Chi piange, chi ride e chi ancora medita

Ci siamo. Magari ci siamo. Forse ci siamo. Anzi no, o meglio non ancora. Ad Ischia stenta a prendere forma l’organigramma di coloro che avranno ruoli, deleghe e responsabilità nella seconda sindacatura di Enzo Ferrandino ma intanto un altro passo è stato portato a compimento (con notevole ritardo, come però noi de Il Golfo avevamo ampiamente e preventivamente anticipato): domani mattina alle 11, presso la sala consiliare del palazzo municipale di via Iasolino, si celebrerà la convalida degli eletti al consiglio comunale. Nessuna sorpresa, ci mancherebbe, l’elenco dei sedici è composto dai nomi emersi già all’indomani del responso delle urne: Ida De Maio, Alessandro Migliaccio, Antonello Sorrentino, Agostino Mazzella (Ischia Democratica con Enzo sindaco), Gianluca Trani, Raffaella Migliaccio, Giovan Giuseppe Elia (Democrazia e Futuro), Luca Montagna, Luigi Di Vaia (Movimento Cristiano Lavoratori), Carmen Criscuolo, Massimo Trofa (Ischia Prima di Tutto), Antonio Mazzella, Ciro Ferrandino (Nuova Isolaverde), Pasquale Balestriere, Giustina Mattera (Vivere Ischia) e Paolo Ferrandino (Insieme per Ischia).

Da sabato alle 12, dunque, inizia un’altra partita, quella che vedrà il primo cittadino impegnato con la composizione della giunta. I tempi ci sono ancora, anche se non più così “biblici”: entro dieci giorni bisognerà convocare il primo consiglio comunale che dovrà svolgersi al massimo entro i dieci giorni successivi alla convocazione. In quell’occasione andranno presentati i nuovi assessori. Ergo, Enzo Ferrandino ha più o meno altri venti giorni, non proprio il tempo di un caffè. Ma è anche vero che la matassa da sbrogliare non è irrilevante. Manuale Cencelli alla mano, la partita sarebbe stata già chiusa da un pezzo. Senza contare società partecipate e altri benefit, il primo cittadino ha a disposizione la presidenza del consiglio comunale e cinque assessorati. Dunque a scelta pescano le prime sei liste e resta a bocca asciutta l’ultima. Il problema è che nell’ultima figura quel Giovanni Sorrentino al quale proprio Enzo ha promesso lo scranno nel civico consesso: senza i suoi voti, di fatto, rischiava di non scattare nemmeno il seggio per la lista che fa capo a Paolo Ferrandino e questo avrebbe significato perdere una lista e cancellare un progetto politico comunque fedele e organico al sindaco. Questo dettaglio fa saltare il banco, perché affinché “Democrazia” approdi nel civico consesso Paolo Ferrandino dovrà entrare in giunta. E allora, come la mettiamo?

Qualcuno dovrà pur rimanere fuori, direte voi con il conforto della matematica. Il problema è che il “qualcuno” potrebbe avere un plurale nel senso che Enzo avrebbe deciso di lasciar fuori dalla spartizione che conta due liste. A meno di clamorose sorprese, infatti, non riceveranno assessorato né la lista degli Sciupatiello’s, ossia Vivere Ischia, che quella di Bambeniello senior e junior, ossia Nuova Isolaverde. Se nel secondo caso non si tratta di una bocciatura, nel primo è chiaro che ad Enzo Ferrandino non sono piaciuti certi atteggiamenti (ed anche alleanze) che hanno caratterizzato la campagna elettorale della coalizione guidata da Pasquale Balestrieri e Giustina Mattera. E il resto, direte voi? Non è cambiato nulla, comunque la si metta tutto continua inesorabilmente a ruotare attorno a Gianluca Trani, cui spetta la prima parola dall’alto dei suoi 1.079 voti di preferenza. Prima ipotesi: Gianluca potrebbe chiedere la presidenza del consiglio comunale per sé ed un assessorato, che certo non potrebbe essere appannaggio dei due neofiti Migliaccio ed Elia. La strada in questione presenterebbe due incognite: la prima è rappresentata dal fatto che l’ex golden boy della politica debba rinunciare alla Ischia Ambiente (che in quanto a serbatoio elettorale è un significativo patrimonio), la seconda che così facendo non si riuscirebbe a favorire l’accesso in consiglio comunale della non eletta Titti Lubrano Lobianco, che sta diventando un vero e proprio “casus belli” sull’asse Ischia-Barano. La seconda ipotesi vedrebbe il Trani dimettersi dal consesso, rivestire la carica di vicesindaco, consentire così alla nipote di Carmine Barile di sedersi “a tavola” (chiudendo ogni incidente diplomatico) e tenersi pure la partecipata monnezzara. Oltre a lanciare un chiaro segnale sulla futura ambizione di candidarsi a sindaco quando Enzo Ferrandino avrà finito il suo secondo giro sulla giostra. Come andrà a finire? Si accettano scommesse, noi per adesso non facciamo puntate perché davvero non ce la sentiamo di azzardare una soluzione piuttosto che l’altra. Ma è chiaro e inevitabile che tutto partirà da qui.

Con Gianluca vicesindaco la presidenza del consiglio comunale potrebbe andare (e il condizionale è quanto mai d’obbligo) a Luca Montagna, secondo degli eletti. Con Democrazia e Futuro che rinuncia all’assessorato, il sindaco potrebbe attribuirne due alla sua lista di riferimento – che non a caso ha portato quattro unità in consiglio comunale – uno dei quali dovrebbe essere una quota rosa (il nome più gettonato, ma non per questo scontato, continua ad essere quello di Ida De Maio). L’altro assessore femminile, a meno di clamorosi ribaltoni, dovrebbe essere indicato dal gruppo che fa capo a Carmen Criscuolo e Massimo Trofa. Insomma, tutto è ancora da decidere ma una cosa è certa: comunque vada, rispetto al 2017 (in cui Enzo Ferrandino per uscire dalle secche dovette far ricorso ad una giunta tecnica, decisione che si rivelò poi scellerata prima che lo stesso riprendesse il timone della barca), sarà un successo. Perché la giunta ci sarà, e sarà espressione della politica. Poi, dopo la prima seduta di consiglio comunale, tutti al mare e arrivederci a settembre.