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Che cosa vuole il popolo?

 

Che cosa vuole il Popolo? È la domanda che da sempre si pone chi governa. L’abate Emmanuel Joseph Sieyès, nel suo pamphlet edito in occasione della Rivoluzione francese rispose: “Vuol essere qualcosa”. Dal canto loro i borboni, dotati di uno spiccato e maggiore senso pratico, risposero prosaicamente con il detto “festa, farina e forca”, peraltro ancora oggi decisamente in voga. La volontà del popolo in tutte le fasi storiche ha sempre rappresentato un enigma o comunque qualcosa di estremamente difficile da comprendere per le elite che si sono succedute al potere.

Il velo che si pone tra chi detiene il potere e il popolo è sempre indecifrabile. Le masse russe che assaltarono il palazzo d’Inverno pensavano che la famiglia reale fosse ormai in balia di un essere diabolico: Rasputin, incarnazione del diavolo. Non trovando lo Zar si accontentano di saccheggiare la cantina reale d’ogni bene. Che cosa vuole il Popolo che vota Trump, che scende in piazza ad Istanbul per difendere Erdogan o che inneggia alla fine dell’Unione europea, e che ieri ha solennemente bocciato la riforma proposta dal governo Renzi?

Proviamo a dare una risposta, evidentemente non proprio scontata. Storicamente il Popolo fa sentire la sua voce non solo quando “ha fame” ma quando ha paura. Paura di un futuro peggiore del suo presente. Se c’è un comun denominatore di questa fase storica è la paura del futuro. La grande crisi economica che stiamo vivendo dal 2007 non ha tolto soltanto soldi e benessere dalle tasche degli italiani, ha avuto il drammatico effetto di cancellare un bene ancora più prezioso e cioè la speranza di un futuro migliore. Matteo Renzi, al tirar delle somme, ha indiscutibilmente grandi meriti per il coraggio dimostrato ma nello specifico bisogna riconoscere che ha davvero sbagliato la strategia e mi riferisco alla comunicazione. Il premier dimissionario, infatti, non è riuscito a trasmettere un messaggio in grado di rassicurare la gente, né tantomeno di far sognare un futuro più roseo. La vera sfida, la nuova sfida, forse riparte proprio da qui: a giocarsela, i politici che vorranno cimentarsi nella guida dell’Italia e dell’Europa.

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