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Che ansia !

Quest’affermazione è ormai comunissima e si potrebbe dire che tutti almeno una volta alla settimana la pronuncino, ma cos’è realmente l’ansia? “L’ansia è un vuoto che si genera tra il modo in cui le cose sono e il modo in cui pensiamo che dovrebbero essere; è qualcosa che si colloca tra il reale e l’irreale (Charlotte Joko Beck)”.

Questo vuoto ci fa star male e ci rende la vita impossibile, cerchiamo di riempirlo a tutti i costi,lo consideriamo la causa del nostro malessere, ma dunque non è altro che un’interpretazione irreale di ciò che ci circonda e i sintomi che percepiamo, anche quelli fisici, non sono nulla se nonil risultato di un nostro stato emotivo.L’ansia è uno stato d’animo che sorge dalla percezione di un pericolo o di una minaccia imminente intorno a noi, il che ci suggerisce l’istinto di fuggire dalla situazione o di affrontarla se si vuole sopravvivere. Oggiè giudicata negativamente per via dei suoi spiacevoli sintomi fisiologici e perché ostacola la nostra libertà. Tuttavia, se ben gestita, l’ansia è un’emozione sana che ci spinge ad adattarci e senza la quale non potremmo sopravvivere. La sua totale eliminazione è impossibile e non è nemmeno auspicabile.

In alcuni casi l’ansia però smette di essere funzionale e diviene patologica, in questi casi valutiamo le situazioni in modo erroneo percependo solo minacce, e molte azioni quotidiane, come prendere un autobus, risultano limitate o compromesse.Per impedire che l’ansia da normale diventi patologica, e quindi nociva, dobbiamo cambiare le nostre interpretazioni della realtà e anche il modo in cui ci comportiamo. Per riuscirci, è necessario individuare queste convinzioni sbagliate, metterle in dubbio, in discussione e sostituirle con altre più reali. L’ansia comunica con noi facendoci delle domande che ci attivano a livello fisiologico, preparandoci all’azione. Domande che ci fanno barcollare ma che sostanzialmente ci fanno restare immobili, proprio come succede quando si è seduti su una sedia a dondolo, si va avanti e indietro, si  ha l’illusione di muoversi ma fondamentalmente si è sempre fermi sullo stesso posto.

Tutti noi siamo sottoposti costantemente a fonti di stress che contribuiscono a innalzare il nostro livello di ansia, come il destreggiarsi tra lavoro e famiglia, il condurre una vita frenetica, l’assunzione di alcool, droga e caffeina, le pressioni sociali…ma in realtà anche le abitudini alimentari errate e la mancanza di sonno, rappresentano una fonte di stress notevole che aggrava la nostra ansia. Se lo stress raggiunge dei livelli notevoli e l’ansia supera la soglia naturale di base che ognuno di noi sopporta si genera un attacco di panico. Non tutti abbiamo lo stesso livello basale, ci sono persone più o meno sensibili. Ad esempio evidenze scientifichedimostrano l’esistenza di un’ereditarietà della vulnerabilità genetica a sviluppare un disturbo d’ansia.

Inoltre è stato dimostrato che le donne, rispetto agli uomini, sono maggiormente predisposte allo sviluppo della maggior parte dei disturbi.

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La prevalenza di donne tra gli ansiosi, potrebbe dipendere dalle fluttuazioni ormonali che caratterizzano la loro vita. Inoltre sono più predisposte allo stress essendo anche spesso vittime di abusi fisici e mentali. Avere una vulnerabilità all’ansia non vuol dire sviluppare necessariamente un disturbo: perché ciò avvenga, devono verificarsi nella vita dell’individuo eventi precipitanti che, combinandosi con la preesistente vulnerabilità, danno vita al disturbo.

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La sintomatologia con cui l’ansia si manifesta, può essere:Fisica (tachicardia, nausea, stipsi, vampate, vertigini, tensioni muscolari,perdita di desiderio sessuale,eruzioni, assenza di appetito…); Psichica o Cognitiva ( insonnia, difficoltà di concentrazione, irritabilità, nervosismo,emicrania perdita di equilibrio e incoordinazione motoria…); Comportamentale ( evitare situazioni ansiogene o paralizzarsi dinanzi ad esse ); Emotiva( frustrazione, paura, terrore…). La responsabile dell’entrata in azione dell’ansia è l’amigdala, una struttura a forma di mandorla che rappresenta una delle parti più antiche del nostro cervello che fa parte di un complesso sistema, detto sistema limbico, che si occupa della gestione delle emozioni. L’amigdala ci aiuta a trovare una strategia adeguata dopo aver percepito uno stimolo negativo. Essa è progettata per agire rapidamente come un vero e proprio sistema di sicurezza, sempre in funzione in grado di proteggerci da eventuali minacce, fisiche o emotive nell’immediato

Dunque avuta qualche nozione in più su questa speciale emozione , è importante nel caso in cui sia patologica, non aspettare con ansia che l’ansia ti passima agisci al fine di imparare  procedure e tecniche che ti consentiranno di:

  • Correggere le interpretazioni erronee di pericolo;
  • Sviluppare un modo di pensare più costruttivo e flessibile;
  • Valutare in modo adeguato le risorse che già possiedi per affrontare le situazioni difficili;
  • Aumentare le capacità personali di fronteggiare e risolvere i problemi.

Inoltre ti aiuterà ad eliminare i comportamenti protettivi e  di evitamento che mantengono in vita e peggiorano la sintomatologia ansiosa.

 

 

 

 

                                           

 

 

 

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