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Cinema e teatri chiusi, anche Ischia “piange”

Il comparto della cultura è ripartito solo in parte con la riapertura dei musei, mentre cinema e teatri sono ancora inspiegabilmente chiusi e non c’è nessuna certezza all’orizzonte

Il comparto della cultura è indubbiamente uno dei più colpiti dalla pandemia e le misure messe in campo in questo periodo sembrano essere insufficienti per poter fronteggiare le difficoltà di chi lavora in questo settore. Da poco i musei hanno riaperto con la soddisfazione di tutti, ma all’appello mancano ancora i cinema e i teatri che sono tuttora chiusi senza alcuna garanzia.

Maestripieri: «Sono dispiaciuto di questa chiusura forzata, anche perché credo che si possa riaprire con le dovute precauzioni. La situazione sanitaria è difficile con una eventuale terza ondata in arrivo, ma i musei hanno riaperto e non vedo per quale motivo cinema e teatri debbano ancora stare chiusi. I ristori? Non hanno nemmeno lontanamente appianato le perdite»

I numeri del 2020 sono impietosi con perdite che vanno ben oltre il 70% e c’è una generale incertezza per il futuro perché le istituzioni latitano colpevolmente da tempo. La scelta di tenere ancora chiusi cinema e teatri è in effetti una scelta alquanto bizzarra dal momento che sono posti sicuri se prese le giuste misure sanitarie (distanziamento personale, entrate contingentate, uso di mascherine e gel igienizzanti). Anche la nostra isola, con un importante movimento di persone che si occupano di spettacoli teatrali, sta attraversando un periodo nero, così come i proprietari dei due cinema isolani che non nascondono il proprio malessere per una politica che sembra averli dimenticati. Abbiamo sentito Davide Maestripieri, patron del cinema Excelsior di Ischia che si è detto preoccupato per l’attuale situazione che sta vivendo il proprio comparto: «Personalmente sono molto dispiaciuto della chiusura forzata alla quale siamo sottoposti, anche perché credo che si possa riaprire con le dovute precauzioni che ben conosciamo. La situazione sanitaria è difficile con una eventuale terza ondata in arrivo, ma i musei hanno riaperto e non vedo per quale motivo cinema e teatri debbano ancora stare chiusi. La gente ha voglia di uscire, ha voglia di tornare nei cinema per un po’ di sano svago e per acculturarsi dal momento che cinema significa cultura».

Maestripieri ha continuato: «Mi rendo conto che la situazione non sia semplice, ma spero che da parte delle istituzioni ci sia presto una decisione anche perché i sussidi che abbiamo ricevuto durante il lockdown non sono stati sufficienti per affrontare tutte le nostre spese al netto delle perdite che nel 2020 sono state consistenti. Il 2021 sarà sulla scia di quello passato e ci sarà da attendere per una ripartenza a tutti gli effetti. Solo il vaccino può darci una mano concreta nel combattere il covid. Se la campagna di vaccinazione avrà i suoi frutti credo che nel 2022 si potrà tornare a una vita più tranquilla con Ischia protagonista nell’ambito del turismo e del rilancio del cinema».

Patrizia Matarese: «Le istituzioni stanno ignorando completamente il nostro grido di dolore fin dall’inizio della pandemia. Durante il 2020 ho sostenuto spese esorbitanti come la modifica dell’impianto di condizionamento. Tutto questo per restare aperti solo per il Festival a luglio e ad agosto per qualche film che era in calendario»

Molto forti sono state le parole di Patrizia Matarese, titolare del Cinema delle Vittorie di Forio: «In questo momento il comparto del cinema è in grosse difficoltà e, ad oggi, non vedo un barlume di speranza. Mentre il teatro si può autoprodurre magari con uno streaming, noi siamo totalmente dipendenti dal flusso delle persone che vengono nelle sale e dalla produzione che non c’è. Tutto quello che era stato prodotto è stato mandato in onda sulle piattaforme a pagamento e questo ci penalizzerà anche in prospettiva futura quando ci lasceranno aprire». Matarese ha poi fatto un’analisi sull’anno appena passato: «Le istituzioni credo che non si stiano muovendo bene perché stanno ignorando completamente il nostro grido di dolore fin dal primo giorno della pandemia. Durante il 2020 ho sostenuto spese esorbitanti come la modifica dell’impianto di condizionamento. Tutto questo per restare aperti solo per il Festival a luglio e ad agosto per qualche film che era in calendario. Inoltre, da 440 posti disponibili siamo passati a 78 per le normative anti-covid. Numeri avvilenti che descrivono la grande precarietà in cui ci troviamo.

Per quanto riguarda i sussidi devo dire che sono arrivati, ma le nostre spese sono molto alte e questi aiuti governativi sono serviti solo a lenire in parte una situazione ben più grave. Fortunatamente io non ho il problema dell’affitto da pagare, ma mi metto nei panni di molti altri gestori di cinema che, invece, hanno incombenze di questo tipo e che sono sicuramente in crisi. Il settore del cinema onestamente non so quando si potrà rialzare da questo momento così difficile». Abbiamo sentito poi Cenzino Di Meglio, noto direttore artistico e organizzatore di eventi teatrali sulla nostra isola: «È una situazione disastrosa quella in cui ci troviamo, almeno per chi come me lavora nell’ambito della cultura organizzando laboratori con le scuole e organizzando eventi.

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Cenzino Di Meglio: «In Campania, in particolare a Napoli, la situazione è tragica e allo stato attuale credo che ci sia ancora da aspettare per una ripartenza vera e propria. Anche qui a Ischia mi sento di dire che si respira grande preoccupazione perché manca del tutto una politica culturale all’altezza»

Molti di noi non lavorano da un anno e di sussidi statali, almeno io, non né ho visto neanche l’ombra. In questo senso, credo che le istituzioni e chi di dovere non stiano facendo i nostri interessi. In Italia non c’è il riconoscimento della categoria dei lavoratori dello spettacolo e ciò è dovuto a un malcostume secondo cui si pensa che non si possa mangiare con la cultura. Personalmente ho dei progetti che dovevo portare a termine nel 2020, ma che hanno subito una battuta d’arresto andando a scombussolare i miei piani. E così come me ci sono altri colleghi in questo limbo.». Di Meglio ha poi fatto un’analisi importante: «In Campania, in particolare a Napoli, la situazione è tragica e allo stato attuale credo che ci sia ancora da aspettare per una ripartenza vera e propria. Anche qui a Ischia mi sento di dire che si respira grande preoccupazione perché manca del tutto una politica culturale all’altezza. Questo concetto si potrebbe allargare a livello regionale e nazionale. Noto che c’è un’assenza della politica e noi non ci sentiamo per niente tutelati. Alle istituzioni chiedo che si muovano a risolvere i nostri problemi, così come quelli di altre categorie che stanno boccheggiando e che mettano in campo un serio programma di vaccinazioni perché non è possibile andare avanti in questo clima di vaghezza e sospensione».

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