha rinnovato. E di mezzo ci sono le elezioni parlamentari. Il Presidente Cellammare esclude dunque la possibilità di una scissione: se invece dovesse accadere, non sarebbe certo il massimo presentarsi divisi dinanzi gli interlocutori politici per giocarsi le possibilità residue di mantenere il Tribunale a Ischia. Vedremo.

Francesco Ferrandino

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