Cercasi alternativa credibile (e duratura) a un sistema ormai “malato”
E’ passata un’altra settimana, cari lettori, e verrebbe quasi voglia di dire… niente di nuovo sotto al sole se non fosse per il fatto che almeno i suoi raggi profumano di primavera. E con l’aria che tira, questa è già una bella notizia. Le elezioni ad Ischia si avvicinano sempre più e l’atmosfera che si respira in giro è sempre più mortificante. Candidati che vanno e che vengono, Giosi e Domenico che fanno e disfano la tela ogni giorno in base all’umore con il quale scendono dal letto, una marea di chiattilli e pirla matricolati che restano lì a guardare (prestando attenzione a mettersi a pecora in una forma geometricamente ineccepibile) e la gente che dinanzi a queste evoluzioni ha finanche smesso di essere schifata. Semplicemente ha altro a cui pensare e di quanto succede non gliene frega una beata minchia. Il problema, semmai, ce l’avrà nell’imminenza dell’appuntamento con le urne: sembra quasi che non se ne sia accorto nessuno, ma la politica ha di fatto “retrocesso” l’isola, il suo sistema, la sua economia. Da che mondo è mondo, infatti, governare sulla miseria è molto più agevole che farlo in un sistema dove regna il benessere che porterebbe dunque a far sì che l’autonomia di azione e di pensiero sia decisamente più radicata. Oggi saranno tanti gli ischitani pronti a porgere il culo (per giunta in anticipo e dunque sulla fiducia) in cambio della promessa di un posto da vigilino o addirittura per 90 ore di lavoro, fenomeno questo su cui saremo più precisi nei prossimi giorni. Insomma, non proprio roba da vincita al Superenalotto, ma oggi è più che sufficiente per tenere sotto scacco e prona una cittadinanza che ha perso la dignità con l’attenuante, spesso, di avere la cosiddetta “necessità”.Una parabola discendente, una discesa negli inferi che appare senza ritorno, e questo lo andiamo predicando da tempo. Ma siamo davvero sicuri che non esista una soluzione? La scorsa settimana, nell’esternare i nostri pensieri in libertà domenicali, parlammo della necessità di mettere insieme alcune forze in grado di “uccidere” e seppellire il caularone: avete capito bene, uccidere e non ferire, perché siamo davanti ad un male che va estirpato completamente senza lasciargli la possibilità di “rialzarsi” e attecchire nuovamente. E’ una soluzione, ovviamente non l’unica. Perché spesso una malattia non la si cura in pochi giorni, possono volerci anche mesi o addirittura anni. E quindi vorremmo tanto che queste imminenti elezioni amministrative ci portassero una novità, pur sapendo che questo sarà presumibilmente destinato a rimanere un sogno nel cassetto. Tra tutti coloro che corrono e sudano a destra ed a manca, in cerca di alleanze o di un numero copioso di liste da presentare, e fin qui nessuno ha fatto eccezione, ci piacerebbe uscisse qualcuno pronto a proporsi in nome di un progetto a lunga scadenza. Dove la vittoria non debba rappresentare il chiodo fisso, l’ossessione. Un pò come quelle società di calcio, dove si vuole arrivare a grandi traguardi ma con la consapevolezza che occorre programmazione e dunque tempo per raggiungere i risultati. Ischia e gli ischitani, adesso, piuttosto che questi pagliacci, hanno bisogno di trovare un punto di riferimento alternativo ad un sistema malato, e sapere che questo fa parte di un progetto che nel 2017 sarà soltanto agli inizi, a prescindere dal risultato. Chissà che magari la gente non desideri proprio questo, sapere che c’è chi è pronto a fare da “scudo” anche a coloro che dovessero commettere il reato di “lesa maestà”. ribellandosi – nel segreto delle urne – ad un sistema che andrebbe immediatamente gettato nella tazza del water. Prestando attenzione a tirare per bene lo scarico, se necessario anche più volte. Intelligenti pauca…Gaetano Ferrandino (gaetanoferrandino@gmail.com)