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«Certe demolizioni sono rigenerative»

Il commissario Giovanni Legnini a Il Golfo fa il punto sull’inaugurazione del Principe di Piemonte, si sofferma sui lavori e i progetti che riguardano gli altri plessi scolastici del Comune del cratere poi non si sottrae alla domanda sulla demolizione quasi ultimata del Capricho rispondendo in maniera chiara e perentoria. E sulla ricostruzione…

Lo incontriamo sorridente all’inaugurazione della scuola Principe di Piemonte a Lacco Ameno. Inevitabile fare un punto della situazione sulla ricostruzione e soprattutto anche sui plessi scolastici che a Casamicciola attendono l’inizio dei lavori e il successivo taglio del nastro. Ma altrettanto impossibile dimenticarsi di quello che sta accadendo nella centralissima Piazza Marina a Casamicciola, con la demolizione del Capricho che strappa un pensiero a dir poco indicativo al commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini, che ha risposto così ad alcune nostre domande.

Una scuola che riapre è una bella notizia per tutti perché si tratta di una nuova struttura messa a disposizione di quelle che saranno le classi del futuro. Sicuramente è un bel risultato che inorgoglisce, ma deve essere un punto di partenza e non di arrivo. È così?

«Si, è esattamente così e oggi (martedì per chi legge, ndr) finalmente si inaugura questa nuova struttura che meritava di essere ridata alla cittadinanza. Sono in corso altre opere negli altri comuni dell’isola, basti pensare ai plessi di Forio o a quelli di Casamicciola dove abbiamo diversi progetti in cantiere o in fase di definizione. È un inizio molto promettente e penso che i prossimi mesi segneranno un decollo definitivo di un processo di ricostruzione sia pubblica che privata. Le sfide davanti a noi sono ancora molteplici, ma la macchina organizzativa è decisamente in moto e finalmente sta procedendo».

Parlava di decollo e, in effetti, la percezione è quella che negli ultimi tempi ci sia stata una accelerazione dei processi legati alla ricostruzione. A suo avviso è possibile indicare un punto di svolta che ha cambiato le carte in tavola oppure si trattava soltanto di aspettare tempi tecnici?

«Il punto di svolta è da individuare nel complesso delle misure che abbiamo adottato con l’ordinanza N°8 dello scorso aprile allorquando abbiamo definitivamente approvato il piano di messa in sicurezza del territorio. In quel frangente abbiamo anche definito quali sono gli edifici da ricostruire e quelli che ancora devono aspettare un po’ per via dei progetti di messa in sicurezza. Inoltre, abbiamo ricomposto tutte le regole necessarie successive all’evento catastrofico del novembre 2022. In parole povere, all’esito di una lunga e complessa mediazioni con le altre istituzioni, come la Regione, la Soprintendenza e l’Autorità di bacino, abbiamo ricomposto il piano mettendo in ordine quello che è possibile fare, mentre quello che non si può fare lo sapremo a breve quando il piano varato da Palazzo Santa Lucia sarà di nuovo adottato mettendo finalmente ordine e chiarezza».

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Mentre a Lacco Ameno si inaugura una scuola a pochissimi chilometri da qui viene demolito il Capricho. Metaforicamente parlando possiamo dire che anche lì c’è la volontà di cancellare il passato e di ripartire guardando al futuro, sia pure in maniera diametralmente opposta.

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«Alcune demolizioni sono rigenerative e quella del Capricho lo è assolutamente perché così facendo si rigenera una piazza con una nuova prospettiva. Il Capricho era un edificio che non aveva alcun valore storico-culturale e che era gravemente compromesso. Questa non è una mia opinione, ma sono le valutazioni del sindaco di Casamicciola, della Soprintendenza e del demanio con il quale abbiamo ricomposto una querelle che andava avanti da troppo tempo. Il comune termale merita di rinascere e in quel luogo deve essere realizzata una nuova piazza che possa dare luce e visibilità al centro storico di Casamicciola».

Sia pure con l’aiuto di tante istituzioni che lei prima ha citato, immagino che sicuramente da parte sua c’è una soddisfazione umana nel restituire una scuola a tanti bambini.

«Nelle funzioni che ho esercitato in questi anni mi è capitato di inaugurare tante scuole e di finanziarne più di 450 nel Centro Italia. Qui, sull’isola sono oltre dieci e ogni volta per me è una grande emozione perché ridare una scuola a una comunità significa aprire una finestra sul futuro, quello dei bambini e delle bambine che la frequenteranno insieme ai loro docenti».

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