Cisi, il nuovo presidente è Rossella Buono
Il consorzio ha trovato l’erede del dimissionario Antonio Di Costanzo, si tratta dell’avvocato baranese che approda al timone dell’azienda in quota Serrara Fontana. E intanto ci sono i rebus legati ai concorsi e agli interinali

Che la sede non potesse rimanere vacante a lungo era chiaro a tutti, ma alla fine la matassa è stata sciolta anche in tempi ragionevolmente brevi. La nuova presidente del Cisi ha un nome e cognome. Si tratta di Rossella Buono, avvocato baranese, che subentra al dimissionario Antonio Di Costanzo, che qualche tempo fa aveva rassegnato le dimissioni. Anche la giovane professionista, così come il suo predecessore, entra in quota Serrara Fontana: quello montano, infatti, è l’unico Comune a non aver espresso un proprio rappresentante in seno al CdA dell’Evi (composto da sole cinque figure per motivi normativi) e dunque allo stesso spettava la nomina del responsabile del CISI. Che passa da un giovane commercialista a un giovane avvocato, cui spetta comunque un compito tutt’altro che agevole. L’addio di Di Costanzo, inutile girarci intorno, suona come più di un campanello d’allarme, dal momento che se da una parte lo stesso è stato dettato da motivazioni di natura personale e lavorativa dall’altro nasconderebbe una serie di contenziosi e “partite di giro” tra il Cisi e l’Evi che lo avrebbero convinto ben poco, spaventato il giusto e convinto a gettare la spugna e farsi da parte.
Ma dalle parti di via Leonardo Mazzella non è soltanto questo avvicendamento a tenere banco, anzi con quello che bolle in pentola quasi si può dire che il passaggio di consegne sia passato inosservato o quasi. C’è infatti la delicata questione legata a bandi e assunzioni che però si porta dietro una serie di dubbi e altrettante verifiche che devono essere portate a compimenti. Il termine di scadenza dei bandi, come i più attenti lettori ricorderanno, era fissato allo scorso 28 febbraio, quando sono scaduti i termini di presentazione delle domande, ma è chiaro che adesso bisognerà valutare se i bandi stessi siano stati “partoriti” correttamente. Il dettaglio non è di poco conto perché nel frattempo si avvicina anche la scadenza degli interinali il cui contratto non potrà essere rinnovato. O meglio, secondo un parere legale che sarebbe stato acquisito, potrebbe essere rinnovato non oltre il 30 giugno. Questo significa, conti alla mano, che se entro il 1 luglio non si chiudono i concorsi, ci sono una serie di posti che resterebbero sguarniti rischiando di minare la perfetta funzionalità della “macchina EVI”. E poi, sullo sfondo, resta la spada di Damocle su quello che sarà il futuro della società che si occupa di acquedotto e fognature sulla nostra isola. L’Evi dovrà confluire e di fatto essere assorbito nell’ambito territoriale Napoli Nord. Entro un mese o poco più, la Regione troverà un privato cui affidare i servizi: l’unica “consolazione”, e il virgolettato non è affatto casuale, è che la gara sarà bandita con soggetti di provata affidabilità e di livello internazionale, ma l’assorbimento è un dato di fatto ormai inevitabile e che certo, come è comprensibile, qualche preoccupazione la lascia.