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Chiede i danni per… 4.50 euro!

di Sara Mattera

Quella che stiamo per narrare è una vicenda che ha dell’incredibile e, probabilmente, non potrà fare a meno di strappare un sorriso di sdegno a qualche lettore e forse, chissà, anche a chi pratica il mestiere forense. Ebbene si, perché la vicenda in questione ha come protagonista un avvocato e una famiglia di ristoratori isolani. Lo scorso Agosto, infatti, un avvocato venuto ad Ischia in vacanza, ha deciso di trascorrere una giornata di relax presso una delle spiagge del Comune di Forio. Giunto sul posto, ha richiesto in noleggio, per l’intera giornata, un ombrellone e due lettini, presso il ristorante della spiaggia in questione. Non essendo quest’ultima una spiaggia privata, non è possibile piazzare ombrelloni e sedie a sdraio sull’arenile, a meno che questi non siano richiesti, espressamente da chi si reca in spiaggia, alla struttura di ristorazione che, nel suddetto caso, per l’appunto, da in noleggio queste attrezzature da mare, ai clienti, a patto che siano essi stessi a portarli sulla spiaggia e a restituirli al ristorante a fine giornata. Proprio per questo motivo, è richiesta una cauzione di 2 euro per ogni sedia a sdraio presa a noleggio e 50 centesimi per ogni ombrellone. In questo caso, l’avvocato protagonista della vicenda ha pagato un totale di 17 euro e 50, di cui 4 euro e 50 sono stati quelli di cauzione che gli sarebbero stati restituiti alla fine della giornata in spiaggia, se avesse riportato al ristorante sedie e ombrelloni o, se comunque non li avesse lasciati incustoditi durante una sua temporanea assenza.  Così, però, non è stato. Difatti, l’avvocato si è allontanato dalla spiaggia, probabilmente per pranzare, senza aver riportato sedie e ombrellone al ristorante o, comunque, senza aver lasciato su di essi un qualche segno che facesse capire agli altri bagnanti che tali attrezzature fossero già occupate.  La cauzione, quindi, non gli è stata restituita. Ciò ha scatenato le ire dell’avvocato che, dopo qualche settimana, ha inviato ai proprietari del ristorante una missiva nella quale ha richiesto che gli fossero restituiti i 4 euro e 50 che, a suo dire, erano stati trattenuti indebitamente. Nella lettera, infatti, vi è scritto: «In data 19 di Agosto locavo presso la vostra struttura con due lettini e un ombrellone al prezzo di 13 euro. Per la consegna dei suddetti beni locati mi veniva richiesta una cauzione di 4,50. Nel corso della locazione, nell’allontanarmi temporaneamente dalla spiaggia, nel farvi rientro, trovavo, inopinatamente, che le cose locate non erano al loro posto, in spregio all’articolo 1575 c.c, per cui il locatore deve garantire il pacifico godimento dei beni durante il rapporto contrattuale. Nel riprendere la detenzione di esse, alla loro materiale consegna, senza alcun motivo plausibile la cauzione non veniva restituita. Per tali motivi, vi invito formalmente a restituire le somme indebitamente trattenute, pari a 4 euro e 50, oltre interessi e spese legali da concordarsi entro e non oltre il termine di sette giorni dalla ricezione della presente. Con riserva di chiedere il risarcimento danni subito». Successivamente, i ristoratori, non procedendo alla restituzione della somma di denaro, hanno ricevuto anche una richiesta di Mediazione che altri non è che un procedimento civile attraverso il quale vi  è un terzo soggetto che svolge la parte imparziale di mediatore al fine di assistere entrambe le parti interessate e far trovare loro un accordo. Inutile dire che, se anche in questo caso non si giungesse a nessun accordo, si finirebbe per dover procedere ad una vera e propria causa legale, voluta dal soggetto richiedente il risarcimento. Insomma, tutti in tribunale per 4 euro e 50 che si trasformerebbero, sommando le spese legali, per entrambi le parti interessate, in un centinaio di euro. «Il signore ha preso due lettini e un ombrellone per un totale di 17,50. Ora, essendo libera la spiaggia, anche se mettiamo a noleggio tali attrezzature, non possiamo portarle noi sull’arenile, nemmeno se qualcuno ce lo chiede, ma devono essere i clienti stessi a portarsele giù in spiaggia. Il soggetto in questione, ad un certo punto della giornata, si è allontanato per andare a mangiare e ha lasciato i lettini incustoditi. Quando è tornato non li ha trovati più. Almeno questo è quello che lui asserisce. E’ evidente che qualcuno, in quel frangente in cui lui si è allontanato, se ne è appropriato indebitamente, come accade di frequente. Ecco il motivo per il quale noi chiediamo ai  clienti, nel caso in cui si allontanano anche solo temporaneamente dalla spiaggia, di lasciare un asciugamano o uno straccetto sopra le sedie a sdraio, così nessuno se ne appropria indebitamente. Noi, poi, non vogliamo responsabilità dell’accaduto dato che quella non è una spiaggia privata e sono i clienti che ci chiedono espressamente sedie e ombrelloni e quindi sono loro a doverli custodire. Comunque, poi, successivamente alla prima lettera, mi è arrivata la richiesta di mediazione che solo per metterla agli atti ci vogliono 40 euro a cui  si devono aggiungere 68 euro per pagare il mediatore. Tutto questo per 4 euro e 50!!». Questo è ciò che ci ha riferito uno dei proprietari del ristorante che adesso si trova implicato in questa intricata vicenda. Ad ogni modo, aldilà di chi sia nel torto o nel giusto in questa storia, la parte più assurda è sicuramente quella di essere ricorsi a simili sotterfugi legali per una somma che  è davvero piccola e richiedere, addirittura, un risarcimento danni.

 

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