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Cibo e convivialità: un binomio perfetto per la pace

Presso la Sala Conferenze dell’IPSAR “V. Telese”, si è tenuto l’evento aperto al pubblico “Una Ricetta per la Pace”, incentrato sul delicato tema della guerra in Medio Oriente

Attualmente nel mondo, secondo l’ACLED (ArmedConflict Location &Event Data Project), sono in corso 56 conflitti – il numero più alto dalla Seconda Guerra Mondiale – che coinvolgono direttamente o indirettamente oltre 90 paesi, Italia compresa. Dalla Palestina al Congo, dal Myanmar all’Ucraina c’è sempre un unico denominatore comune: morte e distruzione.Non possiamo certo dire di vivere in tempi di pace se le potenze mondiali fanno a gara per spartirsi i territori di paesi martoriati dai conflitti e l’Europa, notizia di questi giorni, fa una folle corsa al riarmo. In uno scacchiere geopolitico così frammentato, la Guerra in Ucraina è sicuramente quella di cui parlano di più i nostri media perché ci riguarda da vicino, ma, come abbiamo visto, sono tantissime le guerre in atto di cui poco si parla o di cui si ha una visione parziale. Una tra queste è la Guerra in Medio Oriente, più in particolare l’aspro conflitto tra Israele e i palestinesi a Gaza. È stato questo il tema dell’incontro “Una Ricetta per la Pace”, tenutosi all’Istituto Telese di Ischia. L’evento, concepito con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza sull’importanza del dialogo e della comprensione reciproca, specialmente in un contesto geopolitico così delicato, ha visto la partecipazione degli studenti e di illustri relatori che, attraverso i loro interventi, hanno saputo descrivere la situazione attuale. A fare gli onori di casa il Prof. Mario Sironi, Dirigente scolastico del Telese: «Momenti di riflessione come questo sono molto importanti perché ci fanno capire quanto il mondo sia complesso e crudele. Quello che sta accadendo a Gaza, tra israeliani e palestinesi, è inquietante ed è bene ricordare che la guerra non è in corso da pochi anni, ma ha origini molto più antiche e di difficile inquadramento. Il nostro compito come cittadini è quello di informarci su quello che accade e ci tengo a ringraziare gli illustri ospiti di oggi, insieme ai quali approfondiremo alcuni temi. Alla fine dell’incontro, per chi vorrà, sarà possibile degustare alcuni piatti della tradizione orientale realizzati dagli studenti e dalle studentesse. Crediamo fermamente che il cibo sia da sempre un elemento di unione e di condivisione». Successivamente ha preso brevemente la parola il Prof. Gianni Vuoso per ringraziare le tre associazioni che, di concerto con il Telese, hanno reso possibile l’incontro: la VAS (Associazione Verdi Ambiente e Società), il Germoglio (Associazione per la diffusione dello Yoga e della cultura orientale) e l’Iskra (neo nata Associazione culturale, di recente balzata agli onori della cronaca per lo scoprimento della targa di Lenin nei giardini di Villa Arbusto). È stato poi il momento del Prof. Renato Briganti, docente di Diritto Costituzionale presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II: «Come in ogni conflitto che si rispetti, la prima vittima della guerra è la verità. Ogni fazione fa una propria narrazione dei fatti e anche i media, spesso e volentieri, cercano di distrarre l’opinione pubblica con notizie poco attendibili. Nulla di nuovo, ma oggi con la velocità con cui corrono le notizie è necessario porsi delle domande sulla salute dell’informazione mondiale. Della Guerra in Medio Oriente, ad esempio, si cerca di non far sapere all’opinione pubblica le cause e le concause che hanno portato allo stato attuale dell’arte e una narrazione mainstream, imbevuta di propaganda politica, rischia di essere molto pericolosa. Nel frullatore generale degli eventi l’approfondimento, purtroppo, è sempre più marginale perché richiede tempo, mentre si cerca di dare le notizie in termini scandalistici o catastrofistici». Il docente universitario ha continuato: «Oltre a svolgere il mio lavoro da professore presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, faccio anche volontariato per l’ONG Mani Tese, un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale fondata oltre sessant’anni fa nel 1964. Sia la Federico II che Mani Tese hanno capito che l’educazione è uno strumento di emancipazione dei popoli e questo che vi sto dicendo si può rintracciare anche nei loro statuti. Ecco, io penso che anche l’educazione e la conoscenza in svariati paesi del mondo siano in pericolo poichéa molti governanti non conviene avere cittadini istruiti e liberi». È seguito l’intervento di Omar Suleiman (rappresentante della Comunità Palestinese di Napoli) che rivolgendosi ai ragazzi e alle ragazze del Telese ha voluto portare la sua testimonianza: «Viviamo in un mondo tremendamente ingiusto e voi siete molto fortunati ad avere la libertà di essere voi stessi e di fare quello che volete. Avete la possibilità di informarvi, di andare a scuola, di leggere, di studiare, di avere una vista sociale, di vestirvi come vi piace, di uscire la sera, di usare un cellulare e di fare altre attività. Sembrano cose scontate, ma non lo sono affatto perché in passato i vostri nonni e bisnonni hanno combattuto e versato il sangue per liberare l’Italia dal nazi-fascismo che opprimeva questo paese. Molti vostri coetanei, in questo preciso momentoin varie parti del mondo, stanno combattendo per la sopravvivenza perché qualcuno ha deciso che il loro popolo deve essere martoriato. È il caso della mia Palestina, una terra magnifica, ahimè, oppressa dall’occupazione israeliana».Ha proseguito parlando della percezione generale che si ha del conflitto in Medio Oriente: «La guerra di cui si parla tanto sui giornali è molto più complessa di quanto si può credere e per capire le ragioni bisogna tornare indietro nel tempo, negli anni Quaranta del secolo scorso con la fondazione dello Stato d’Israele a discapito del popolo palestinese. Da quel momento in poi gli Stati Uniti d’America e il resto dell’Occidente, Europa compresa, non hanno fatto altro che foraggiare la politica imperialista di Israele che quotidianamente calpesta il diritto internazionale. La maggior parte degli organi di stampa, poi, tendono a dare una narrazione difforme e alterata di quello che sta accadendo, ma la cruda realtà è che il mio popolo viene massacrato. A Gaza muoiono bambini sotto le bombe, vengono distrutti ospedali e spesso vengono negati gli aiuti umanitari. È una situazione insostenibile e seguo sempre con ansia quello che accade. Io da piccolo ho vissuto sulla mia pelle l’occupazione israeliana, ma poi ho avuto la grande opportunità di venire in Italia dove ho incontrato tante persone che mi hanno aiutato nella battaglia in difesa del mio popolo». L’incontro è proseguito con la proiezione del documentario “A Gaza 2019” di M.R. Greco, un’opera intensa che racconta le difficili condizioni di vita in una delle aree più travagliate della regione e con un intervallo musicale a cura del maestro Denis Trani. Al termine dell’evento, i presenti hanno avuto l’opportunità di degustare piatti della tradizione orientale, preparati dagli studenti del Telese. Questo momento simbolico ha sottolineato come la cucina può diventare un ponte tra culture diverse, favorendo la conoscenza reciproca, il dialogo e la pace.

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