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Chiesa di Sant’Antonio alla Mandra oggi l’inizio dei nuovi lavori

di Isabella Puca

Ischia – Dovrebbero riprendere oggi, salvo nuovi problemi o ulteriori ostacoli, i lavori alla chiesa di Sant’Antonio adiacente la spiaggia dei pescatori alla Mandra. Chiusa dal novembre del 2013 fatica a vedere la nuova apertura che, si spera, arrivi, questa volta davvero, prima dell’estate. I lavori, iniziati nel gennaio del 2014, sarebbero dovuti terminare nell’agosto dello stesso anno, sulla carta erano nove i mesi necessari per completare il restauro della chiesa, ma sono diventati 2 anni e più. A novembre 2015, inoltre, la ditta bloccò i lavori in attesa di altri fondi stanziati dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, provveditorato interregionale per le Opere Pubbliche. Il lavoro da fare di certo non era facile, la chiesa di Sant’Antonio è stata rifatta tutta ex novo: un nuovo pavimento, un riscaldamento a pavimento, un altare completamente modificato, la ripulitura dei marmi e il restauro dell’organo e di alcune tele prese in carico dalla Soprintendenza. Ciò che mancava era l’installazione di alcuni macchinari per risolvere il problema dell’umidità che, ad oggi, ha completamente “rovinato” quanto di buono era stato già fatto. Su alcuni muri, interni ed esterni, si presentano già delle crepe e delle grosse macchie d’umido che, purtroppo, risaltano sul nuovo colore che era stato scelto per le pareti della chiesa. L’amicizia dei fedeli non è dicerto venuta a mancare; con la chiusura della chiesa è stato nel salone adibito a chiesa, che tutti si sono spostati per pregare nell’attesa di ascoltare la buona notizia che annunciasse la riapertura della chiesa. Purtroppo però la questione ha avuto un ulteriore risvolto. Padre Mario Lauro, lo scorso dicembre, proprio durante le festività Natalizie si è visto costretto a richiamare l’attenzione dei fedeli e amici per sostenere economicamente le nuove spese. “Aiutatemi a riaprire la chiesa di Sant’Antonio” s’intitolava così l’appello del padre guardiano, inviato a mezzo stampa, per cercare di avere quanta più risonanza, una accorata lettera in cui si è esposto in prima persona nel chiedere la cifra di 20 mila euro per riaprire la tanto amata chiesa dedicata a Sant’Antonio da Padova. «Da solo non ce la potrò mai fare, sebbene senta forte la voce del Signore che mi esorta a tenere duro e continuare quest’ardua impresa. Un mio amico imprenditore di Napoli mi ha già donato tutto il materiale che occorre per i vari interventi (calce, sabbia, pittura, etc.), Chiedo a tutta l’Isola (perché quella Chiesa è un patrimonio storico-religioso di tutta Ischia cattolica), di aiutarmi e starmi vicino in questo momento di difficoltà. Imprenditori, albergatori, responsabili di associazioni, ma anche semplici Cittadini, ciascuno secondo le proprie possibilità e con la generosa disponibilità già dimostratami in altre circostanze, possono contribuire a questa causa comune, consentendoci di riaprire la Chiesa di Sant’Antonio entro la metà di marzo e diventando lo “strumento attraverso il quale il Signore può operare meraviglie“. Questa non è la MIA Chiesa, essa appartiene a tutti Voi e un domani porterà anche il sigillo della Vostra collaborazione. Io, finito il mio mandato, sarò probabilmente in altre Comunità in terraferma e certo non porterò via nulla con me, se non il grande ricordo di una Comunità che si è rimboccata le maniche e ha condiviso con i Frati un percorso difficile, ma terminato con un risultato meritorio e memorabile per tutti». A questo appello, dopo circa 20 giorni sono stati tanti ad aver risposto ed è grazie a loro e alla caparbietà di Padre Mario se, finalmente, la Chiesa potrà tornare presto al suo autentico splendore.

 

 

 

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