POLITICAPRIMO PIANO

Chiamatelo fenomeno

Correva l’anno del signore 2007. Un giovane, che il pallino della politica pare ce l’avesse sin da ragazzino, si candida alle elezioni amministrative di Ischia. Lo fa nella coalizione che sostiene la candidatura a sindaco di Giosi Ferrandino, che ha appena lasciato la sua Casamicciola per tentare la scalata al Comune capofila dell’isola verde, cosa che per la cronaca gli riuscirà. Quel giovane si chiama Gianluca Trani, è figlio d’arte (il padre, Gabriele, è stato assessore ed esponente di spicco della Democrazia Cristiana) e soprattutto in quella tornata elettorale ha anche uno zio, Giulio, candidato. Qualcuno pensa alla classica “investitura” per riempire un tassello del mosaico, in quel momento invece – sia pure in sordina e lontano dai riflettori – sta per accendersi un fenomeno elettorale che ancora oggi resta davvero difficile da definire nella sua compiutezza. Gianluca non paga lo scotto del noviziato, colleziona 210 preferenze e si accomoda in consiglio comunale. In quel momento parte il suo excursus che lo porterà ad essere ribattezzato golden boy della politica ischitana. Trani si muove nei meandri della macchina amministrativa come un calciatore sul rettangolo verde, dimostra una versatilità e duttilità non indifferente e soprattutto come un abile giocatore di Risiko inizia a piazzare le sue armate ovunque, occupando spazi a destra e a manca.

Quello che succede nel 2012 è qualcosa di clamoroso. C’è chi intuisce che è in arrivo uno tsunami e cerca addirittura di ostacolare la ricandidatura al consiglio comunale di Gianluca che però nel frattempo ha fatto le braccia larghe e grazie a delle “intese” e agganci coi cosiddetti poteri forti riesce a scongiurare il golpe nei suoi confronti. Poi, siccome la vendetta è un piatto che va servito freddo, ecco che la risposta arriva dalle urne. Trani colleziona 673 voti con la preferenza unica, dicasi preferenza unica, e schianta ogni precedente record. Il golden boy ha ormai trovato la sua consacrazione e la poltrona di presidente del consiglio comunale ne istituzionalizza anche la figura. Poi però qualcosa si rompe. La maggioranza guidata da un Giosi Ferrandino che non ha ancora patito le disavventure (poi risoltesi con una assoluzione) legate alla CPL Concordia ma che non ha più lo smalto e la vivacità del primo mandato entra in “crash” ma lui – temendo un complotto ai suoi danni – rifiuta nell’ambito dell’azzeramento delle cariche di liberarsi della presidenza del civico consesso. Ne nasce la rottura con il primo cittadino, consumata in una drammatica seduta di consiglio comunale in cui lo scontro col suo “mentore” è di quelli davvero feroci, una delle pagine più suggestive e “cruente” della recente politica ischitana. Da quel momento Gianluca è solo contro tutti, ma tira dritto per la sua strada e nel 2017 decide che è giunta l’ora di fare il grande passo e candidarsi alla carica di sindaco. Il risultato non lo premia e consegna la fascia tricolore a Enzo Ferrandino, che però aveva con sé una corazzata difficile da battere. I numeri, però, premiano eccome nuovamente Gianluca: lui colleziona 5.200 preferenze, le sue due liste 4.800. Insomma, il nome Trani sulla scheda elettorale ancora una volta ha fatto la differenza ed è stato valore aggiunto.

Da quel momento Gianluca inizia così un nuovo percorso sempre lontano dai “palazzi del potere”, relegato nello scomodo ruolo di consigliere di minoranza, con il quale si incide poco, si determina meno e soprattutto non si danno chissà quali risposte all’elettorato di riferimento. Ma nonostante questo il suo feeling col voto resta qualcosa di straordinario, quasi inspiegabile, come l’orso col miele se ci passate il paragone. Così, quando arrivano le elezioni regionali, Gianluca Trani si esibisce in un nuovo braccio di ferro. Lui sponsorizza Mario Casillo, che a Ischia colleziona gli stessi voti che una intera maggioranza “scarica” su Lucia Fortini. E scusate se è poco, viste le congiunture. Il resto è storia recente, la pace con Enzo Ferrandino ed il ritorno in maggioranza. Certo, con ampia agibilità e sarebbe ipocrita negarselo, ma anche con poco tempo a disposizione per risalire la china. Invece arrivano 1.079 preferenze alle amministrative di domenica 12 giugno, un dato che crediamo sarà difficilmente raggiungibile e/o replicabile. Un segnale chiaro di come un politico sia stato bravo a mantenere il cordone ombelicale col suo elettorato anche in una fase in cui di promesse se ne potevano fare ben poche. E anche chi pensava che il riavvicinamento con Enzo Ferrandino potesse rivelarsi un boomerang è rimasto decisamente deluso. Gianluca ha poi collezionato anche un altro invidiabile primato in questa campagna elettorale, forse passato in secondo piano (ingiustamente): la sua “Democrazia e Futuro” è l’unica lista che ha portato in consiglio comunale due new entry come Raffaella Migliaccio e Gianni Elia.

E adesso? Adesso c’è il futuro immediato e quello più a lunga scadenza. Con la dote di voti a disposizione Gianluca potrà scegliere quale casella andare a occupare. Le opzioni sono due: tornare a ricoprire il ruolo di presidente del consiglio comunale – dove la visibilità è comunque assicurata – o proporsi per la poltrona di vicesindaco, quasi a voler già lanciare un segnale su quello che si intende fare da grande. Se proprio dovessimo scommettere un euro, punteremmo sulla prima ipotesi, perché in questo momento una maggioranza così ampia e variegata non suggerirebbe precipitose fughe in avanti. Ma ovviamente la nostra è solo una supposizione. Quel che conta è che alla porta delle urne è tornato un fenomeno. Anzi, il fenomeno – numeri alla mano – non se ne era mai andato.

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Luigi Boccanfuso

la carica di presidente del consiglio gli spetta di diritto mentre quella di vice sindaco prefigurerebbe qualcosa che al momento in pochi auspicano,a partire da Enzo Ferrandino che credo punti al terzo mandato ed in subordine su Ida De Maio.
in quanto al suffragio di voti non è tutto farina del suo sacco perché la sua lista è stata tarata solo su di lui con 6 donne a dargli manforte insieme a Giosi Ferrandino e qualche grande elettore non fatto candidare al fine di traslargli i propri voti come Ciro Cenatiempo e Nicola Lauro.
in quanto al futuro teniamo presente che sarà condizionato molto dal passato e che come insegna la storia dei 5 stelle ci vuole poco a iniziare la parabola discendente…

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