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Lacco, dopo il maggio dei consigli sarà resa dei conti sul Porto

Nonostante la “fuga” di Calise e Monti, la maggioranza incassa l’approvazione dei bilanci e ora guarda al 30 giugno, giorno in cui scadrà definitivamente la proroga del concessionario sull’approdo turistico

Tre consigli comunali nell’arco di due settimane. A Lacco Ameno si è concluso il trittico di sedute consiliari a cui molti addetti ai lavori guardavano dopo il doppio strappo in maggioranza, con le defezioni di Giacinto Calise e Piero Monti, che hanno creato un gruppo autonomo all’interno del civico consesso. Autonomo, ma comunque d’opposizione, che ha ridotto a un solo voto la differenza tra maggioranza e minoranza.

Una circostanza ben differente da quanto accadde lo scorso anno nella vicina Casamicciola, quando le consigliere Nuccia Carotenuto e Angela Di Iorio crearono un gruppo consiliare, che comunque si era dichiarato ancora organico alla maggioranza: un “preavviso” di crisi che nel tempo di fatto è stato riassorbito. A Lacco, nonostante i numeri risicati, la compagine di Pascale ha portato a casa l’approvazione dei vari documenti contabili, tra cui i due bilanci, grazie al doppio “abbandono” dei consiglieri d’opposizione che hanno ritenuto di non partecipare alla discussione e successiva votazione per questioni legate alle tempistiche dei pareri dei revisori. In ogni caso, la maggioranza sembra aver “metabolizzato” la doppia defezione consumatasi tra marzo e aprile, e adesso guarda con cauto ottimismo al prossimo traguardo: il 30 giugno scadrà definitivamente la proroga della concessione del porto turistico detenuta da sette stagioni dalla società Marina di Capitello, e dal giorno successivo l’importante infrastruttura dovrebbe tornare nella gestione diretta del Comune.

Il doppio abbandono dei gruppi d’opposizione nelle discussioni di bilancio ha lasciato via libera alla maggioranza. Il prossimo fronte si giocherà sull’efficacia del regolamento anti-evasioni e soprattutto sul capitolato per il nuovo appalto del servizio rifiuti

Anche nella seduta consiliare del 23 maggio le controversie giudiziarie col privato concessionario sono state più volte citate: il sindaco Pascale ha evidenziato che il mancato pagamento del canone da ormai quattro anni incide per oltre un milione di euro, nella lista dei crediti non ancora riscossi dall’ente. Una bella somma, che fa intravedere le enormi potenzialità in termini di risorse che l’approdo potrebbe – e dovrebbe – portare al Comune, il quale invece anche dopo aver ottenuto un decreto ingiuntivo dal Tribunale ordinario non è riuscito a individuare cifre significative da pignorare.

E Pascale non ha risparmiato la stoccata durante l’ultimo consiglio, quando ha detto: «Non sappiamo dove finiscano i soldi incassati dall’attività diportistica». Tra le questioni legate al porto ancora da dipanare c’è il lodo arbitrale sulle reciproche pretese economiche tra comune e concessionario: il verdetto era atteso per aprile, ma finora l’esito non è ancora stato reso noto. Se davvero il Comune rientrerà al timone della portualità, l’amministrazione Pascale potrà vantare di aver centrato l’obiettivo principale del proprio programma elettorale, e in prospettiva riuscire così a finanziare vari altri progetti, soprattutto nel settore sociale, vista la crisi degli ultimi anni, e in quello turistico. Le polemiche consiliari si sono concentrate essenzialmente sulle modifiche relative al regolamento per il contrasto all’evasione dei tributi: modifiche criticate dalla minoranza, ma che l’amministrazione ritiene essenziali per evitare che tale regolamento assuma contenuti esageratamente punitivi verso le imprese, consapevole del fatto che provocare la chiusura di diverse attività a rischio significa avere la ferale certezza che i crediti vantati non sarebbero mai più incassati. Polemiche che invece erano attese per l’esame del nuovo appalto per la gestione dei rifiuti: come è noto, l’ente è pronto a varare un bando per un affidamento settennale del servizio, intenzione su cui l’opposizione ha espresso molteplici perplessità. Domenico De Siano in consiglio ha infatti ipotizzato possibili guai derivanti da responsabilità erariale a causa di recenti cambiamenti legislativi riguardanti l’Ambito territoriale, caldeggiando un affidamento-ponte triennale, oltre ad aver denunciato che il capitolato non viene rispettato, e che il mancato traguardo del 65% della raccolta differenziata ha aumentato i costi di riferimento. In più, il numero di addetti non corrisponde al capitolato. Non è dato sapere in quale misura questi rilievi abbiano influenzato il lavoro degli uffici nelle modifiche al nuovo capitolato, annunciate in consiglio dal presidente Dante De Luise: in ogni caso l’argomento resta “caldo” e sarà discusso nella prossima assemblea. Per il momento, la maggioranza ha superato il “maggio dei bilanci”, primo appuntamento importante dopo la “scissione” che ha portato alla nascita di “Lacco Ameno vive”, il nuovo gruppo di minoranza.

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